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CAPITOLO 1v. Della virtk. della. Religione , e vizij a quella oppofi, 21. A virtú della Religione € la prima di turte le virea Morali, e fi definiíce cosi: Ef virtus debirú cult Deo exbin bens . A quefta vireh apparteogono gli atti Sas cri di Celebrare , fentire Mefía , orare , ricenere i Santi Sacramenti, 8e altre azioni fimili, colle guali Dio e venerato , Due vizij fi oppongono alla vireh della Religione , vno per eccefo, l'a]- tro per diferto; per eccefío le fi oppone la fuperliizione colle fue [pecie , che fono Dinina- zione , Idolatria , vana Oflernanza , eMalcf- cio ¿per difecro, le: fi oppone, la Irreligiofi. tá coile fue fpecie, che fono, Tentare Dio, Sp£tr= giuro , Sacrilegio , e Simonia . 22. Soperflizione: Elf vana , fed falfa Religio indebitum culenm exbibens.D. T bomas 2, 2. q. 90, art. 3.11 culto indebito, O fuperhiziofo , puo eficre ó falío , O fuperfdino : culto falío puo effe- se , Ó per parte di colui, che lo fi, ó per parte della cofa : per parce di chi lo fa , farebbe , cos me fe coluj, che non e Sacerdote , ó efendolo, £ flato degradaco , celebrafíe, d aminiftrafe Sa. cramenti ; per parte della cola farebbe , come fe ora s'offeriflero ¿ Dio montoni, ó altro Sacri. ficio della Legge antica ; O' fe ne Sacramenti 5 mutafe la forma, ó la materia, d pure con falíi miracoli 6 cercaffe compronare la vericá della noftraS, Fede ; tutte quefte cofe fono pec- cati graviflimi di fuperftizione contrarij alla vircd della Religione, Culto fuperfiuo fi dice, quando nella Meffa , Orazione , Víficij Divini s'aggiungono ceremonie , preghiere, parole; comefe in luogo d'vn'Antifona, fi dicefiero a. £une parole male,o indecentizil che farebbe pec- cato graue di fuperfiizione,e culto fuperfluo; Se fiaggiungefíe qualche Orazione, come, Alle. Juia , 9 cofe fomiglianti , non facendofi per dif- prezz0, farebbe pecearo veniale ; Sic Cafirus Palans part. 2, trat, 17. difp.1. punt. 1.0.3. es, 23. Dininazione: Ef? enungiatio corum, que per naturam cognofci non pofJunt ,-Ó come dicono altri; Ef prediétio ope Damonis fadta circa res bu- mano modo non cognofcibiles,La Dipinazione puó eflere ,Ó con patco ce[preflo co'l Demonio , y con patto tacto; allora € con patro efprefo, guando efprellamente s'inuoca , per conoícere alcuna cola occulta y Y. G, qualche teforo naf. cofto ; 0 quando fapendofi , che il Demonio a(- file a qualche fcgoo , per fcoprire quello , che é occalco , fi ferue di quel fegno ; la Diuinazio. ne con parto efprello co'! Demonio, € peccato mortale , e graniílimo . Parto tacito , 0 implj. cito fi dice , quando fi ferue d'alcuni mezzi fria Holi, € inutili per fapere qualche coía occulra j come, fe per crouare alcuna coía pería , e lape- 42 Trattato I. del I, Comandamento ; re done €, hi tiraflerolalenne linee, df formal, fero certi cararteri, £c. Sic Bonacina Tom. 2, difp. 3, de Juperft. qua. 5. punt.3.1.4.e9.La Dininazione con parto implicito co'] Demonio £ peccato mortale di fua natura , Quantuague, fe fifá con ignoranza, che non fia crafa ne afferrata , noo ña peccato mortale. Ta ordine alla coufeílione fi diftinguono di fpecie le di. ninazioni , che fi fauno con parco efpreío da quelle, che fi faano con patro implicito; On peró $ diltinguono di fpecie quelie, che fi fanno per mezzo delle ftelle, da quelle , che fi fanno per acqua, aria, parole, paW 8rc. 114 Sanchez l.2. Som, cap. 38.1. 14.18,€ 19, Idolatria: Eft , quando cultus foli Deo debitus exinbetur creature: Y vna € idolarria formale, Valera materiale , come diró inqueño capicolo Num, 39. 24. Vana ofleruanza; Ef in qua tacitd Demon ingocatur , affumendo media al; qua improportionat4 ad talem effectum, V,G, ad diuitras, fcientiam acquirendam. E (1 puo fare con patro efprello , y Fácico co'l Demonio , Se fi fá con parto efprel- lo ,e peccato mortales fe con tacito , A puá Icufare dal mortale per Pignoranza , come hd detto della Divinazione, Da efa differiíce la va- na Ofieruanza in queño , che la divinszione f fA , per fapere cofe occulte; ela vana ofieruane 24 , per avere aleri cfferii , come Ícicoza , fani. Hd ,ricchezze ; hi diftiogne anche da Maicficio, ptrché gueño ef vis nocengi als ope Demonis, E Pvno fi chiama Veneficio, Valero Amatorio; queño e, quando fi vía dell'aMitenza efprefa, O implicica del Demonio , per fuegliare in alcrj V'amore carnale , 9 odio contra aicuno., Ji Ve. neficio €, quando s'víano tali patti, per dan. neggiare , 1 nome di Magia , 9 Maleficio fi fuo- le prendere per ogai forte di factuchierie, delle quali parleró ¡o quefto capicolo . 25. L'Jrreligiofitá . Ef vitium, quod tendit circa irrenerentiam Dei, La fua prima Ipecie e il Tentare Dio , che fi definifce cosi: Tentario Dej efi difum , vel fattum , que quis explorare cupit, pum Deus fit potens , fapiens (Tc. 11d D. Thomas 2, 2, 7: 95. art. 1.) l tenrare Dio , dice S. Toma. fo, puol'effereja due maniere , vna rentandofí elpreflamente, e Palcra, cencaados interpreta» finamente sallora fi tenta elpreflameace, quan- do dubitando di qualche perfezzione di Dio, fi fa qualche cofa per ifperimentarla ¿e fc il dub. bio di tale perfezzione folle policino , in quelto calo il tencare Dio farebbe ercña formalc. ln due maniere poi fi cenca Dio interpretatinamen. te ; primo , quando fi lafciano i mezzi narura- li, per arriuare á qualche fiae , volendo , che Dio jo faccia confeguire fenza quefti, come fe vn'infermo , fenza valeríí delle mediciac, vo- leíse , che Dio gli refticuiíse la fanicá :Secondo, quando alcuno fi mece in qualche pericolo, dal guale lolo Dio puó liberarlo , come farch. be
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