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34 caro, credo; che anco l'auerei caciuto in alcre confeísioni, C, Saccufa ancora di queña volonti, che "avena di fare alere confeísioni , e comunioai male ? P, Si Padre ; di turto m'accuío, 18. C., Quefto e il modo, che hanno da te- nere i Confeísori nell'efaminare i Penicenci , che per vergogna hagno raciutoi peccaci, (2guia tando poiad elaminarli per iprecerri del De- calogo , € della Chieía, ioterrogando il Peni- tencteio cigícheduno di quefti su quelle cofe, nelle guali fogliono frequentemente mancare le períone della fua qualirá; ne hanno ragioas di rurbaríi , quando viene a'jero piedi qualchedy- no, che per grao cempo ( € confeísaco male; molto meno dirigecrarlo,come fogliono ral'eni poco flemmatici, e mandarlo ad efaminará,; prima , perche fono rari quelli, che ricornano vna volca rigerraci; e poi, perché fomiglianci perfone , che raciona i peccatí, comunemente fono gente di corto intendimento ¿e queli cali, dice il Padre Vaíquez, 8% ¡il P. Granata citati da Diana p 10 iras. . refol. 31. Hurtado dp. 10. de Panit. cap. 6, fol. 362.Non Ñ denona mandar via .quanupque vengbino Ífenza auer fatro Vefame Íufficieote; anzi deue il Confeíso. re fupplise al ditetco dell'elame, che manca,col!' interrogarli, fapendo benifsimo e' ordiparip quello, io che ponno auer n apcajo; $ aísol- uendoli ¡ocaricargli, che dinyovo efaminioa con curra diligrnza la loro colgicoza, € «he ri» trovandoyi qualche cofa di pid riternino vo'al tro giorno d siconciliarli; Pifieíso dice, citan- do Henriquez, Remigio, € alui ¡lN. R.P, Torrecilla vella fecoyda iwprifione delle fue Coyf. trat, 3. Coofult, 41. E per iíperienza ho veduto nelle Mifsiovi, che, auendo colle dimande , fe interrogazioni cavati dal cuoreá peccati d fomigliaori perío- ne, e dero loro, che fe poi fi ricopderanno di qualch'alero peccaro, rorninp a ricorciliar(, von barpo poj porraro al Confeísionale cofa, £he dirmi , benché con ogoidiligenza ( folsero elamipaci¿ De tanto aucriano confeísaro col merterui curra la diligeoza a lore polsibiles, guanto ne dicerano interrogari, % elaminaci dame. Per elgere la pelte pid contagioía , che infer- ta innumerabili anime, e le danna dipio, la vergogoa nel confeísare i pegcari 5 come lo pues: il grande, £ Apoltolico Spirito di S. lueenzo Ferrerio + O quam welti propteí vere- cundiara 1 confefione fiéta damuantur . Jmporca molto , €he ¿ Couf:fori con fagacicá , e de- iliezza , amore, e dolcezza dimandino (empre a' Penicenti fu'] principio della conf: Mone, le hanno tacipco aleun pgecato per vergogoa ; e le la períona € sale, che (1 pola toíperriare, che flia allacciata eco queito laccio del Demonio, Ejordio yb Principio fe le pocrá fuggerire queñt' efemplo , ehe qui pongo breuemente , per darle la .(pibta á bea confeflarii; e beoche fia molto trico , volgare, enon poco ripecuco ¿cuctavolra per auer faceo infinice connerkoni , € giuño , che ogni giorno fireplichi, , Nelle Croniche antiche della mia Seraffica Re- ligiooe fi riferifce , che viaggiando du: Reli- giofi del mio P. S. Franceíco , ed entrando in voa Chis(3 , per faryi orazione , v'incontraro. no wna diyora (al parcr loro ) e Principale Si» guora, che ad vnao di loro dimandó, chefi compiagele di confellarla; le rifpof< il Reli- gioío. che molco volontieri l' auercbbe fencica; emgarcre la fenciua oc! Confeflionale, fi ritiró il compagao ad orare in vna Capella ,da douc vidde vícire dalla bocca della Dama, che Íi confeflana, molci, 8 orridiflimi rofpi, eche vno d incredibile fpauenco venuto piú volce fan fulle labbra della Donna , tentaua d' vícirne, ma appena compariua Íulla porta della bocca, ch: fubico cirava di o0uoyo dentro la refta . Fini la fua confe ffione , ke appena riceue l'afioluzio- ne, quando tucrió rofpi, che aucua vomicaro quella ponera Signora, (altellando di nuouo gli entrareno ia bocca, e per la bocca qel fuore. Partirono dalla Chieía per profeguire il viag= gio i Religiofi, e nel camino racontó il Com- pagno del Confeflore la vifione auuca de'rofpi: il Confelicre fubito fefperó il mibiero + icots rargro acgierro, per ricrougre la Dama, e giepriallucgo , inceícero, che allora allora cra muerta di porte improviía . Si polero in oraziore per raccomandare la di lti anima a Dio; e mentre oravano c: 1 tut- Lo feruore, vicejo entrare per la por a della Chicía á cauailo á* vn Drago infernal: quell'¡a- felice Donoa, la quale da tuere le parti del core po buttana Íciocilie di fuoco ; ausua per cingo. lo alla ciorura wn'orribile wipera , che caftigg. pa le fpe bruecalicá; porraua per pendenti ar- raccati agli.orecchi due feraci Ícorpioni in pena de' canci oíceni ediriz le mamelle le ti crano tra. mpyrace in due bocche di fornace , che gerrana no fiamme fercori ia pena delle haarme ¡mpu. diche , che nutriva ancor viga pcl Ífeno;< fama me di fuoco orrendo erano i di lei cap: gli ía pena de naítri, e delli jorrecci di leca , e d oro, co'quali allacciava anime incauce in brut amoriz S'auvicino la Ígraziaca a ¡due Reli- gio(,e dilie loro : lappiare , che io fono qgucl- ja Donna, che or ora s'g confefíaca da vno di voi, € cbe la Giultizia Divioa m'há condanna, taadvna ecernicá di pene ¡ofernal: per le mie graui colpe di difoneíta ; e la cauía della o ia dannazione turca e tara P'auer caciuto le bruce tezzt comancije per sergagna , e jeti collocca- fione sibuona , che di voi mi giunfe di confef- larmi y derermingi di feilo ; cominciai la mia con.
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