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60 per il privilegio della Bolla , e non quando per alcri privilegij. Ele vii cronafíe qualche cano fa, allora fi puó mefcolare parce di difpenías zione, e parte di commucazione , per procede» re piú lontani da' Ícrupoli , 72. P, Padre aaccuío , che da me Refo mi fon commutato va voto, che aucuo facto d'vna cola ia vn'alira, C, L'ha commutato in altra cofa migliore? perche di propria autoritá puó beniffimo ciaf. cheduno mutar vo fuo voto in cola , che fa cuidentemente migliore ? P. Padre, non era migliore la cofa , nella quale l'hó murato , C. Fra coía vguale ? perché, quantunque molti Autori neghino, che vn'huomo pola.» commutare di propria autoricd vo fuo voto in coía vguale ; Medina peró , Enriquez , Tambu= rino, dx altri, che riferiíce Leandro dal Sacra- mento nella p. 7. foprail Decalog. la 2, Trat. y. difp.18.$. 1. q. 9. afíermano che puo fará di propria autoricá, P, Padreio non so, fe la cola , nella quale l'hó commutaro fia vgunale ,ó nó, C. Qual'era la materia del fuo voto ? P, Digiunare i Venerdi, C. In che l'há commutaco ? P. In dare ia quelti giorni vna limofna , C. Per qual motiuo há fareo quelto voto di digiunare i Venerdi? P. Per liberarmi d'alcuni Aímoli di concu. piícenza , che mi travagliauano , C. Aniuno € lecico, ne permefo il commu- rare di fua autoricd propria il voto jo alcra co» fa , che (ía meo buona, quantunque poíía cor» mutarlo in coía, che fia migliore , d ygualmen.» ee buona ; e per conoícere qual debba diríi co- ía migliore , non (i há da guardare folamente la nacura , € bontá intrinieca della coía ; ma bensi alla maggior boncd, che há riípecco al Soggetro , che há fatco il voto , L'orazione in fe ficha € migliore del digiuno ; pero riguardo al Soggctro, puo efíere migliore il digiuno, che l'orazione: 8: ancorche ammettiamo , che la limofina fa virrú pid nobile, 8: eccellente del digiuno ; per V.S, peró, che patina quej ftimoli di concupiícenza , era minor bene l'ele. moñna , che il digiuno ; con che efeado minor bene , non potena di propria autoritá comma- tare il voto di diginnare in dare limofina . Vil. Jalobos nella Som. Tom, 2, Trat»-34» diff. 35» m4. € 6». 73. P. Padre, ora mi viene vn fcrupolo; perche aucodo farco voto di portare per que» fto medemo motino , egni Sabaco il cilicio , i] Confeflore me lo commutó io queño , che ne” fuderti gioroi recital il Ro/ario colle ginoc» chia ¡o terra . . C. Prouaua V.S, pid alleggerimento nelle Íne centazioni , portando il Cilicio , O regican- Trattato 11. del IT, Comandamento . do ginocchioni il Roíario + P. Padre coll'vvo , e l'alero mezzo prouguo qualche follieno «nelle mie rentazioni ; vn poco pero piñ co"! cilicio C, Gli commuró il voto il Confefore ,jn vircú del Privilegio della Bolla , 9 di qualche Giubileo ? P. In tired della Bolla , C, Aucua qualche cauía , per Commutare gueño voto ¿ P. Sentivo gran diffícolea in portare il cili» cio , e molte volce trafgredivo jl voto , e quefta fola fú la cauía ,che allegai al Confefiore , ace ció me'l commoralle . C. ln fentenza di Aragon, Toleto,Si, Y aleri , che cita ,e Gegue come probabili Lean» dro del Sacramento p. 2. Trate 5, difp. 14» G0 3156.€ p.7. Trat, 1, difp. 18. $. 1. quaft, 12. Si puó con autoria del Confeflore ia vired della Bolla , 0 Giubileo commurare il voco ja alcra coía , quantunque ña alguanto men buona , E' vero; ma come che queíta minor bontá , che há la cofa, nella quale fí commucra il voto, Ñ há per modo di difpenfazione , e quefta ricerca cauía , per porerí fare ; perció , per commuta- re il voco in cofa men buona vi íi ricerca cavía giulta,come dice Villalobos fop. cit. n. 8. dal che confta , che ii Confelfíore porena beniflima commurargli il voto del cilicio in recitar gi- nocchione il Rofario ; poiché quantunque folle alquanto men buono per V.S, l'bá farro peró co'¡ prinilegio della Bolla, e per quel poco ec. ceño di bonrá , che riípereo á V,S. aucpa il por» rare il cilicio ,f canía baftance Ja norabile dif- ficoled , che aueua ia portarlo , e Pelergli ques fla diffícolca occalione , che pin role Jaícialde diporcarlo , Mole regole afegnano gli Autori, che (i haono ad ofjernare nelle commurazioni devo tizma, come queíte marerie, quando vengo- noal Confefore, regolarmente danno tempo, e non porrano frerra , non Íará bene lo (pedirle fubito nel Confeíonario , ma pigliarí tempo a penfarui , e ponderare il caío,Jeggendo i li. bri, che ne tractano ,e puo vederí Villalobos nel lnogo citato , Leandro del Sacramento par, 7. Trat. 3.difp. 18.6. 2. quel. 33, 7 fc9- 5 3» quelt. 52, Tomaío sanchez nella Som, Tom. 1, lib, 4. cap. 36, per totum . E cbi non aperá que- fi libri, porrá communicarlo con yualche» dorro » CAPITOLO Y, Efortazioni s cie (3 hanno da fare al Penitente , che ba coftume di giurare , o maledire . 74» » Avuerta V.S. che quelto vizio di giurare , O maledire; e vn vizio diabolico , che molto difpiace 4 Dio;
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