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C apitolo Í. del Ciueámento 5 31 bono obbliga +4 miglior bene non giuocare con cali perfone, nella tal caía, e al tal giuoco, owe, occáfioné di male , che gíuocare : Adun- que il giuramento obbliga « Sanchez Tom. 1. in Decalog. lib. 3.cap. 1 8.1.9. Quando pero il giuocare con tal perfona, nella cal caía. 0 al tal giuoco non e occafione dimale, ma folo (i fi il giuramento per qual. che idegno , non obbliga cal giuramento . San. chez ibid. n. 10. Ela ragione €, perché il giu- ramento promifiorio, accioché obblighi, há da efiere di miglior bene ; non € cale il non giuo- care colla cal perfona, nella cal caía , 0 al tal ginoco , quando il motiuo € il riferico + Adun- que non obbliga , E ben vero , che il fare (mili giuramenti € peccato graue, O leggiero, Íe- condo che piú ,d meno, é grauc , O leggiero il motivo, per cui Ñi giura . 24. P. Padre m'acculo , che fempre che mi metro á giuocare , prorrumpo ia giuramenti, € maledizioni, perche fon tanto sforcunato , che rare volte guadagno + C. Quelto e molto ordinario nel giuoco ;e quantunque V.S. non auefíe facto giuramento dinon giuocare , peca tutraula fempre che gi- uoca cofa di rilieno , per cauía di quelti giura- menti ¿ perche non lolo € peccato fare il male, ma anche il merterfi a pericolo di farlo :á V.S, il ginoco e pericolo di peccaze con giuramenti, e maledizioni: Adunque V.S. peccherá (empre, che giuocherd,E per eflere ia lei quelto peccaco, peccato di coftume, de occafione proflima, che Pinduce á canci giuramenti, e beftemmie , V.S, é incapace d'affoluzione , fé non cerca d'emen- darfi. Come, e quando deue negarf P'affoluzione, 3 per il coftume , Ó per l'occalione profíima , íi dirá dopo nel Trat. 10. Prop- 60. p. V.P, porra eimermi dall'abbligo del giu- ramento , che hó fatto, di mai pid ginocare ? C. Si figlioz molti mezzi vi fono, che fono la dipenfazione , commutazione, rilaaziones, di che tratceró di poi nella materia del voro . 25. P. Padre m'acculo, che offsrli cento reali á Giouanni, acció baftonafle Pierro; egli lo fece, edio dipoi non gli volái pagare i Cen. to reali. : C. In primo luogo V.S. hi fatto due peccati mortali, Pvno dingiuflizia , per eficre ftato cauía del danno dato á Pictro da Giouanni; Palero di fcandalo, per aucr dato occafione a Giovanni di peccare . In quanto al'obbligazione di pagare á Gio= nanni ceoto reali, V.S. non € obbligata in opi- nione probabile ¿ Perche la promella , Che fi fá per cofa peccaminofa , O proibira , non obbli- ga, efeguica anche l'azione: V.G. promette Pietro á Maria, che, 1£ eli peremerte habere co- pulam cum ea, le dará tanto + cgli non e ob. biigaro a dargliclo , quantunque Maria Vabbia feruico . ltd Leo £2 Te lib. 2. de inflit. cap. 18: dub, 3.n. 2. Navarro, $2 alcri, che cica . ma non fiegue Fagundez , fopra il Decalog: lib. Zu cap.28.1.46. E la ragions € . perche ,come dice il Ius deregul. iur. in 6. Non efi obligas torium inramentem coutra bonos mores : quefti giuramenti , e promefc fono contra i buoni cos ftumi : Dunque non obbligano . Ció non oftante , € piú probabile , che obz2 bligano fatca Popera promeia ; perche la pro» mefía non fa gratuita , ma oneroía, e nt'con- tracci onerofi corre obbligo d tucri ducicon= trahenci di fare al paceo farco: Adunque ob« bligano adempiuta l'opera . S. Thomas 2. 2. 44 62.art ,5.ad 2. Caierano y Couarruuias , dl al eri, che cica , e fiegue Fagundez nel luogo citato num. 45. Ditñi , che le promefíe obbligano efeguica.s Popera ;perehe auanti d'efeguir , V.G. 2u£a. ti,che Giovanni baftonafíe Pietro , non v'era obbligazione , perche niuno puó efíere obblia gato ad efeguire vna cola mala . CAPITOLO IL Della Beflemmia « 26. Adre; nvaccuío , che in vna occas fione in impero di colera difli, ti- nego Dio, e la Confirmazione che ho ; per il capo di S, Paolo Zc. C. Turte quefte erano parole di Befemmia, la di cui malizia confifte , in effere conuizio , O coutumelia contro Dio, 0 fuoi Sanri,il che fi puo fare tanto colle parole, quanto coll” OPtre . Per quefto che le parole fijao contro Dio,ó0 fuoi Santi, non diftinguono le beftemmie di fpecie . Azorio , Valenza , 8z altri , che cica , € fiegue Diana part. 1. trat. 7. rcfol. 50.€ part. 5. tras. 13. refol, 21.E lo ftefío dicono a mio pare= re quelli, che teogono, che fra di loro non fi diftínguono di Ípecie le concumelie . Lugo de panit. difp. 16. Scót. 5» 3» M 26. € cica per queñta opinione Caierano , Sá , Azorio , él altri. 27. Tampoco fi ditiuguono in numero 5 quando fi dicono molce beltemmie la vn'impe= to continuato di colera ; perché Pinterruzzio- ne fiñica non moltiplica il numero de” psccaci, ma folo l'interruzzione morale : quando ia vn” impeto contiauato fi dicono molce beñemmic, non v'e interruzzione morale , ma folo fificas Adunque non ve molriplicazione di numero, Icá Nauarro cicato dal Cafpenle tom. 1. trat. de peccatis difp. 2. Seth. 8. n.70. E l raccoglie da Lugo nel luogo citato Seé?. 14» S. 2. M $9. done infegoa , che colui, che in va'impeto continna- to dice molce deterazzioni, commerce va fol prccato ja NUMEro » 23. P. Padie m'accuío , che altre vols E 3 2 ha no

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