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506 Tratiato XV 11. Spiego delle Propofiz, Coud. de Ale Jandro Y 11. fecondo le Jimobine, che ha farto doppo auer tralafcjato di recicarlo » 209. Dico per erzo » che, ne menofi com< dann3 il dire , che il Beneficiaco , che tralaíció I'Víficio , fodisía al'obbligo di refAíruire cole limofine , che doppo dell'ommilone ba fateo, quantunque non fijao de' frueci , del Beneficio, ma d'alcri beni, O danaro fho: Ja ragione e, perché non e precilamente necefíario , che jl Beneficiaro , che cralafció IV fficio. faccia la reftituzione de” frntci fpeciáci del Beneficio, ma che pro farla con alcri beni equivalenti, co- me dif di fopra Trg!. 19. cap. 3. 04m. 62. pago 313» Ádupgue non condannandof in quelta propofizione il dire, che pro il Beneficiato lo- disfare all'obbligo di refticuire colle limofine, che de' frutri del Beneficio fece doppo l'ommif- fio: s dell'V fficio , né meno fi condannerd l'af- fermare , che pofía fupplirí, e fodistarí a queft” obbligo di reftiruire colle limofine, che il Be. peficiaro fece doppo l'ommiffione dell Vfficio, quantungue non fjao guefe limone de” fructi fpecifici de fuo Beneficio, ma d'aleri beni (opi, auendole farce con volontá, 8 inrenzione al- meno interpretariua di lodisíare al uo obbligo con cali limofine , Propofizione XXXIV. Condanoarz . «Quello , che mella Domenica delle Palme recita PP ficio di Pafqua, fodisfa al precesto . 310. Vppongo, che nel Vfficio Diuino MY Ponno confiderarí due cole : l'yna, € la foflanza, € laltra il modo: la foRanza € , che ( recicino (ecr'Ore Canonichez il modo, € il rito , co'l quale hanno da reci. car sf in gueño rito f ponno altresiconíi» derare altre due cofe ; )'ena e la quanticá delle Ore, che hanno pih ,d meno Salmi, ó Lezzio. ni;e Paltra e la conformita dell*Vfficio co'] tempo , O giorno + v.g. 1'Vfficio della Sercima. na Santa ha confopanza , € fignificazione alla pafione di Chrifño Giesh ; quello di Paíqua a' juoi trionfi , e glorie , ec. 211. Dico primieramence , che non fodisfa al precerto di recicare Pvfficio Dinino quello, che nella Domenicha delle Palme recita Vf. cio di Paíqua di Refurezzione ; de il contrario € quello , che formalmente fi condanoa in que. fa propofizigne; perche, quaveungue jo fo. fanzal Víficio di Pafqua fa Víficio Divino; pel modo psrd, e fgnificazione dice ta) difío. napza co'l glorno delle Palme, che fi manche. rebbe grabemente a] precerto di recicarlo , (6 ¡n quefto giorno £ dicege IP Víficio di Paíqua; e guaniungue lia vero , che il mancare nel modo del precetto, molie vol e peccaro venjale, guaudo pero la fignificazione € grame, fará peccato, mortale: v,g. par cola leggicra il mel. solares nel Calice vna goccia d'acqua per con. facrare , e ciómon oftante , ilmancar jo queño larebbe peccato mortale , psx da grane Ggojh- cazione, che ha queta cerimanias Or gome y Víficio delle Palme fia ¿n Ggoificazjone della Paffiove di Chrifo, £ quello della Palqua in figoificazione delia fua gloria, sdgado ranto dineríe , £ graui quelte hgoificazioni, lara col- pa morrale ,e non fodisterá al PrES£rLO , reci. rando ) Y fficio di Pafqua nel giorao della Do. ménica delle Palme , 212, Dico per fecondo , che, quantunque quefa propobizione condannaca pon parla ja termini proprij dell'WíGicio degii alcri giorni, ma folo di quello defla Demevica delle Palme, e Paígua ; curta volta ha da cenerí ,che (eme pre , che vo'V cio ha graue , e dinería Ggnif. cazjone da yo'alero , von Á [odisía . recitando P'rno per Palrro ; e cosi ng acil' Ayuento , ncia turca la Quarcáma , 6 lodisferá recicando 1'Y£ ficio di Paíqua,o quello di Pécecofiesla ragione £.psrchg l'Y ficio di Paíqua,e Pécecofte hanno per loro Egojficazione la Reíyrezzione di Chris fto,e ysnuca dello Spirico Sáto;e queljo dell' Au» henco, € Quareñima,hanoo figajficazione melto diuerías Aduoque noa f porrá fodisfare nel tempo d'Aunento , O Quarefma sol! Y ficio di Paíqua , 6 PeorecolBe : lo feÑio dico delle Dos meniche di Secruageima , Sellagefima , e Quia- guageíima , e di alcri giorni parcicolari dell áono , ns quali á celebrano alcuoi Mifterij Gino golari, 313. Dico per terzo, che non condaong Vopinione , che dice, eche il giorno , in cuiha da dirfi l'Víficio delia Domenica, d Feria ,fg firecica di qualche Santo, 0 al conrrario ¿6 d'rn Santo per vo'alero, ( lodisfa colla foftan» za. del prececro, quansuaque, fe 6 fa fenzg cauía , lará peccato veniale, econ cauía nion peccato ; perche oon fi manga (e mon al modo, éc al modo , che noo concradice ad alcuna gra» ue igoificazioge : eche quefto non ( caudan- pa, € chiaro , poiché l'opiniane condannarg parla dell Víficia di Paíqua nella Domenica delle Palme : Sed fic eft , che la nofira conclus fione bon parla di quelto , ma d'aleri Vfcij, € giorni: nel che la parica e mola divería; Adun- que fi potrá fodistare alla foftanza del prececco, recitando in giorno di Domenica , 0 Feria 'VíBicio di Santo, dz al consrario ¿4% ia giora no d'vn Santo, guello d'vo'alero: Sic Tort6s cilla fopra quefia propolizione 34.1m 52. Vedali lo detto di fopra al Dialogo Tale 1 2= 64P. 3 +1» 91. O feq. pag- 319. 214. Da qui suoferiíce, che il Bencficiaro, che la Domenica deile Palme dice 'Vfficio dí Paíqua € obbligaco a rebicuira la pagre de frurciad eo corrifpondences pesche quello, che non lodisía al precerro dell Véficio, ,.€ 0b- bligaco reflicuire 1 frucci del Beneficio corrió popdepti ad edo; Arqui, quello, che dice as! gioruy

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