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Propofiziome X L].Condannata : O fequentib. pal. 247. 377. Dico per quinto , che né meno fi con. danoa il dire,che, fe il penitente, ch'é in oc. cafione proflima di peccare , viene alla con. feffione con vn dolor firacrdinario , € propofi- co fermiílimo , potrd e/ser aísoluto + Lugo de Panit. difp. 14. Sec. 10. num. 151.€ Con Lugo, Laiman , Nauarro , Bauais , e Tamburino , lo tiene Moya nelle fue Selet, Tom. 1, Trat. 3. difp, 7. q. 5. num, 8. perche la propofizione condan. vara dicena , che il Concubioario non douena obbligarí á Ícacciare la concubina , per perde. re Pycilicá del regalo, efua affifenza : Acqui la nofira afserzione non dice quefto , ma alcra cola molto diferentes Adunque dec. 278. Aggiunge Lugo ¡br ; che il dolor fira- ordinario , e propofito fanno , chelaíci d'efser occafione proflima quella , che ananti era cale; V +1 poffit abfolui penitens , dice , quando babes ex. traordinarinm dolorem , €7 propolitum , bec eniw faciunt ¡am illam non effe occafionerm proximam; Et il Padre Moya dice, che, auendo fimiglian re dolore firacrdinario , e propolito + Potef Confeffarins , ¡td fe babere, ac [3 munquam talis panitens de occafione proxima domi retenta fe accu faffes : lo Rielso infeguai, parlando dell'abico di peccare mella 1. part, di quefta Prat, Trat. 10, num. 245. Pag. 249.COn queñe parole, Sempre che il penitente da fondamento di credere , che vita ne con dolore ftraordinario : v.g. fe viene con lagri.. me flraordinarie , 0 mofJo da qualche infamfto fuc. ceffo. d effendofí emendato in qualche cofa , e fatte diligenze , per vincere il fuo mal abito , d confefa fandofi in articolo , d pericolo di morte ; in queÑi cofí , col dolor , e propofito Araordinar:o , inter- ruppe l'abito , che prima auena , e ha da giudicarfi di lui per le confeffioui future , come fe alloraco- mincioffe l'abito+ Cosi lo feute in fimili , parlando dell'occafione proffima, Lugo difp. 14. Set?. 10, num. 351. in fimili etiam de occafione proffima l eruditifimo Moya Tom. 1. Trat. 3. difp:7.quef, 5. num. 8. con Laiman , Nauarro , Y altri: la ra. gione e ; perche , (i come gli abiti delle virta fi pera dono cogli atti contrarij : v.Z. l'abito della fede coll" atto formale dell'erefía ; cosd gli abiti viziofz per gli atti delle virid contrarier Atqui , Patto della pen? tenza , e dolore, e contrario all'abito , d coftume del vizio:s Adunque y, UC. 179. Quefto difi colle formali parole rife. rite nella 1. part. di quefta Prat, Trat. 11. nun. 214.8 aneado vedura quefta doctrina ¡il dor- timo P. Fr. Martino di Torrecilla, la riferi- íce, e cicandomi la fiegue nella 2. impre/fione delle fue Confulte Moral. Frat. 1. Confult. 17. ». 118.c queña medema dottrina contradice, « impugna il P. Fr, Emanuele della Concezio- ne vel fuo Trat. de Panit. difP. 3. q» 13.1. 2064 y feg. gid ho fuflicientemente riípofto alle fue obiezioni, e fodisfarro perfercamente a' fuoí argomeanti sella 1, parte Trate 10. NUM. 247» O $21 fequentib. pag. 249. € Ccosi Cello dal fondar qui nuouameote quefta doctrina , e fueragioni, e Autori , poiche tuerto potrd vederíi nel luogo citaro della Pratica , doue lafciai aleresi anuer- rico nel nm. 271. pag. 254. l'iocealione, che deue auere il dolore itraordínario , per inter- rompere, O diltruggera l'abito, e che non qualfinoglia Arzordinario dolore Piaterrampe, ma quello , Che fará tanto efficace , che fi pro» porzioni allintenfione dellabito , d coftume; elo ftciso ha da diríi dell'occalione proflima, proportione feruata , 280. Dico per fefto , che, quantunque ne ca6 di fopra meorouati, nelle conclufñioni paí late; v.g. quando loccañone € ¡auoloncaria, 8c io altri, che ho decto , pols2 concederá l'afo fotuzione ¿ aicuna volea peró lará neceísario, febbene poísa concederá , il negarla per modo di medicioa , O mofrare il Coufelsore di vo- lerla negare , nella forma , che diff nella 1.part. Trat, 9. 14D» L. NUM. 17. Cr fequent, pag. 294» accioche il penitente , vedendo, che co' fuoi peccari,e colla reincidenza in efli nara dali” occafione fi mette a riíchio , che gli G neghino le porte del Cielo ,e le chirui dell'afsoluzione, concepilca orrore a” fuoi peccati, e queño Ga freno a' fuoi diísoluti cofumi. Quefta mede- ma docerina infegnai parlando dell'abiro di peccare, nella 1.part.Trat.10.n4mM.272,p42,2540 enel nues, 273. 200€rcij , che qualche vola non fará queíto conueniente , perche puó con que. fto Ídegoarí il penitente ; e non elsendo jaca. pace dell'zísoluzione , puó els:re, che non fia medicina , ma veleno il negarglisla: Vedafi Co. lá; e loora tutco la dilcrezione del Confeísore fia quella , che , toccando il polí all'infermo, e conoícendo la fua colnpiéálbas , Bli applichi il rimedio ,che lard conuenience , per lanare la di laiiofermid, . Propofizione XLI. Condannata . E' lecito d quello, che imprella , efigere qualcbe cofa di piñ di quello, che imprelo , fe fi oba bliga d non ripettere il capitale fino ad un cera to tempo . 281. Vppongo primieramente, che il mus ruo é vn Contratto , nel quale fi trasleriíce il dominio della coíx ima preftara al mucuatario: Mutuum ef , quotex meo ficeuums El'víarad Pinterefle, che ( rices ue folo a titolo del murio , d impreftico + Vfu- ra el lucrura ex mutuo. Suppongo per fecondo , che per quello, ch 2 d'intrinfeca ragioné del mutuo , non fi puó pi- gliare interedo 5 pecché per if inuruo non ( puó pigliar jocerede: Adusgue ne meno per quello, che e di ragione ¡arrioleca del mu- tuo . , Hor Sop»
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