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516 Trattato XV 11: Spiego delle Propo/Bx; Cond» da: Alefandro Y 11, £ lá córraria e la códannata come improbabile jo queña propofizione 39.e con ragione ; per- ché , fe il Sacerdote fofle obbligato folo 4con- fefíariinel cafo detto, quando Pobbligafle la confeíBone, farebbe oziofo il precerto del Con- cilio , che dice, che quám primám ( confeflís Queñto non fi puó dire: Aduoque né meno, che que] quanto prima s'inteoda del tempo ynel guale il Sacerdoce fi donerebbe nell'anenire con- feflare 2 la maggiore e certa , perché ¡lSas cerdote per precerto Divino € obbligato á con. feflaríi per celebrare + Adunque, le nel cafo, che per inopia di Confeflore celebró con vo'arco di contrizione ;fofie lolo obbligato a confefiarí, quando di vuouo aucíffe a fuo tempo da cele. brare, farebbe oziofo il precerro del Conci. lio. 251. Dico per fecondo , che, quantungque quinon fi dichiari quanto tempo abbia da pal: fare , doppo che € finica la Mefa fin'al tempo, in cui fi dene confefíare chi la difie fenza con- ful one ; per non aner gubto copia di Confeflo- re; 0€ coodanniil dire , che in quel quam pri- múm fi puo intendere lo Ípazio ditre gioroi, come non abbia da celebrarí ananti, O ( tema mancanza di Confefore, fe non Ái fa avanti de' tre giornila confefione , come dice il R.P. Torrecilla nelle fue Confulte Trat. 2:Confuli. 9, num. 71.6 76. lo pero tengo, che Ínbito che ha finito la Mefia, le pnó fenza nora, ha da confeflaríi ; cica a fapor di queÑa dottrina Fil- gucira in Conf. Pontific. pag. 316. $. Hoc Sua: rez , Vaíquez , e Giovaoni Sanchez ¿lo ficfío fente con alcri Leandro del Sacramento part. 2. Tras. 7. difpo 7. quel. 53. Del medemo parere € Lumbier Tom. 2. fragm. num. 605. la ragio- nee , perche il Sacerdore era obbligato á con» feñarh Íubico, auanti d'andar a celebrare, le avena la cofcienza macchiata di peccato mor- tale : Adunqne altresi fará¡obbligaro a cercará Confeísore fubito fivito la Meísa , quando l'ha cel brata Ícnza riconciliarfi per inopia di Con- fe/sore ; efe fubico finita la me/sa non puo Íen. 2a nota , lara obbligato confeísarfi nel medes no giorno se fe non poteíse lo fieíso giorno, faia cbbligaro á farlo il giorno feguente , per- ché queño volle dire a mio fentimento , il Sa- eo Concilio con quelle parole quéám prima, guanto prima . 252. Dico per terzo , che qui non ficone dannano l'opinioni, di quando 6 dirá , che ye inopia di Confeísore, e quando fará la cauía vigente, ptr cclebrare con queña mancanza, fenza che preceda la confefone, benche fia la cofcienza aggtanara di colpa mortales Queña alserzione e chiara , e chiaramente coníta dal Tetto della propofizione tondannata , che folo tratta del confeísarí quanto prima quello , che celebro fenza confeísarí auanti, fenza condan- nar cofa alcuna , circa del quando (i yerj- fica: efservi neceflirá di celebrare , de elseru) iuopia di Confeísore : Adunque 1 opinioni, che eraccano di queño, non reftano condan- nate. 253. Da qui s'inferifce primieramente , che non (5 condanna il dire , ¡che mancando le par. ticole , 8: elsendo neceísario comunicar vr'inz fermo, fará queña baftante neceflicá per celea brare ¿e confacrare , coh acto di contrizione, quantunque fia la cofcienza aggrauara di peca cato mortale , non aunendo copia di Confeísos re > E” anche cauía baftaore lo fchivare grave infamia , che fi douerebbe incorrere dal non celebrare , 8: anche Pevicare lo Ícandalo ; E anche (ufficiente canía , le muore va Sacerdote fenza finire la Meísa, auendo gid coníacrato, jl douer integrare ii Sacrificio , fenza confefs far per inopia di Confeísore , Cosianches quello', Che, auendo cominciaro la Mefsa, fi sicordó , O acconfenci a quaiche peccato mor- tale, puó con vowacto di contrizione , fenza confeísari , profeguirla : Vide Bríseum Verb. Commúnjio Sacra.num. 31. Puo anche il Parroco ne' giorni Feftivi, acció il popolo non refti fenza Mesa, celebrarla fenza confefsará per inopia di Confeísore, facendo vn'atto di con. trizione, per giultificaríi dalla colpa graue, che ha fulla coícicoza ; con queño, che non vi ig alero Sacerdote, che poísa celebrare la Meísa al Popolo . Sic Palzo part. 4. Trat. 21. difp, UNIC, PONE. 12» MM 7, $. Quarta txcufatio; Pes ró , quantunque vi fia altro Sacerdote, fe il Parroco non puó fenza graue nota lafciár di celebrare, potrá farlo io queño cafo . 254. Sinteriíce per Íecondo , che ne mena Í condaona Popinione, che dice, che quello, che ha. qualche cafo rifernaro, e fi trova 0te cellitato a celebrare y lenza poter ricorrere 31 Superiore, quantunque abbia copia d' alero Contefsore , puo celebrare fenza confefsarí de eíso , facendo vi'atto di contrizione : Vide Dianam part. 9. Trat. 3, trefol. 11. Ma ió non aísenro ad quefa opiñione, quando il Sacerdo. te, che ha da celebrare, ha alero peccaro mor. tále non 1fernato , poiche deue conf fñará iq queño cafo co'! Cófedor Ordinario, e cos] fará aíloluto direété dal peccato non rilernato , de indirefie dal rileruato : Se non autífe alero ptc- cato graue, che il riferuaro, quantúnque autfle veniali, tengo per probabile , che non farebbe nel calo derto cboligato á confeñarí, eccetro fe il penicence giva:calle di non elsér fufficien temente contrito ; che in quelto cafo farcbbe obbligato per accidens a confelsarfi : Sic Leano der a Sacramento part, 2, Trat, 7. di[p. 7-qU4l. 37» 255. Sinferiíce per terzo , che né meno Á condanna qui il dire, che allora manca copia di Confeísore , quando e molto diftante , 8 els fendo queña dianza d'vna lega; 8 aucndoli dá
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