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5409 Pignoranza fía colpabile, non incorrerá in que. fla ceníura, come dice Bonacioa vbi fupra, quafi, 21. pun. 1. num, 35. € Palao loco citato, hum. 11. 8 io lafciai auvercito di fopra, al principio di gueño Tracrato num 4. fag. 517. perche la profunziooe fuppone Ícicaza, Ó gran. de cemericá, dice Bonaciaa ; £: edendo in buo» na fede, ó ignoranza , quantunque fa vioci- bile, non w e teomerirá grande, ne ¿cienza: Adunque Ec, Conchiude il Pontefice la promulgazione di quefa Bolla delia Cena, derogando i priuile- gij, accio i Caí io efía concenuti non fijno af- foluti,e proibendone l'afíoluzione , e con altre cole , che laício aunertice nel principio del Trattato, $. 1.per toram,e per queño non é Con. ucniente il ripererli qui dinouo . Per fine,e corona di quelt'Opera m'é parío bene dar due auuertenze , vna a' ConfeBori,e Valera a'penicenti ; a'Confeffori gid ho ricorda. to fu"! principio di queíta Practica il zelo , la di. ligenza , € follecitudine, colla quale deuono impicgarí nella falocte dell'a0ime , 000 negan- do lore il pane celefte del Sacramento , per lor regligeoza 5 8 al principio della ftconda parce li elorcai ad adempire il loro obbligo; e nel de- corío dell'alera ho procurato qualche volta fuggcrire parcicolari auuercenze , fecondo che ricercavano le materie; ora mi e parío bene aggiungeruiquetta di nuono « Auuertenza prima a' Padri Confeffori . Oppo che il zelo del Padre Spiritvale ha D ¿todisfarto nel confefionario á tre Vé. «7 hcij,che ha, dí Gindice, Macfiro ,e Mcuico 3 ha da procurare, che anima, che inferma veane a'fuoi piedi, fe ne ritorai fornica, e proueduta di qualche buon Recipe, che fij ri. medio , Che la prelerui dal cader di nuovo nel contagio del vizio antico ; alcune ragioni pro- pofi per quelo fine nel Trat. 19. cap. 3.num.26. pag. 207. € ora prego, € Íoppiico per l'amore di Gersaá Chrifto Noftro Signore , che procuri- nocon fanto zelo incaricare a'penjtenti , che s'applichino ogni giorno per qualche poco di tempo allorazione mentale , fecondo la capa. cita, € dilpolizione de”penitenti, quaotunque non fia piu che me22'ora , d va quarto, ó al. meno nel tempo, che fentono Mefa; perche queño Sant'efercizio € la rugiada , e fonte, che feconda le piante di buoni proponimenti, acció non li fecchino ; e l'acqua ; che da falutare re. trigerio alla fete iorcriore ; € il vento profpero, co'! qualela barca delitanima ha da folcare il xericoloiílimo mare della vica mortale ;e la hueára , per la quale ha da eotrare la luce 11) anima, acció non viva fepolia nel! orridezza della colpaz € Panta rogiadoía del mattino, Trattato XP IIL. Appendice: che ha da ctemperare Pardor delle pafñoni :¿ ¡l fuoco diniao , che ha ad ¡afiammar la cepidez- za del cuor aggiacciaco +e il freno , che dene imbrigliare gli sfrenaci appeciti, e lo fproue, che ha da riluegliare dalla fouaolenza l'anima, e l'officina, ia cui fi ricrronano irimedij tueri per cueriá mali ; 8 € il compendio , nel guale fi race» colgono brenemente cucri i beni. La materia di guslto vcilillimo efercizio ha da effere fre. quentemente la doloroiffima Paflione del Re, dentore , confiderando con molra actenzione ja ciaícheduno de'ppoci quefte cinque cole: Chi patifee? vn Dio immenío , iofioiro, 8vc. Per chi patifcet per va vil verme, per me lograta crearua ra, 6ec, Che patifce? Tali,e canti cormenti, vilis petadij, dec, Come patifce? Con gran patienza, e priacipalmente con fommo amore, Etc. Pera ebé patifce ? per faluare la mia anima, per libe. rarla dall' loferno , ptr porcarla al Cielo, Bic, per darmi elempjo ; apprendi dunque, aoima mia , quef'elempio , ama chictento “amó : Pla tiíci per chi canto per te foffri , non offendere chi tato per tuo amore ha penaco, ézc, Queli, € Gili affecei hanno da cauará de queñto diuo.. cillimo elercizio. Anche qualche volca ha da pigliarí per maceria il meditar i nouiflimi , la ipanentolo pento della morte ; il rigorolo el- me del Teibunale djuino; la fublimi:a della Glo. ria eceroa ¿1 cerrori dellioferno, eli orrori del peccato , colli rmotiui, che difli al fine del Trate tato 16, Cap. lt. pag. 459. cr feq. Credano ¡ Padri Confeflori á Saoti, che tanto caldamence raccomandano queft' efercizio vtiliiimo dell orazione,come mezzo potentiflimo , per cui. care i peccati, e períoyerare nella grazia del Signore ,eguadagoarí la faluce eteraz, fine, e termine , al quale vaicamente dobbiamo al pirare ; e (e no"! credono, fidino va poco queíto uegozio all'ifperienza, ed efa jofegnerá loro chiaramente la vericá propofa. Auuertenza feconda per i Peoitenti. * Penitenti conniene ricordare due cole; A Yvna,che ( fcielgano fempreil Con. feflore pid idonco ; che (e perla laluce del corpo (fi cerca fempreil Medico migliore, none ragiontuole, che (fi faccia il contrario perla laluce dell'anima : Non folo fard cola ri« prenfibile cercarii Medico fpricuale men'atto, ma anche fará la Confeffioae nulla , fe ap. pofa fatca fi cerca Gile Confeflore , che ó per gofaggine non abbia a conofcre la grauezza de” peccati, € le loro particolari circoftanze , e gli obblighi di reftituire roba, fama, onore; 0 per la paffñione, che lo predomina , non abbiz da negare l'afoluzione, quando V'indifpofizione del Peníteote la demerica . L'alera cola , necel- faria da fuggerire a'Penicenti, e , che proci: r:20

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