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Cap.I-delP obbligode' Figliverfo de Padri. 49 7. P. Padre ,m'accuío ancora, che alcuna volta mirai mio-Padre con occhio toryo, e con ciglio alpro . C. Quelto fará forfi qualche sfogo , per qualche leggiera inquietudine? P. Padresi, fogliamo avere qualche diffe- renza fopra cole minime di cafacon qualche efacerbazione. C. ll mirará dal figlio il Padre di mal'oc- chio, etorvo, affolutamente parlandoé pec- cato mortale: maquando per-qualche diffe- renza domeltica v' é qualche poco di Ídegno, folo é peccato veniale. Itá Toleto , Silveítro, Tabiena, che cita Fagundez Tom.1. fopra il Decaloz. lib.4.cap.2. nmum.1.($ 2, 8. P. Padre , m'accuío , che ad un fra. tello maggiore, che hd, quando ero picco- lo, folevo dire cattive parole» Scalle volte lo battevo . C. Lerifle , che (ogliono eflere tra figliuoli piccoli, quantunque fiano fratelli» fogliono ellere peccato veniale. : 9. P. Padre , nYacculo , che hó portato odio» edeliderato male ad una mia forella. C. Il male, chele deliderava, era la mor- te, grave infamia , 0 altro male confidera= bile? P. Le defideravo mal grave , non perd molto confiderabile . C.Al defiderare grave male ad una forella, e'peccato.mortale ¿come il defiderarlo a qual- fivoglia del noltro Proflimo; perla circoltanza peró di forella non aveva fpeziale malizia contro la pietá y fe non le deliderava forfi male confiderabile,come la morte, 0 gravein- famia , come fente Lugo de Peni:. difp, 16. feé?, 16, 1 307. Perche ¡fratelli non li devo- no tanto amare , ne vetanta obbligazione rif- pettoad eli , quanta ne corre rifpetto al Pa- dre. Adunque , quantunque il defiderare qualíivoglia grave male al Padre fía Ípeziale peccato contro la pietY, no'l fará riíperto a' fratelli le non fofle maleconfidefabile. Dal che sinferifce , che il deliderare danno nota- bile, ancorche fia la morte, aglialtri Paren- ti , fúori de' Genitori, Avoli, Fratelli, quan- tunque fará peccato mortale cóntro la carita, non averd peró fpeziale malizia contro la pie- tá, comecon Bonacinainfegna Lugo »e! /uo- go citato mum.308. Perche agli altri Parenti non fi devequello fpeziale amore , come a” Padri, Avolis eFratelli: Dunque non lara contro la virtú della pietá: il deliderar loro male confiderabile. 10. P. M'accufo ancora, che alcuna volta hó detto qualche maledizione a mia Madre, dicendole: polla portárvi il Diavolo. C. Quefta maledizione difíe di cuore a lua Madre P. Padre nd , ma folo trafportato dall' impatienza . C. Quelte maledizionidiffe-in prefenza di lua Madre? P. Padréú. C. Í dire a' Genitori maledizioni con animo , ed intenzione, che venga loro cid le li prega, fia in prelenza, d in affenza , e femprepeccato mortale, con due malizie di fpeziediflinte, contro la pietá, e carita. ll maledirgli inaflenza fenz'animo, che la maledizione li fopraggiunga , e peccato venia= le ; il maledirli peró in prelenza, quantun= que fia fenza quell'animo , fará peccato mortale , leforfi non fculafle V'inavyverten- zay come dice Remigio mella Sómma trar, 1. c.4.Í.1. nam.3. 1. P. WMaccufo, che a' giorni paffati ebbi qualche parola co'l Giudice , $ Governato- re, e fui per ammazzarlo ; e dopo incon- trandomi in alcuni amici diffi di lui molto male, . C. Quellos che diflea' fuoiamici, era co- lagrave contro il buon nome del Governa. tore ? P. Padre si, C. Era cofa pubblica? P. Padre nó. C. Due azioni fono quefle» nelle qualié la fua diftintione: la prima y nella quale eb. be paroleco'l Governatore , fi contumelia; la feconda fú detrazione: nella prima fono due malizie di (pezie diltinte; luna contra la ginítizia, e Valtra contro la virtú dell of fervanza , d oflequio , la qual virtú ci co manda un fpezialerifpettoa' Giudici, e Su= periori : nella feconda ebbe folo una ma- lizia d'ingiuflizia , perché la virtú dell oflervanza ci comanda , chea Superiori fi porti una fpeziale riverenza , e riípet= to ; a quello riípetto ,-e riverenza s'oppo= ne il dir parole , d fare azioni contume-= liofe a” Superiori, ma non il mormorare di loro in aflenza : Adunque nella prima v'ave- rá due malizie , e folo una nella feconda. E” dottrina di S.Tomaío , e fua Ícuola, che li pud vedere nelle Diquif. Moral. del-P. Murcia T.2./. 4. difp. 8, refol3. num. 6.47. Circa del modo, col quale s'ha da foddisfas D reall'

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