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Goa mp. Laa A Pa 42 P. Padre, mi trattava con tanta alprez- Za) che una parola , che eli dicefíi, fubito : ¡ battiture . os ayate adunque nelb ubbidir- lo : come dice Silveltro erb, Mia. Azorio y Ecaltri, checita, € liegue Remigio tra?,2. cap. 3.$.5.1.2. Quali infegnano y che'¡ Ser- vi ponno travagliare , € lafciare la Mella in giorno di Fefta per comandamento de” Pa- droni, letemono» che per non farlo y lideb» bano trattare con alprezza.. 11. P. Padre m'accuío , che Valtra Do- menica fon'andato con una beltia carica [ei leghe lontano.. C. U voftro meltiere e foríi dimulattiere? P. Padre nó. C. Il continuare nel giorno di Felta il viaggio cominciato avanti di quelladicono che elecito Silveltro , Navarro » Rodriquez , écaleri, checita, e llegue Palqualiga sn de= sifronibus Moral. detif.292. n.1 -peró il comin- ciare il viaggio 1 gierno di Felta non eleci- toa quelli, che. fanno il Mulattiere in fen- timento di Sanchez megli Opuftoli Morali lib. 5. cap.z. dub, 7. num. 9. Quantunque Palqualiga mel luogo cit. num. 5. e 1o; mon fa diltinzione diquello y, che há per mefliere faril Mulattie- re, da quello, che ven 1'hi per Ulkicio , 67 a tutti concede indifferentemente libertá di cominciare il viaggioin giorno diFefla, Dia- na ancora prima part.trat.15. refol.36. fen- za diltinzione alcuna di períonadice , eflere lecito,cominciare il viaggio in giorno di Felta: benche io non l'approverei fenza:qualche ur- gente neceflitá: come né menoquello, che ammette, e concede Murcia Tom,2, dif?. lib 5. re/ol 4. mum. 7. in fine, che ponno. caricare icarri in giorno di Fefta , e dilporre. il necel- lario, per cominciare il viaggio il giorno [e- ghente. 12. P. Padre, m' accuío', che tal voltaiu giorno di Felta mando i mici Famigli ad adacquare, Se nel tempod'Agofo a ftendere il frumento mietuto., che il giorno leguente s'ha da battere ful!' aja. C. Limo ye Paltro concedono per lecito Sanchez Mb;s. 12 Confgl. Moral. dub. 18. 1.11. con alcuñimoderni, che cita Palqualiga »e/ luego di fopra,citaro derif. 29: num.z. Perche il coltume tollerato da' Superiori , e leggitti- mamente iotrodotta, preyale contro la leg- ge Ecclefiaflica: glá Ye collume tallerato, € permeflo d'adacquare, come di flendere ¡l grano in giorno di Fellá: Adunque non (- Trattato TU. del 111, Comandamento. rá contro il precetto diquella il fare unos. e Paltro. Comeanche il pefcare colla canna ne gior- nifeltivi , e Uandare a caccia e permello in lentimento del P. Murcia mel luogo di fopra citato num, 3. nen pero il pelcar con.reti, quando non (i faccia colle licenze dovute. Scuía anche dal peccatoil colume dei Bar- bieri , Che efercitano la loro artein giorno di Fefta, comedice Soto, Fernandez, écaleri, checita Diana par?,2. trar, 15. refol. 24. Peró lt noti, che dove non e il coltume legittimamente introdotto , e tol/erato- da” Superioris non farálecito fare gli efercizj di fopra dettí. 13. P. Padre y m'accufo che nel tempo di mietere, in cui fuol difpenfare- di poter lavorare la Fefta, hó lavoratoy e preío il Sa- lario della giornata . C. Queltonon eillecito; perché , quan- do perla licenza égiá lecito il travaglio > le ne pud ricevere lo ftipendio y come iote- gnano Cajetano y Soto, Medina, Navarro, écaltri, che-cita Murcia, ubi fupra: refol..6, ”». 5. Elaragionee » perche Jóxis legis 201 ce» dir fub lege ; Dunque , che uno operi per fi» ne dello ftipendio , non fará contra 11 pre= cetto', quando la tal”opra per ladifpenfazio- ne e permeñfa .. Dal qual principios'inferiíce , che, per elfere lecito lo ferivere in giorno diFelta, fi puo.ricegere Mpendio per quell elercizio. ' d ts 14. Qui e necellario. che.il- Gonfeflore avverta moltiflime feminuccie, le quali pen- (ano, cheil mettere quattro punti o giorno difella fíapeccato: mortale; e dica loro':co- me quello precetto há la fua parvitá di ma- teria; echeil travagliare un"ora , non é pec- cata mortale, al fentire di Azorio P. 3.11b.1. cap.27. quef. 5. El anco a Bulemb. traz. 3. cap. E. dub. 2. nam 7, pare, che il lavorare due ore fía materia leggiera: del medelimo fentimento € Filliucio , che cita, efegne Diana part.3 trar. 11. Mifcel. refol. 36. $. Quenamvero, febene, fefifa fenza neceffi- tá, fard peccato veniales avendo peró necel- (ítA y non é peccato alcuno il travagliare nel tempodeito . CA
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