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Capitolo VI. della Scomunica del Canone. 65 Ma poiche V.S. hi operato cod avver- tenza , € lapeva , che la percuflione de' Chierici aveva annelía la Ícomunica, e incor- (ía. in quella. 42. Ora mi dica » la percullione e fegui- ta in luogo pubblico , dove era da molti ye- duta 2 P. Padre, e feguita in mezzo della piaz- za y dove' era molta gente. C. Se fofle leguita di naícolto, e la per- cullione fofle occulta , quantunque farebbe incoría nella fcomunica , non farebbe peró Ícomunicato vitando . Mi dica V.S. ¡i circoltanti hanno creduto , che abbia fatto quelto trafportato dalla cole- ra, lenzaavvertire quello fi faceffe? P. Padre, tutti videro , che io eromolto adirato , echequel Chierico mi diede molta occafione; ¡operó non só , che giudizio ab- bino fatto. C. V'é baftante fondamento» per poter Ículare ye tergiverlare l'azione di V. S.-eche i circoftanti potellero credere , che fú fatta fenza la totale deliberazione. E cosi V.S fin'adeflo non e Ícomunicato vitando , ma bensi Ícomunicato tollerato. Perché il Con- cilio Cofltantieníe celebrato l'Anno 1414. dichiaró , che il notorio. percuflore del Chierico,.acció lia vitando , e neceffario, che lafuaazione non pofía per alcun modo fcularli : Cujus factum non poteff tergivera fatione celari.,, aut aliguo juris remedio exa cufari . E quando il percullore pno Ícufará con dire, che há fatto in fui defenfonem , d per un primo moto , non evitando. Eper- ché edifficile, che oguuno non abbia qual- che titolo probabile per Ícufare , d tergiver- fare la percuflione ; per queíto. ordinaria- mente fi ricerca. la fentenza. del Giudice, acciocche lo fcomunicato fia vitando . Fa- gundez in precepta Ecclefze lib.2, cap.s.num. 12. Suarez Tom. 5. de cenfier. difp. 11. feé?. 2. num. 13. Avila 2. part. cap. 6, difp 2. dub.q. $. Tera 250 feguitsir, 11 Calpenle Tom, 2.+rar,25. difp. 25. /6bt..2. nUM. Y 5 43. Nelle altre lcomuniche ( fiori dique- ftadel Canone ) niuno deve eflere vitando , fin che non fia rominatim denunziato dopo la fentenza del Giudice. Scomunicato vitando e quelloy co'l quale gli alcri Fedeli, mec in humanis y mec in din vinis y ponno trattare, nécommunicare; incorrono nella fcomunica minore quelli , che yi trattano . Tollerato e quéllo , col quale ponno lecitamente trattare i Fedeli, sám in divinis, quám in bumanis, Íenza in- correre la [comunica minore 3 quantunque egli non pofla lecitamente introdurí a trat- tare con quelli, 44- P. Padre , dopo quefto fatto io non mi fono altenuto d'andare a fentir Mea, edi trattare con queftoy e con quell' altro. C. Quelli , co'quali há trattato, l'indu- cevano a converíare , etrattare afieme? P Padre, alle volteerano efi , altre vol- te mi vintroducevo da me fteflo. C. Quantunque il Concilio Coftantien- le celebrato l'Anno 1414. ad evitanda pen ricula añimarum conceíle , che fi potelle trattare collo Ícomunicato tollerato ; que-= flo fú peró favore concello , non allo fco- municato, ma aglialtri Fedeli, come colla dalle parole ftele del Concilio: Per hec ar- tem non intendimus ipfos excommunicatos in aliguo fublevare , aut quomodoliber eis fufran garí . Di maniera , che allo fcomunicato tollerato non e lecito intrometteríi a co- municare có gli altri Fedeli: ma ellendovi da quelti indotto , 4 invitato , pud farlo lecitamente. E cosi le volte, che V.S. se introdotta a comunic re có gli altri Fedeli, há peccato grave » 0 leggiermente , fecondo la maggiore, 0 minore comunicazione , ela malizia di quelto peccató s'oppone alla vireú della Religione. 45. P. Padre, mi dica, in che cola devo aftenermi da comunicare co” Fedeli? C. Lo contiene quefto verfetto. Os, Orare y Vale , Communio, Menfa negatur . Os y proibilce il parlare, d fcrivere allo Ícomunicato: Orare, proibiíce Pudire Mel- la , affiftere a Divini Ufici , Proceflioni pubbliche, Pofíerire il Sacrificio della Mel- la per lo Ícomunicato , l'amminiflrargli, o ricevere da lui i Sacramenti; non (í proibi- íce peró pregare Dio per lui , anche nel memento della Mefía , pregando il Sacerdo- te, non come Miniltro pubblico , ma cóme perfona privata. Vale , wuol dire, che non e lecitó faluta= re, 0 far cerimonie allo Ícomunicato ; quan= do peró quello e ¡il primo ad ufar qualche gentilezza , 0 a Ícrivere qualche lettera » non é peccato corrifpondergli colla. mede- ma cortefia, Bt alla lua lettera; perché que- flog atto politico , che in niente s'oppone ale la virtú. Comunio , yuol dire , che ¿jllecito l'anda- E rein 1 : | ll 1 1

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