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$2 hó derto per vita di Dio, -C. Ancorché molti voglíno , che queña pa. rola fia beftemmia ; peró il Cafpenfe € di fenri. mento contrario . Tom. 2. trat. 15. de fide difpa 6.$e 4.3.0. 15. | : 29. P. Padre p'accuío , che vna yolca ho detro, fia lodato , ¡l Diauolo . _ €, Lo dife, credendo , che il Demonio fia degno di lode? - P.NO Padre , má folo portato dalla coleraz C.Se fofle con errore , 8: anefíe creduto, che il Demonio folle degno dilode , farebbe ercña 5l confenío; ma eflendo fenza queño errore, quefta parola ( riduce all'idolacria mareriale; poiche il peccato d'idolatria confifte in dare al Demonio il culto donuto a Dio ; V.S. nella pa- rola derta diede la lode dounta a Dio al Demo- nio: Adunque fú peccato d'idolatria , non.» formale, perché nell'ínterno non € concorío errore ; ma maceriale ; quefta parola era anche beftemmía , perchg il lodare il Demonio , é ri- gurtare Dio , e dilonorarlo . 30. S'anuerca qui, che il dire, rioego Dio, € beltemmia ereticale ; e puol'ellere lolo mate. rialmente ereticale, O formalmente : material. méte lo ara, quádo quelte parole fi dicono fen- za errore interno contro la fede ¿ e lará formal. mente ercricale,quando w'e quelto errore: quan» do € formalmente ercticale , l'afloluzione Íperta al Tribunale del Sant Vfficio , , Quando peró fono materialmente erericali, e pubbliche, 9 di confuerudine , quantunque fijno riferuace al S. Víficio; per la Bolla desa Cruciata 6 ponno añiolyere toties quoties ; La fieño fi dice degli alcri ca( riferuati a queño Tribunale : V.G, fortilegij, maleficij 8cc. turri $ ponno afloluere per il privilegio della Boll3 roties quorics , eccerro l'ereña eterna, cosiin. fegna Suarez, Filiucio, Alcherio , che cita Dian nap. Y. trat. 5. refol. 7 € Murcia tom. 2. di/q. lib. 4 difp. 1. refol. 149. n. 13. Quando íi dica la beltemmia pubblica, d confuerudinaria , es quando per queño € riferuara alS. Víficio, fi puó vedere ia Diana p. 10, trat, 14. refol. 68, 69. , 31 P. Padre m'accuío, che altre volte hó detco, perla Paffione di Chrifio, che queño e cosi30 che hó da fare quefta, ó quell'alera coÍa . A C. QueÑa parola preía ia tutto rigore é be. femmia ¿perche in tutto rigore € elporre al diíprezzo la pafñione di Chritto , fe non € vera quello , che s'afferma AA A Pero in (corimento comune ; non í prende quefta parola con quefto rigore , e non pren» dendoí in quefto Ícatimento , non € beñem. mia; come ne pure jl dire, quetto € canto vero, come é vero, che Chrifño há patito per noi: L'i:teflo, dice il Calpenfe , deuedirk, quando fi dice per il Capo , per il Volto di Chrifto . Tom. Trattato 11. del II. Comandamento ; 2. trat. de fide difp. 6, Sebt. 3. m. 15; CAPITOLO IL Pella Maledizione ; 32% * Padre, m'accufo , che hd vn'abi. p ro diabolico di maledire ad ogni tracro, e dire il Diauolo ti porti . C, Suole V.S, dir queita maledizione con; Animo , che il Demonio porti via quelle perío- ne, contro le quali la dice ¿ Perche v'é maledi. zione mareriale ; 8 € , quando fi dice fenz'ani- mo , che s'effotepii ; e malcdizione formale , che e , quando í maledice con animo , Che Íucceda il facto :la maledizione formale € peccato mor. tale, la materiale € peccaro veniale, - P. P.Soleuo maledire jo colera . 33. C.Soleua dire quelle maledizioni a'figli 9 domeltici di caía, ó purea fuoi nemici? P. Le diceno a qualíivoglia , che mi daua occañione d'inguierarmi, Non € facile a"Confelfori conoícere , quanda i penitenti maledicono con intenzipne, £ quan» do nó.non lapendo eli rifpondere al:ro , fenor che maledicono , guando vanno jo colcra; e psr formare giudizio di queña materia deucñ chic. der loro contro qual períona dicono le maledio zionj; anuengache, le le dicono a figli, alla mo. glic, adamici, d' ordinario fono maledizioní materiali, non folendo mai deliderare , la Ma- dre, 9 1 Padre 4'proprij eli imili mati. Se le maledizioni (i dicono a genre Rraniera di (2ogue , deuefi aver tiguardo all occ: fione, che v'e di maledice , 8r alla nacura di chi male. dice z (e l' occafione € hata grau, che abbía poturo efiere mocigo di qualche odi. formale, ja maledizione ( deue tenere come formiale ; 8z anche quando la períona € aai iraconda, ben. che Poccafigne non fia tara molco graue. 34- Non € pcró necelfario (piegare nella, covfeffione la qualitá delle maledizioni, le fue rono detre, d alla perfona .d alla roba, ó alla vica,0 all'onore;perche queña differeoza e fiñica, 6 non morale ,come dice Faguadez fopra il De. calog. l:b. 8. cap. 12.1. 27. 20corché Baílco ten. ga il contrario verb. Maledió. n, Ss. 35. C. Soleua ella dire con auuertenza ques fle malediziooi? Perche, quancunque per alcro fijao ftate decre con mala ¡atenzione, (: maocó Vaupertenza, non furono peccati graui, perche non vi fi la libera . ] P. Padre, ía le diceno ¡a quella colera , € ve. ro pero, che Íubico mi pañana. C. Il pañare (ubico la culera ñone 2rgo- mento , Chale dicede fonza auuercenza , come notó beniílimo il P. Bañeo nel luogo poco fi cia tato in fupplemento m. 3. perche quando la pal- fione della colera paa ubico e fegno , che non fú tanzo reemente, che potelle acciecare di mo- : do,

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