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EJortazione per muouere al dolor de” percibi» fcelofulla terca a liberare gli huomiai dalla ei- ranoica fchiavica del peccato ; e non merica mi. nor afíecto per il modo , Co'! quale yenne: po. seva venire in forma impalibile, immorcale, con grandezza , e Maeltá, con pompa , ric. chezze,cfalto; e venme morcale , e pañibile: venne pouero , vmile, vilipsío , e difprezzato da' mortaíi: veone naícendo ja vna pouera gro» raglia, in vn diroccaco Prefepe : venne foggetr- randofi ¿Winclemenza de cempi, alla rraícura- ta cura delle fue creature : venne foffrendo per- fecuzioni , otbrobrij, fcherni, inginrie , po- vertá, fame, fere , aníie, fariche , dolori, pene, e cormenri +fb il corío rutto della fua vita vna £ontinva agonia di pene ; vna proliffa conti- nuazjone d'incommodi; vo longhillimo eferci- zio di pazienza , 7. E finalmente, gionto agli vlcimi periodi diíua vita, mofiró piú il fuo amore; non 6 Ídegao di comunicare la fua celeftial doccrina aglihuomioi: tolleró da efli crudeli ceolures Senti tacciarfi di pazzo , indemoniato , pecca- tore, beftemmiatore , traditore, e fediziolo; gionto al cermioe di nanjeare oceano amaro della na Santiffima pañione , pofe in moftra la fintzza del fuo afícero 3 Verso ¡ipreziofi coraMi del yo Sangue Santiffimo , viuiffimi reftimooij della Íuva acceía cari:á : Che fono le sferzare , le (pioe , le guanciate, gli Íputi, e tanta furia «'obbrobrij, fe nen tettimonij euidencifimi del fuo amore? lo guardi ella pendente jo quella papcifiima Croce, confcconi con duri chiodis Chi, o Signore, wha inchiodato sú gueño fa- lutifero tronco? Il voftro amore , la voftra bond, la vofira clemenza; oh bontá fenza ter- mine ! Le mie colpe fono fiare la maceria, dal- Ja quale ti fon formati queñii chiodiinfangui. vati: Colle braccia aperse fá Dio in quel Sa. ero legao , pst ricenere turco dolcezza 1'i!teo peccatore., che ha crocifiilo : Alzi, alzi V.S. gli occhi,ed obcrui, che lo mira per riceuerlaz € giá molto tempo, che la ita aífperrando , ben- Che V,S. fempre lia tuggita da' fuoi dolci am- picíl : venta la (pa crafcuragine , pianga la fua meracicudine verfo di tanta bonta , non v'é ja. fotcunio pida lagrimeuale , ene a'aner offelo va Dio tanico amabile , 8. Per gli eflecci Sacrofanti di quefti foprani beneficij puo convictrá qualche poco lPimmen- ía bonta del Signore, la quale io le hefla € inf. Nica , degoa d'efier eeernamente amara ¿e non meticcuole d'effere sibruccamence offefa. Tuerca la perfezione , bellezza , e bootá delle creacure € participata da ele, € in efe dimanacra dalla toute copiofillima della Divina Bontá : la bel. ltzza de” fiori, Pámenitá de praci, la candi- dezza dell'acque ; la forrigliczza dell'aria, Poro del fuoco, la varierá de' frueci , la dolcezza del'api, la chiarszza della luce , ¡ raggi del fo. ls, lo fplendog detla Luna , i fulgori delle Scclle, 461 il corío de Cieli , e ficalmente tutra la (pecioh tá delle crearure pid vagtre, tutto e vaa quaíi iadiuifibile particella di perfezionte, che comu. nicó loro il Sommo bene ; il quale eminente. mente contiene in fe in grado fofinico cutra la bontá , che participo alle creature : 1! Bene in. finico ¿amato necefariamente da'Beaci , per che da eli e chiaraméte cono(ciutormó l'amano jo qnefta vica i mortali, perche non applicano á conofcerlo; 8e V.S. 'hiof:(o, perche non ha coníiderato la Bontá grande, che oleraggia- La; la confideri ora , e riflerca , che e da feocicá in lommo l'autr abbandonato yn Dio cotanto degao d'efler amato!, par dare il fuo af:tco ad vna vile creatura ; pizoga l'inconfiderazione> Ína ; 6 penca del fuo errore; 8 abbia gran do- lore d'aner commeño peccati , 00'quali ha dif. guftaro Dio , $, 111, Motiui per P'attrizione de* peccati, 9: E V.S. porta amore alla foa anima, e coníidera lo ftaco milerando , á cui la riduce il peccaco , fard ioten- fiffimo 11 dolore ,' che le cagionerá il veder la lua anima in taora mileria , E* il peccato mor. tale [pada caglience , che da all' aoima barbara morte : Homo per peccatum occidit animam fuam, diíle il Sauio Sapient.cap. 16: Priua la mortes temporale il corpo dell'anima ;e priva il peca caco Panima della grazia del uo Dio: oh che perdica lagrimenole : Refta il corpo perdá fepa. razione dell'aoima cramucraco la vo tronco, immobile, bracto , orribile, pa£o de'vermi, cibo della poluere, e terra : refta l'anima fcenza la grazia Diuina diforme , abbominenole , Or-= renda ,e fchifoiffima: Se (i coglie al fepolcro la pietra, che ricuopre il cadauere , che orrori Icoprono ! lá fi vede , marciume , puzza , € ftCa ore, eció, che fenza grans noia hon puó ri- mirarfi: Se fi Ícopriie la pierra del corpo, € mirafle anima morra nel peccaro, non vi ía- rebbbero occhi, che potellero foffrire la di lei fedicá.Iotollerabile e la vita d'+n Demonio, che in vn'cempo era si bello, che ricreana a timirar- lo; e imagine del Demonio fi mira fcolpica nell'anima , che fta in peccaco motcale : ó che vifta [pauentoÍa ! 10, Poffedeva Dio la fua anima , quando ! anima viueua colla grazia di Dio: Era il di leí cuore Troú0 gratifíimo del fuo Crearore; Ma acconfentendo al peccato , co'l quale perdé la grazia Divina, forcció dal fuo interno Iddio, y'alienó dall'acima Sua Diuina Macfá, 8 tn. tró á poffedecla il Demonio : Es ingre babirane ibi. Luca cap. 15, v, 26: Víne Saranafo allog- giaco nel (uo cuore: e ilfuo perco ricerracolo di quei Spitici infernali ch'earrano , come ñ Cde 4
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