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462 la propria, nella fua anima: Oh' che mutazione orribile ! 'anima íva , che prima era tutta pie. na di Dio , ora € tutra occupata dal Demonior Dio con fommo fuo guíto la pofledena,la mira- ya come figlia , fi drgvaua la fua bontá '<f: ferle Padre : ora pofedura dal Demonio e das Jui traccara come fchiaua ; la fignoreggia come Padrone ciraono , ela tiene ¡nceppaca co'duri ferri della colp2: Non € meglio Siguor mio, auere in fua compagnia Jddio, che viucre ac» compagnato dal Demonio? Vuole V.S.cuus Dio ha luo Padre, ó che fia fuo Siguore il De- monio 2 vuole efier figlio di quel dolcifimo Sis gnore , o effere íchiano di quel languinario Tis ranno f per ipeccari commefli há V.S. pería la liberrá deGderabile di figlio di Dio ,e G € pofta nell'abbomioabile fchizuica del Demonio ; per vícire da e funello caccivaggio, Ene celiario pentirfi de' fuoi peccaci; pianga ,efenca la fua milería ; con queíte lagrice abbandoncráil De- monio la fuz anima, e Dio rientrerá nel fuo cuore . Oh' mio Dio, che fiolido fon mai fa- o a lafcisrui! che pazzo ad offenderui ! mi fpiace d'aucr offelo la voftra Sourana gran: dezza a 5. IV. dl tormento , che caufano i peccati nelPora della morte . 11. E aueñe Phuomo in vica i lumi del vero , che aucrá acllora della mor- ce, non ( lalcicerebbe si facilmente dietro «el pecearo . Toganna la paílione, allu- civa il Demonio il Criftiano , perche von sp. a gli occhia confiderare le Árerce, alle quali há da ridurlo il peccaco , che fenza riguardo com. merte; non rifltere Y ni , Che ha da morire, il nonrifleccervi. lo perdes Non conúdera adcljo quello, che doppo gli ha da aunenire ¿€ doppo gliauperrá cio, che ora non rucl pen- farc: ob che anguític! che rimori! che pene caulano nel morire i peccati, che lcoza cimore fi commifero in alero cempo! Sábcue V.S. che ha da oorire, quancungue fi Ga fcordaca di quello palo; ha da gioager ad vo'ora, nella quaic oppretia da morcale intermicd, (1 vedrá a gli vicio: 4 pe riodi della vica :allorá le verraono a memoria igiuramenti, le befiemmic, le ma Icoizsoni, le detrazioni, le parole indeceaci, che ha detco io íua vica: equaaco 'hanso ad auguftiare in quel patio ? coo qual coufuñione le auwá dl cuore, hoda cou:parice alla prels “za di quel Sopiemo Giudice , quale colla mia lio. gua facrilega ho olrraggiazo, profferendo il fuo Santiflimo Nome finza riíperco , 0€ riue- reoza alcuna ¿ aliora le le pareranao auanci bruccalica, le laidezze, i palacempi illecicis ra íono quei (paíli fuggicini, che idropico appe- Trettato XV. Dialtri flatiseo Y ficij pS . ciual'apprtico € 12 fece ¡olaziabiic? oh mai ledetci guñti, che roca patíarono, eche crudelmence tormentano- ora il mio cuore! Ora conofco , che fuzono pillole dorace , che portas uano rollicoía amarezza focco apparence linia cura di dolces conlumoíli ia vn lampo quel! appecibile appareoza , 8% ora (1 diffunde l'ama- rezza vell'animar ahi, quanto tormentano la Spirito i .peccari ¿Che fenza riguardo commile il cuore! ahi miíero me, che ho peccaro ! - ha mericaco l'inferao , ho difgutaco il mio Dio ;6 non so, fe la ua pierd m'abbia perdonaco, ptr- ché non so , fe mi fj confeflaco bene, non só fe abbi auuto vero dolore de miei peccari: Da le mai li aucísi. commeísi! Srolido ero fevza giudizio , € ragione , poiché mi Ícordai di que. flo ponto, non confiderai l' aoguític, cbus m'auevanoa recare do quetbora le mic ini. quitá.. 6. V, La confufione , chenel Tribunale di Dia € nferanno i peccat; . 12. * cola dura auer per inimico dichite raco lo fteflo , Che ha da eler Gil. dic: d'ena cavía; $ € ponto pino» fiísimo ,l'aucr iogiuriaco quel Dio, che ha da elsere Giudice dell'3nima nelia canta importan. ciísima della faluazione , O danazzlone ctsroaa Quello, che liciga nel mondo qualche cola, ceuta tutre le firade, per auer fanorenole il Gia» dice; e tracandof il begozío dell'eceroa Íaluce, O teerna perdizioue nel Tribanale di Giesd Chritto,noa folo ha V.S. centaciimezziop- portuni, per renderí graco il Giudice Diuiao, ma policiuamente ha procuraro il fuo ídegao; O' pazzía de' peccacori! cauca follecicudios as negozij della cerra ,c canta fonnolenza ia quel. li del Cielo ? 13. Nel fine , V.S. ha da efer preíencata alla preíenza del Giudico Supremo, come 1605 Coufideriora a bell'aggio la confutione, ché auerá da foftenere auzuca la cerribile lua faccia. Come olerá vna Donna adulrerá comparif auaoti Íuo marico, che há [coperco , € su4l dí lei adulterio 2 Sposó Dio la lua anima oc! $a9- co Bacceimo, ha rocco V.5, la fede giuraca d Spoto si Sacro , non ignora la Diuina Sua Mat. ftá il corco , che le ha facto ; come aucra animo d' andare alla (ua venerabile prefeoza ¿ che rio ciclo conto le ha mai da dimandare quel uerilsimo Sigoore! Dimmi , gli dirá, Cri- tt hiaso Spurio, perche m'abbandonaiti ? parche aA ¿cho forá recato qualche danao? ho foríi caricaco d'obbrobrij, 0 contriltato con iugiuric ? e'ho daco qualche occafione d cl fermi infedele? Non c'ho caricato di mille Dé nchcij , fanori, e grazic ¿ da quali leggi iviqué appreds

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