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Cap.11. dell odio contro se fefo. 57 P. Padre nó. C. Una cola e guardare al futuro condi- zionato, dt altra al prelente : L*avere at- tualmente compiacenza y, d deliderio del male del Proflimo é peccato grave , O leg- giero , fecondo che piú 3 0 menó grave é il male , che li delidera; ma il mirarlo condi- ziónatamente; cio le il tal mal fuccedel- le, mipare, che me ne rallegraría, non é peccato, come dice Alcocer cap. 19. fol, 16, Remigio trat.2. cap. 5.part. 7. num.1. Perché non ve perlona per aggiultata che fía , la quale non tema di sé ftefsa, che, le fi trovaíse in tal occalione , peccherebbe ; e ció non oltante, quelta previlione condi- Zionata nonécolpa: Adunque, quantunque condizionatamente le paja , che, le fucce- deíse il tal male a quella períona , [e ne ral- legrerebbe, quando non ne há compiacenza attuale , ne deliderio politivo , non v'há pec- cato. 11. P. Padre m'accuío ancora , che con alcune perfone nYoccorre d'aver [pelso qual- che parola , e tal volta ce ne diciamo di quel- le, che pungono. C. Sogliono diríi parole ingiuriofe? P. Padre, in cola d'onore, e di fama» nó . C. Quefte conteíe non fono peccati morta- li, quantunque dipoi refti nel cuore qualche rilentimentuccio; perche quelti fono leggie- ri, e lubiti moti dell iraícibile, che non la- fciano odio nel cuore. E certe differenze 5 che fogliono avere le Donnicciuole colle loro vicine y 6 per la gal- lina perla, d perché'alcuna dice qualche pa- rola al figlio , “fono -differenze leggieri ; e perché non lafciano odio nel cuore, ordina- riamente fono peccati veniali, maflime non dicendoíi parole di gran peo. CAPITOLO IL Del? odio contro s? Peffo. 12, p Padre m'accuío , che foppraggiun- a gendomiun travaglio , m'ho deíi- derato molte volte la morte. G. Sela deliderava conformato alla volon- ti di Dio, dicendo: le Dio fi compiacelse , fe foíse lua volontá ? P. Padrealcuna volta me la delideravo in queíta maniera y altre yolte , con qualche impazienza. C. Sela delideraya di cuore, dLolo dice- va quelle parole fuperficialmente in qualche Lubito moto d'animo. P. Alcune volte era di tutto cuore . C. Il delideraríi una perfona la morte con impazienza , e faltidio 3 come danno proprio y é peccato mortale; ma quando íi defidera conforme fempre alla volontá di Dio» per uícire da qualche travaglio , non e peccato . Marcantio ¿in refol circa 5. praa cep. $. Quero. 9. Remigio nella Som, trat.2, cap. 5. $.7. num, $. Peró , fe il deliderio della morte non e di cuore, né di volontá totalmente delibe-= rata, ma per qualche leggiero moto d'impa= zienza , lolo é peccato veniale: E quefto fuo- le elsereil piú ordinario nelle períone, che s'acculano d'elserli deliderata la morte; per= ché fono pochi quelli, cheamino tanto poco lavita , che deliberatamente fidefiderino la morte; poicheanco , quando Dio la manda , non fifuole ricevere con troppo guíto. 13. P. Padre, anche m'acculo, che mol- te volte fono ftato dilordinato nel mangiare, enel bere. CG. Quelt ecceflo gli há caulato notabile danno nella fanitá P,-[n una occalione mi fece notabil dan- no; poiché un dilordine mi coltó un'infer- mitá. C. Credé allora y che quel difordine gli averebbe fatto quel dannp notabile ? P. Padre nd. G. Aveva elperienza, che altre volte fi- migliante ecce[sodi mangiare gli avelse cau- lato danno cónfiderabile ? P. Padrea menéil mangiare, né il bere, há mai fatto danno notabile . C. Adunque quantunque abbia peccato venialmente , eccedendo la regola della temperanza ; peró per il danno, che gli ha fatto , noné peccato mortale, per non aver- lo previllo avanti . E la ragione e, perche ogni péccato há da elsere volontario; e per elsere volontario, e necefsario, che (1 pre= veda, eliconolca avanti: V.S. non previd- de quelto danno , che le aveva da fare, né n'aveva ifperienza . che potefse elserle fon= damento per conoícerlo : Adunque non fil colpabile . 14. P. Padre un' altra volta ho rigettato il cibo , per non poterlo [offrire il fromaco, che troppo aggravava. C. Per rigettare il cibo y fentiva danno notabile nella fanitá? P. Pa- H AS

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