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436 none sale, :fecondo che difli nello fpiego delle dette Propofizion: part. 1. della Prat. Trat. 10. nu». 82. pag.224- Sicche auendo intenzione il Re di dire, che l'Accuíatore, che lo denunzió ui deliteo oceuleo vero, mebciíce praricamen te, pon concranerrá alla condannazione d e/se Propofizioni. Veroe ,che; fe il Reo puo difenderá dal! Accufatore, e cooferuarí judenne , fenza op- porglila bugia, deue farlo; e opponeado- glicla noo deue farlo con aoimo d'infamario, 8: e obbligato alle limitazioni , che circa del ceftimonio ho detco nel cafo precedente nu. 835. - 89. P. M'acculo Padre, che in voa occaño. nen appellai al Tribunale Superiore d'vna (ea. £ 22, che contro di me á falmiad nel Tribuna- le teriore. C. L'appellazione e concefa al reo dali, Legge nacurale, quando gli e farra ingiofiizias e í credendo con buona fede , che gli (ia farco toxto, s' appella, con pecca ; e le lo fa con ma- la fede conoícendo la giuftizia della Seatenza, col finefolo di diferirla . pecca gravemente, €s de :: efer condannaro Íubito nelle (pele, comes di. : il Tefto Canonico cap. cum appellatronibws de appellat:onibus 1 6; perche l' appellazione non € ft:ta introdocrta a diffeía della malizia, ma per ritagia dell innocenzaz come dice la Glofa e cocap. Non ena fuic inuenta , DE effes miguicacas defemfio , fed imnocentia prefidinm . P. A me pare d elermi appellato coú ra. gione . C. Doppo della fenteoza s' offtrirono a V.S, f2-:ioni, O lafiromenti. O ceftimonijnuoui da, a «gareauanci al Giudice Superiore ? Perche, fe RA fe:o rali, che fi credefle , che il Giudice fuperio. r< rinocberebbe lx prima fentenza , e fenza dub. bio , Che farebbe lecica Pappellzzione , P; Padte , nón mi froflesíe cola di nuouo, ouvanrunque aveííi fperanza ben fondata, che doucñe il Superiore riuocare la prima fenten 24. C. S' era dara la prima fenteoza, feguendo il Giudice l'opinione mevo probabile ? che, quan. runque ha condannato, che pofizil Givdice € adanoare con opinigne meno probabile, (e po portato da paflione, O errore. d ignoran. za, condaoaade con fimigliante probabilicá, fa. rebbelecito appellaríi della fua fentenza , P. Abbenche á mio fauore v' era opinione probabile, peró il Giudice operó con opinione r:ú prebabile:, O almeno «' rguale probabi. Jia . - €. Quando il Giudice dala fentenza, fe. guendo !' opiniont piú probabile, O vgualmen- te prebabile, fente con Ledelma Vilallcbos tom. 23. trat.16. dific 8.1. q, che il reonon puo ap peliarira Mail comisario ciéne con Torriano, 6, Trattato XV. de Minifirs di GiuPizia altri , cosi nelle canís criminali, come noté cinbe li, Diana part.3. trat. refol. 104; dicendo, che, quaucua que il Giudice abbi fentenziato , fecon. do Popinione pia probabile, puó appellarG dal fuperiore con opinione meno probabile , go. Dirai conrro jusfo + E' condatinaco de Papa Inoocenzo X!.aella propofizione (econ- da il dire , che 11 Giudice potta giudicare (econ. do!' opinione meno probábiie 3 il che s' incebde cosi del Giudice inferiore, come del Superiores adunque, fe il Siudice Superiore , al quate s'ap- pella, hada giudicare fecondo 1' opiuidne pik probabile,fará feuftranea [' appellzeione., ch: fifa con opinione meno probabile; « efeadoá friuola , fará di quelle, che condanna la Leges Canovica cap. cum appellacionibus frinolis , de ap- pellationi, in 6: Rilpondo primieramente , che queia obbiezzione non ha forza alctina nélle caufe criminali, perché ia efe puó il Gíudice fenctenziare a fauore d:l reo, quantunque fia con opinione meno probabile , come difii nello ípiego di quefta propohzione feconda condan- nata oclla part.1.della Prat.tra ¿10 n.2.4-pag.21 5, Riípondo 1 fecondo largo parta di dogo forte di caufe criminali, e ciusli, che come i gia. dicij delli huomini fono tanto diuerk , l'opinio. ne. Che al Giudice inferiore parue pid proba. bile , la giud:cherá for meno probabilei1 Gia- dice Superiore ;e quella , che 1' ¡nfériore glwdi. có per meno probabile, la terrá per pid proba- bile il Superiore ; aduwoque non G proibiri al reo, ne fi dira che s'2ppella frinolam-bce, quin. do lo fa con opinione probabile , ptrche, quin. cunque nel derame d' vn Giudice fia parla di miaor probabilicd . pud peró auerla maggio: re nel giudizio del Gindice Súperiore, 91. P. M' accuío Padre, ch eMéado vá vol. ta ligaco coo Scomunica maggiore , mi cicáró- no ín gindicio, de io »i comparui . C. Era Scomunicaco colerato, d vicando? P. Ero Vicando, C, Aucua Procuratore idóneo , per mezz0 del guale porefle comparire . e difeaderí 2 P, Procuratóore noo mi mancáud, ma ñons póteuó appieno perfuzdermi, che dovéf: ditea- dermi con quelia eficacia , colla qualé du: fare io. C. Cola chiara € , e deciía ne' Sácri Canoni, cap. inselleximus , de iudicijs, che il reo puo € deve comparire ía giudizio, quantangue Ñl Ícomunicaco, nón folo nella cauía della íua Íco- munica , ma zuche in qualtinog'¡a álerá ciúile,Ó criuswale: Ne videatur de fúa malitia commodum reportate, dice ii Tefto, E anche 1a Glo Má 105 pero , le pofíá cowparire per e, ó per mezzo dl Progtiratore , e dubbialo tra Doctor: SÑtOMO alorai che debba ril pondere per mez20 di Pro. curdiore, € Cita per queta opimon: Diaos par 5. trat, 9 ref. 181. Hurtado c<Auia; AS poro uga alsérilos ta! opiaione añolnta a m

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