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66 re in compagnia dello fcomunicato , celebrar contratti con lui , guantunque non faranno invalidi, fe Acelebrano , ma foloilleciti.. Menfa 5 proibifceil mangiare 5 il bere, il dormire , il coabitare con lui, quando 6 fa per modo d'unione , 4 amiltá. Perd', né quelta , ne le altrecomunicazióni fono ille- cite , quando [eguono folo cafualmente : V.G. fea calo, A accidentalmente arri- vallero , e lo Ícomunicato , e Paltro ad una olteria , come lavvertilce Suarez de conf. difp. 5. S eE. 2. mum. 6. Quando lo Ícomunicato é vitando , non e lecito comunicare con ello in alcuna delle cole dette, né ad ello con gli altri Fedeli, ne queíti con lui. Ma quando lo fcomunica- tod tollerato, € lecito agli altri Fedeli co- municafe con ello, come [e non folle [comu- nicato; a luiperó non e lecito introduríi a trattare co' Fedeli, fe non v'é indorto, 9 invitato da quegli ftefli. 46. P.Padre , come dunque m”hó da dipor- tare colla gente della mia famiglia , per P'uío necellario della vita, e foltentamento? C, La fcomunica é precettoumano, che proibiíce la comunicazione detta , e non puó comandar cofa, che fia contro il precet- to naturale; e cosiin molti cali e lecitoallo Icomunicato , quantunque fia vitando, trat- tareco «Fedeli, 8 i cali fi comprendono in quello verfetto.. Utile , Lex , Humile y Res ignorata y Neceffo, 47. Utile, e NecefJe, avendo neceflitá, d utilitá puó lo Ícomunicato vitando trattare co” Fedeli , equelli con lui: V.G é lecito dimandar limofina , e darla allo Ícomunicato , eleé Medico, d Chirurgo, curarfi dalui, e valeríi della ua perfona nel infermita.. Lex, vuol dire la Legge del matrimonio, per la quale élecito al Marito, € alla Mo- gliecomunicare tri diloro, non folo ¿uoad ?hóru , ma anche in tutte le cofe concernen- e il buon governo della famhiglia. xlumile , permette, che polla trattare il fi- glio con fuo Padre, il fervo co'l Padrone, il fuddito to) fbo Prelato E generalmente, quandoin uma famiglia e qualche Ícomunica- to, ponnotatti quei della famiglia comuni- care con lui= Ttá Bonacina de cen]. difp. 2. queñ.2 P.3, $.2. num.27. . Res ¡gnorata, yuol dire , che quando ve Jgnoranza ,2 dm jtrás ¿Quimfaéti, li puótrat- tare collo [comunicato., Per ignerantia Fa- éí, feionon só, che Pietro efcomunicato, Trattato V. del Y, Comandamento. O che non? vitando , pollo trattare con lui: Ignorantia juris, e quando, quantunque io fappi y: che Pietro € fcomunicato vitando, non só peró , che la Legge proibilee il comu- nicare co" Ícomunicati -, pollo trattare' ton lui Jecitamente. 48. Perd, acciocche V. S. elca da” [erupo- li, fe há la Bolla della Cruciata , io l'affol- verd dalla Ícomunica. P. Padresi, io hála bolla. C. lo Paflolveró con fommo gufto; eperó necellario , che prima dia foddisfizione 41 Chierico dell ingiuria fattagli. P. E che foddisfazione hó a darpli? C. Dimandargli perdono del!” ingiuria, che gli há fatro; e le 1'há ferito, Hi rn le fpefe fatte nel curaríi.. P. Padre lo fard volontieri ; ma al pre- fente non poflo , perchéil Chiericoé affente, né iopollo lafciare di comunicarmi adeflo, per evitare Pinfam:a . C. Quando non fi pud foddisfire alla parte, infegnano comunemente ¡ Peologi; che Voffeníore dia caparra, e que/la capara ra há da eflere pignoratoría y cioé » che día qualche pegno, in tegno che compira; e fe quelto non fi pud fare, fia la caparra , d cau- zione fdejujoria, ciod , che dia una ficurta; e le quelto né meno puó farfi, baaallora, che fía juratoria , cioé, che giuri, che dara foddisfazione alla parte. lo peró mi contento di meno, e voglio folo, che V.S. mi dia parola ferma , de ab. bia efficace proponimento di dar foddisfazio. nea quel Chierico, che con quello l'afolve= ró dalla comunica , feguendo la dottrina di Laymandib.1, tratos. p.2.cap. 6.num.8. $. Dio co quarto im fine 5 e con Valero , 4 Enri- quez , Diana p. 2. frat. 16. réfol. 44.dove infe- gnano , che per allolvere mel foro della co- fcienza dalla Scomunica > bafta la femplice promelladi foddisfare alla parte, fe il Peni. tente e perfona fedele , della quale pud [pe- rarfi , che adempirá ció, che promette. 49. P. Padre, impegnola mia parola, ac- cid ftia ficura , che lo faró. Ora peró mi viene uno ferupolo, ed e, che in un altra occalioneincoríi in un” altra [co- munica col ferire una terza perfona, Wcil Confeflore ¿the me ne affolvé , non midiffe, che le deflifoddisfazione, ne io 1'hd fatto, € fi9 con ferupolo, fe V'afToluzione fofle valida. C. Y tal CBnfeflore ( le non lo fcula Pinav» vertenza ) peccó mortalmente in sip a>

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