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434 fsno ba peecato seviale per 1agioue del mo- do ,f prona; perche nell'víare Pamáibologiía «Persa nop y e bugia 3 come difli nella 1. pare. della Prat. Trat. 10.0. 82. Y feguevt. Arquí ia guefño calo puóo imporí vn delicro falfo con eguinosazione , 9 amábologia efterna : Aduo. que poa mentirá , e confeguentemente , DE pec- eherá yenialmente . E " Jidubbio , cbe pue eflerni , € , fe il reo porrá con givramento jo:porki il delicro fallo per pau ra del vormento graue. Alcuni Dotcori dico po, £he non puo faro; Ma ¡o fuppofta la probabjlicá della (corenza riferica, che dice, che il reo puo per emor del grane cormento io porí feoza guramenco il delisto falío , nou ubico, che porra faslo , guancuague fa con givramento cdo ciene Trullench. Tom. 2. lib, 7. cap 340, 4ub.7. nui. 3» ¿nfne, E alcris La ragiope e, perche. (e aleuna cola oltafle che il 150 pon porefle impork il delicro falío con gjuragpento , €, perche farebbe Ípergiuro : Ac qui pyo farlo fenza eger fperginro; Adunque nience ofterá che il 180 pofía con giuramenpta iwporá id odeliwo fallo: La mipor fi propa, y eche ipergipro € quello , che givra lo bugia; e quello ,che non ginra in bugia mon € [per ginro: Sedfic ef, che il reo pudo imporí va ficiiro fallo fenza bugia, víando l'armábolo». gia sfterpa : come ho decto : Aduoque pocrá il Bso feuza efcre [pergivro impgrá il delicro tá fo. 83» Mi dica ora, doppo del tormeoro non norogrono vo'alcra yolca ad inrerrogarlo del gia rupofto 3 Perché , per preíusnerá «fer vio. lsura la conteffioae, che fa il Reo nel tormento, dinyoyo y interroga del derro , per vedere le li. beraments confefía quello , che auznti ha Cono tlazo per violeoza, Pp. di Padre, ripigliarono wp'altra wolca la niacontefone , C, E Y.5. patifico la feconda wolca il gia druo , contemando Pimpolizione del delicto fallo 4 P. Padre sj, C. Efe V.S. negana il delicro in queñta con. fiiove (pontanea , Vaperebbero pofto vo'alcra polia al tormento ? Po Padre 53, perche cosi difpongono ley egg. + Quello, che per timpre de' tormeoti gime pole vb aslirco falío , non € obbligaco a ricrae serlo , quando prodenremente gipdica, che de- pe elier polto ro'alera volca a' tormenri, [e lo sirrácca + Cos lo sigoe con Picsro Navarra, ez aliri Booacioa Tom. 2. d:fp. 2. de reft. quelt. y. anét. 10. nm. Be Jo giudico per molto proba» bre. licondo il derco di li pra . 84. Ma dicami; dueva v.S. famiglia, che poric regar Qilonoraca col aslitro tallo ,che prnpolet Trattato XV .De' Minifiri di Giuffizia » P, Padre si C. Quantnaque ha vero , Chela vita ,e fas ma propria son Ga drena diranco dolore , co- me quello che (i pariice jo vo arroces cormenro; peró, come ¡il Reo noo € padrove della fama aliena le rcita daociócaca, Ímponeadob qual. che delicro puo duditará, le farálecico al Reo imporíslocon diípendio della fama del fuo Li, guaggio , e Famigiia; e riípoodo con Trul. leach fapra num. 6. con Bonacia vel luego cia. te con Leillo lib, 2. de inf. cgp. 1d dub. 7. Bum, 39, che, 1e i cormeni fono dimazgior prío, éhePalcrui fama , non € obbigaco a foffcirii per conferuar quellas € che (e Piofamia ,che ha da leguirae e di maggior prezzo, che i tor meari. denono quetti collerará per non daosi ficare la fama: Sed quénera, quejo . trutina tor puentoram , CP infanie perdera ejtemabor E lo glio farebbe , che. 11 Bso doppo d'eler levar, dal cormeozo (le pocede ) reincegralde la fam, daonificaca, manifcliando la fuzinaoceoza, reñifcando ,cbe per cimore de rormeatiaus ua confelaco il delicro, che uo commile ; benché ne meso in quelo modo laícierá di re Rar deoigraca la fama de fuoi 5 6 4e 00, pos mébcer merzzj porraci ¿pprelo i! Giudice, accis no'! ponga 3'rorsazaci. raleodol dira diícrer CoufeBlore che cou cBcacia informi delia re ricáal Giadice; O peuiando alige Arado ch acreoce ie circoflaoze luggerira da prudenza , derrerá la piecá Diuios per dibeía dell jano cenza, 85. P. Anche m'acculo Padre, cheio alcr; informazione, che 1 ricene coacro di me, lu. famai va ccltimonio , riofacciandoli va Íuo de: lieco . ch'sra occulco , C. Era vero quefto deligro? P, Padre si, C, Era neceflario quefto mezzo d'opp org) il delirto per la difeía di V.S? P. Vnico , € occefíario mezzo era per la mía ginfta ditela . C. Ebbr Y,S. animo d'jof.mar il teftimosio, 9 lolo di difenderíi io queño modo + P. 1 iwmio animo era folo di difendermi. C. Hidanno , che aucua da leguire al ce l- monio dal manifettare V,S. queñto delisro , 614 maggiore di quello, che a V.s. fopraltana , (e pon li difendena ¡o quelto modo ¿ P. Padre uó , nog era tanto grande , ché arriuaíse al molto , che io deueuo patif Dt. C. Non € lecito al Reo, per difendere la fua ionocenza , O onore imporre al celtimo- nio delirco fallo ¿, $ il cun:rario e condanu400 da innecenzo Xi, eclla Propoíizioue 44. Pu0 per9 opporre 1 Kio al cettimonio +n dedito occuico vera, come ua mezzo precilo perla va difefa, eno"! faccia con aumo d'infamár lo, ng il daano ¿che ha da leguiras al rebioio” n10,
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