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o el dl 1 V M F «A Ye «ah y E E DS s- ARRE A A A AA PA e en MMT e a a de e e E am o ar, 48 volte lafciavo di farlo. C. E quello, chegliera comandato , era Gdiñe e dirilievo? > comandato , che di notte non ufcifli di cala , di modo» che non ritor- maíi tardi : che non giuocafíi alle carte in giuoco azardolo , nel quale potefl; perdere afai: che m'appartafli dalle cattive compa- je. 6 Tutto quelto e materia di pelo, éz il difubbidire in cialcheduna di quelle cole e pefcato mortale . Villalobos p. 2. trar, gt. dif.6. num. 3. X é comune; peró difubbidire al Padre in cole leggiere domeftiche », e di poco rilievo , Comunemente é peccato ve- niale. 2. P. M'acculo Padre ) che quando mi ammogliai , fú contro la volontá di mie Padre. C. La perfona , colla quale fiaccasó , era molto difuguale di qualitá, 9 di facoltá? P. Era uguale in tutto; i miei Genitori peró mi proponevano altro partito -ugua= le. C. Se (i folle accalato con partitomolto difuguale contro la volontá de' fuoi Genito- ri, averebbe peccato gravemente, come in- fegna la comune de” Teologi con Toleto, e Navarro , che cita Fagundez in Decalog. liba cap. qu num. 3. perché il figlio deve ubbidire a' fuoi Genitori nelle cole ragionevoli ; e molto ragionevole , che non s'accafi con per- fona diluguale: Dunque tc. 3. Llaccalaríi peró con. perfoma uguale contro la volontá de fuoi Genitori non e peccato, come infegnano Toleto , Molina Cordova, 4caltris che cita Fagundez , bs fupra num. 4. G ¿laragione ; perche il figlio é libero nell' elezione dello ftato , $2 il Pa- dre non pud impedirlo, quando £á un” ele- zione ragionevole :. Dunque non pud-im- pedirglielo . Al che doverebbero attendere molto i Padri , che violentano le volonta de" loro figli, e figlie, obbligandogli ad ac- calarli con períone , colle quali non han- no genios dal che poi viene , che vivono tutta la vita Íconfolati y fenza pace», e quiete. Solo in quelto-caío deve il figlio accafaríi con períona uguale , quale gli propone il Pa- dre » lalciando un' altra uguale , alla quale inclina; ed e, quando accalandof colla per- lona , che il Padre gli propone, aveflero da ceflare liti, difcordiey $e uícire da qualche Trattato Y. del IV. Comandamento. gran travaglio la famiglia. Remigio 2ra2. 2, cap. 4. $.1. num.rO 4. P. Padre, m'accufo ancora y' che molte volte replicavo a quello, che mi diceva mio Padre; «in una occalione y che mi battá col baltone , l'abbracciai, e gittai in terra, per difendermi. C. Il mettere il figlio le mani addofío al Padre, anzi il folo minacciare di dargli, e peccato mortale , come con Reginaldo in- legna Bulembau in Medulla lib.3. trat.3.cap.2. dub.1. num, 2. L'atto pero , che há fattocon [uo Padre , non condanno di colpa morta= le , perche la difeía e legita, e permella : V. S. quel, chehá fatto ha fatto lolo » per difenderíi , e per accidens e feguito , che Pabbia buttato a terra. 5- Mi dica adeflo , foleva fuo Padre male- dire, egiurare, quando V.S. gli replicava? P. Padresi, aflaiffimo. C. VS. gli diceva parole mordenti , de ingiuriofe? P. Egli, Padre, era di condizione tanto colerica y che di quallivoglia parola , gli rif= pondefli, s'inquietava di modo, che profe= riva mille maledizioni, e giuramenti. C. Per formar giudizio della” qualitá di- queíto peccato , non deve attenderí Pin- ietudine , e ios che il Padre (1 pren- e, ma all occalione , che le glida: le P'oc- cafione e leggiera , quantunque il Padre s'inafprifea molto » fardá peccato veniale , poiche quelta inquietudine viene dalla mala qualitá del Padre, e non dal figlio; «come di- ce Marcantio re/ol, Moral. circa QuartumDea caloz. $. Quero 3. Remigio 114f. 2, ca), 4. S.1.num 4. ¿infne. 6. P. Padre . m'accuílo , che in una oc. calione mi difgultai con mio Padre, € gli por- tai odio per molto tempo. C. Quanto “tempo lara durato quelt' odio? P. Duró tre mefi. C. In tuttoquefto tempo V. S. é flata in peccato mortale, etale, «che quell' odio per la circollanza d'eflere contro il Padre, ave- va due malizie difpezie diftinte; Puna con- tro lacaritá, per la generalitá di proffimo: e Paltra contro la pietá , per la ragione di Padre; perché la pietá comanda, che a* Pa= dri fi porti un'amor fpeziale: Dunque fe il portar odio a quallivoglia del nolftra Proffi- mo há una malizia contro la caritá; il portar odio al Padre averá due malizie, contro la caritá , econtro la pietá. > P.

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