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Capitolo T. Del Giuramento « 14. Lo tmedemo fi deue dire proporzional- mente del giuramento promiflorio, in quanto alla veritá di prefente : ia quanto poi alla veritd di futuro hd da diríi lo teo refpecciuamente, che fi dice del voto , del quale crateeró dopo. E s'¿uuerta , che tucti di giuramenci alertorij, promifiorij, comminatorij, $ efecracorij , ¡a ragione di ginramento , n0R 1 diftinguono di fpecie,, per giuraríi ora per Dio, ora per iSan- ti, ora per altra Creacura , Ó di qualíino glia maviera . Irá Caietano, Soto , Leflio , Azorio, E aliri checica efiegne ¡lP. Murcia. Tom, 2 difq. lb. 4. difp 4 refo!. 1.1. 6.E la ragione e, perche la ragione formale del giuramento coníifte in chiamare Dio in ceftimonio della co» fa gíurata ; in quelta ragione conuengono (pe- cificamente curti i giuramenti + Adunque jo ra- gione di giuramento tutti fone d'ena [pecie . Dico,'in ragione di ginramento 5 perche per al. ere circofanze fi diftingueranno di [pecit: V.G. fc il giuramento € accompagoa1co dalla b:ftem- mia 3 O [e nel comminatorio Íi croua il delides rio della venderta ; 0 Í€ Paflercorio ( fa in ma- no del Giudice , che allora € accompagnato dal'ingiuftizia, le fi giura il falío , per ellere queño giuramento giurídico . Fagundez Sopra il Decalog.l. 2. cap. 4.1 6. 15. P. Padre m'accuío , che molte volte ve. dendo , che i misi figlioli non faceuano quétilo, che lor diceno, giurauo, € diceno, giuio a Chriíto, che me l'auete da pagare ; € di poi molciffime volce non faceno loro coía alcuna . C. Efiendo che il cañigare i figli moderata- mente , affinche s'alleuino co"! timor di Die, € coía buona ¿ne fiegue, che il giuramento ob» bliga á farlo , 8c cleguirlo . Molee caule pero vi foao che fcufano dal caftigatli, quando s'€ giuraro 5 V.G. quando alcun'amico , Ó ricino s'interpone accio fi fofpenda il caftigo ; quan do dal cafigarli fi cems pollino nalcere diícor- dic in caía; quando il figlio Úí rauuede , € di manda perdono; e generalmente quando í1 giu- dica, cheil perdonar loro fará dí piú profiteo, che il cafigarli Caierano , Toleto , Letlio, San- chez , Nauarro con altri , che Cita, € fiegue Fa- gundez lib, 2. Lecalog, Cap. 4. Mo 14.0 15. 16. P.Padre, nvacculo , che in vna OCCd. fione da yn Profimo mi furono dimandati ccr- cidanari, e per non darglicli, quantunque li aucíli, lo negai, diceodo, i danari , che ho, f:juo malederti . y C. Quefto non € giuramento > ne elecrazio= ne , perche non caíca la maledizione lopra la perfona , ma bensi lopra il danaro ¿comence meno per la ficila ragione e giuramento quaa- do fidice, fia maledecco il boccone, che hó mangiato . Sanchez fopra il Decaloz, tom. 2. lib. 3.C4P.2.M42s y 17. P. Padre nvaccuío , che Pietro mi do- ueua alcuni danari, € Come egli mi negavas 49 d'auerli riceuucri , lo feci giurare auanti del Gíu- dice ,e giuroil falfo; e cosi m'acculo d'eflere ftato cauía , che giurade il fallo . C. Sapcua V.S. di cerco , che auercbbe giu- rato il falío ? P. Padre certamente no'l fapeuo , quantun. que dubicafli , che auendoli negati a me, pocrie eliere, che giurafle anche il fallo per lofte- nerlo . C. S: V.S, aucffe laputo di cerro, che ane. rebbe giuraco il fallo , aucrebbe peccaro grau. mente co'! tirarlo al giuramento: Poiche l'ob= bligaua ad vna azione incrinlecamence mala; Se pero folo ne fofpertaua , e dubicana , noo hd peccaro facendolo giurare ; perche in dubio nea mo prefunsicur malas ni fi proberar Suarez , Sin. chez, SL alcri, che cica Fagundez fopra il Deca- log. lib. 2, cap. 7. Ms 4» 18. P. Padre avacculo , che ia vna informa- zione , che (¡ ebb: a fare d'vn Sogeecco, il que. le abicaua in caía d'vn'Ebreo, ¡io chiamai ad elaminarí due períone, quali lapzuo baaif- mo che non fapeuano il difecto , foura di cui douenano ellerrclaminate , e teneuano colui per huomo dabbene ; e cosi giurarono , che non aucua vizio alcuno . C. Non há V.S. peccato in quelto , nell'opi- nione di Hurtado , che circa , e fiegue per pro- babile Diana p. 5. trat. 7.refol. 14. Quintana Duena citato dal P. Murcia Tom. 1. difq. lib. 2. difp. 5. refol. 2. n. 8. $ il medemo Murcia apa proua il fuo fentimento sel num. 20. 1 quali ia- fegnano effere lecito indurre wn'alero á giurare vna cola, che realmence € falía , ma quello, chela giara, penía eflere vera. Perché € lecito iadurre vn'alero a fare vna cola , che non € ma- la: Arquiil giurare il falío materialmente (il che fi fa, quando li giura, che la cola €, come ficrede) non € pececaro: Adunque non fard peccaco indurlo á giurare. Mi pare psró pin vera la lenccaza concraria 3 Perche uno ftolido, e frauolto di feano non pscca facendo va'azio» ne difoneíta , e pure ció non oftante, von € le- cicoiodurlo a farll: Adunque benche colui, chegiura maccrialmente il falío , refti Ículaco por lignoranza dal peccaco, non lará lecico ¡n= durlo á giurare . Quelta fentenza e di Azorio Tom. ho lib. 10. C4P. 14. q. 2:$..Quares . Suarez de Religion, T.3+ lib. 3» de 1ur.cip. 14m. 8. E quancunque la prima fentenza di Harrado (12 probabile ¿ deue limitarf con quetto, che il gine ramento non ceda in danno di terza p:clova. Cosi lo limira Lugo 3 Tom,.de inft.difpe 39. Seite 3. e Giouanai Martinez del Prato pracep. 94- Tom. 2. cap. 24. 9» 6: $. $» 19, P. Padre m'accuto , che nella Aca in- formazione quefti due Teftimonij fimauano quelia períona illegitcima, eicudo per alcro le» giccimaz io li feci capaci della veritá, e con quelto giurarono , che la tal perlona era legic- tima « G €: Vd
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