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d46s zjove perferea ¿2 Valera concrizione imperfecta, che4i chiama aterizione . 2. Contrizione perferca Ef dolor de peccatis ajfjumptus propter Deum furame diletum , cuna propofito conftendi , € non peccandi de catero. Coarrizione imperferca , O acrizione , ef dolor de peccatis afumptus propter feditatem peccati, vel timorem inferni ,£c. Voa dejle due é necefaria; £qualíuoglia delle due bata per il valore ,£ per il frucro del Sacramento della Penitenza, quantunque la coatrizione perftcca fia pio Écus ra. Ma s'auverta , che J' aurrizione maturale nos bafta ; € necefíario , che fa fopranaturale: acurizione macuraje e, il dolor de'peccari per qualche motivo asturale : v.g. quello, ch'anele dolore de' fnoi peccati per Pinfamia , che glie ne fegpica , 6 perche lhapao privaro della [a. pita , roba , O alere cole ter porali, (fi dice, che Ja íua aterizione e narurele ; e queña non ba- fla come dif nella 4. part. Trat. 10.200.223- pag. 245. 5. ll Morini per la Contrizione de'peccati, 3- CG . Tutti quelli, che peccano , fono ignoraari , dile , eflendo Genti- m8 le, il Filofofo: omnis peccans ef ignorans; perché non vi farebbe al mondo ne pur 'ombra del peocaco , fe il peecatore rificc- cede allimmenía bontá, che co'l fu peccaco ofíende : 'huomo pid [apio, $ accorco , quan do pecca , 6 merte vel numero degli ignoranti, poiché non conídera chi e quel Dio, che gec- ta dietro le Ípalle co'l fuo peccare . lo quetta raccia € incorta V.S. poiche há peccato : grau menteccaggine € ftata offendere il Sommo Be- ne; de e forzoía necellica di (entire le colpes commefle contro vna Macflá cotanto ama. bile . 4. Ha offelo V.S. il fuo Dio, che la creó dal nulla , potendolz lafciare nello Ñaco , doue fo. no rimalte mígliaja di creacure poflibili; € la pole nello ftato dell'efiftenza . Non (i conteocó Dio di folo crearla, agginoíe yn' alrra grazia fingolare, Che fú di farja huomo dotaro di ra» gious, poteado farla Bruro, albero,pianca, pis» Era terra , verme rile , e fchifofo: la fece huo. mo, che € lua imagine, capace di goderlo eter. pamente:pocena crearla cieca , muta , lorda, monca , diforme, fiorpiata, facua , e con mil) alero imperfezzioni; elá tormo perferciliman, 6 nelle porénze, € ne fcofi., Porcuna crearla trá Ba».bari, Georili, Turchi, O Erecici. ela creó fra Caccolici; poteua privarla di vita, faado ancor rinferrata nel veucre di íua Madre, ele dicde vica , tempo di riceuere il Santo Sacra. meuto del Batiehmo . Le diede la vica, e glie ha couferuaca fia queitora ; 8 in che Y4S, Tratrato KV 1. D'aleri Seati y 29 Y fficij particolari . lia impiegaza 21'hd impiegaca in ofc..derlo, 19 pagare con jogracicudini canti beneficij, Ín> moltiplicargli jogiurje in ricompenzadi tante grazie; pocena la Diuioa Sua gia flizia farne la vendetra , che mericauano i pelfimi fuoi erarci: poreva , fenza farle alcua torto , auerla gid condannaca all' iaferoo . Ma, oh gran pietd,e bontá di Dio ! ha tolleraca l'ha-fofierra fino d queft'ora . Reppliceva V.S. off-fe a Dio in ri. compenía de'ímoi beneficij; e Pimmenfo fuo amore ha ricompeníato le (ue offeíe con nuoui fanoris Ob” quanio deuc V.S. fentire l'autr of. feío va Dio si amabile?! 5. Non s'e contenrara la benignitá del Si. goore d'aucrla folo fofferca , e diffimulaci gl'in- grati fuoi tracci ; ne folo fi contento di perda- nar gencrofo a chi pentito gli chiedé merce ; esgiuog: il ívo amore maggiori miflericordic; chíama il peccacore , quando queño di lui fi ícorda : non ha V.S. veduco fra Porride tenebts del Íuo peccaro rilampi di luce celefte , ch'en. rranano á dilinganuare il cieco fuo cuore ? Che penía fofiero quei lacracci della propria co. Ícienza ? quei riíalci del luo incerno , le non vo- cidi Dio , che lo chiamaua , perfuegliario dal profoado lecargo «della colpa? Correua Dia diecro alla dua apima, queado la fia anima fuggina da Dios Gridaua Dio al cuore, quan» do il cuore gli ferraua ¡a facciala porca, per non vdirlo +-Infondeua Dio raggi di luce nello Spirico , quando lo Spirico volena viuere fepols ro nelle renebres Ob” Banca infioiraloh Sigoors, guanto é majgraude il vofro amore! Autte forí bifogno , Dio mio, delle creacure? No; aozile creature fono quelle , che non ponno relpirare Íenza la Voltra Diuina afíltenza: CO» me dunque difapplicare le creacure si poco ap- prezzano ,c fltiaano la voftra potenza ? Per- ché non coníiderano la voftra grandezz2 ; co- me l' Onniporenza voftra pracica eccelli cali colle creature? Perché fono infinice Je voltre mifericordie.Chi € dunque quello,che non frata jorenfillimamence l'auer offcfo si Sourana Bon» ca? 6. Sedelidera V.S. conoícere la prandezza della Boota di Dio , ponga gli occhi nel San- ciílimo fuo Vajigenico Figlio Girsú Chrifto Si. goor Noftro: Confideri, ch'edtudo milera- mente perduco il mondo dal peccato , ferrato il Cielo co'! ferro della colpa , el Inferno aperto peringoiarfiii peccacori, fchiaui di Saranallo: diípofe la pieca del Signore d'opporli a canti mali,e ripararliz e portado fario , O condo- naudo graziolameoce i peccac:, ó suuiando vo* Aagiolo per fodisfare , non (i contento di que- fto il fuo amore , volle , che il medemo Figlio di Dio venifle in perfona a ripararci, e redi- merci: Ob' abilo di pierá! Per laluare vo'10- grata creatura, viene Dio cffelo al mondo? Grand amore merira il Re del Cielo, e -. 1ce:9
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