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514 Trattato XV 41, Spitgo delle Prapofiz; cond. da Ale Jandro V 11. di gran penitenza queili,che aperanno la Bol. la ¿ ma imporloro y che rificioo i cinque Alca- 1: Vedal quello. , che ho detro di fopra nella 1, parí. Trat-Q: Cap» qanNUM. 37» P4?. 210» Le parole del Decrero riferice nel:5-8. dico, che non oftaro , ne parlano del prinilegio della Bolla , ne delle fue indulgenze in quanto á que- fa parce, ma d'aleri lodulri: 3 e la ragione, perche derro Decreco 4 fpedi Penno 1678. € d'allora inquá il Commifíario della Cruciata ordina., che fimerra al fñioe della Bolla la cla0» fola gia riferica 5 il cbe non farebbe, fe derro Decreto dichiarafiz, che per la Bolla folo fi gua. dagnano l'indulgenze ne' giorni dejle Scazioni, che alegna il Medale Romano . 242, Sopra1i $. 9. sauuerca, che; fe lin» dulgenza concella 4 qualche Luogo, 0 Opera pia, noo fofle plenaria, non ( proibiíce in queílo Decreto ,che fi pofla gnadagnare mol- tc volie in .vp giorno perche il Decreto folo parla dell'iodnigenza pleozria ; Adunque non ha ua eltenderí a quello, che non fono plena- rie, efiendo , come €, odiola la rinocsziont del'indulgenze, € fanorcuoje la fva concefñio» pc 3 come con Suarez ; Silucfiro, QU aleri. dice Mendo in Bul, difp» 4. cop 6. num. 49. Perla medema ragione acne affermarñ , che; fe ¿di- veríe Opere foño conceñe. diflerenti indulgroze plenaric, bon fi proibifte, che quefe poliino pigliariiia vn giorno medemo , comefc in yn giorno vifoíle indulgenza plenaria per quello, che vilicerála Chicía di S. Giouanoi, € ve ne fofle il giorno medemo vn'alera per quello, che vilicafie quella di S. Pierro, 9 perquello che fi confetíaio, O comunicafle, Kc. Né meno fi proibiles , che quelio , che piglia due Bolle in vo'2050, polia pigliare in va giorno, vifitan. doi cingus Alcari, due indulgenze plenarie; come dice Lumbier Tom, 3, 14M: 104 2. Pag. 75%, Er anuerce, che anche auendofolo wua Bulla, fi prochri di far molce volce al giorno la diisgeoza us «itare glio Airari; (eo feo € delValere dudulgeoze ) accio le a caío nella pri- ma volta, non ( foficero facee le donute dili- genze, per couleguir Pindilgenza, fi procuri guadagorria nella feconda , O rerzas ed accio almeno d guadagoi jl merico, imperrazione, s fodisiazióne, che per: íe ha l'cpera buona, anche dato calo che nón li confeguiíca linda]. cozd» E fe alcuno dimandafle, per qual cavía € ne. cedario procorar di pigliar in. va giorno pid voice lModulgenza plenaria, deibaíta una , per perconar ibroa la pena donntaa peocari? if ponucro primmelármenee, per.queita; le acaío la covorflione deila prina indulgenza non fofíe legictima:s fecondo quello, che ho. derco di sopra an quejo Trate mum. 231»: Secondo , fe non hi forero tarre«le .dounte diligenze , per piglar Dinduigsoza la prima «volra ptr MAD- care alcuno de' Requiáci rifericidi fopra nel num 2373. Terzo, perche alcuni Aucori ten gono, che fi puo applicare Piodulgenaa pe modo di fuffragioá defonci , quantunque non fia ata concefía con quefta condizione , come puo vederíi nel Padre Diaz vbi fupra , Docum. 12.14. 4. propé fnem ; Quantuoque io tenghi il conrrario di fopra in quefo Trattato mum, 234 Propofizione XXXVIIL Condannata . Il comandamentofatto dal Tridentivo al Sacerdotes the per neceffita celebra in peccato mortale, diconfeffarfi quanto prima , e configlio , e non precetio » 243. Vppongo primiersmente , che quel lo ,cheha da ricenere 'Eucariftia, fe ha la cofcieoza macchiaca di pece cato mortale , € obbligato 4 confetflarí , come dice il Concilio Tridentino Sef. 13. £4P-7.€ in quefto caío fi comanda Ja confeílione , non per precerto meré vmauo, maper legge Diui. na ; come tengono Azorio , Enriquez , Hurta. do, Vaíquez, €e aleri apnd Barbolam in enm locum Tridentini, num. 5. Suppongo per fecondo , che il Sacerdote » che, auendo la cofcienza macchiara di pecca- to morcale , e necefficaco a dir Mela , e non ha copia di Confegore, puo fare wa'atco di con- crizione , € celebrare , e doppo confefarú quan. ro prima ; come.dice il Concilio nel logo cis rato : Quod fi neceffitate vrgente Sacerdos abfque prania confefione celebrauerií , quam primam con= fitcatur . 244. Dico primieramence, che il confeBarli quam Primim il Sacerdote , che, per non aucr copia di Confefioré , celebró aggravato di pec. cato morrale, e fece vo'acro di contrizionc, non ecoufiglio , ma precetro ¿82 il dire il con- trario e quello , che li condanoa in quelta pro. pobzione 38. perché quefte parole del Conci» lio foto precertiue;: Adungue non poano elle. re lolamente configlio , ma precerco ; € precet- to, che obbliga á colpa graue., per efier la má- cería grave; Psró, quancunque il precetto di confellará, per riccuere 'Eucarifiia lia Diuino, € probabile , che e folo Leciehaltico quello di confeliarí quam primim , doppo d'auer cele= braco quello , che diije Mella in peccaro morra. le, non auendo copia di Conísflore ; ita cum Lcilio., 8r alijs Torrecilla ¿n hanc propofitionem, num. 56. 245» Dico per fecondo , che non li condan- na l'opinione, che dice, che il Sacerdoce, che fi comunica , Come fecolare , fenza celebrar, auendo la cofcienza aggrauara di peccaro mortale, e non aucado copia di Confetore, $ inttaodogli vrgsace. necellica di, comunicath, pod
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