BCCPAM0001162-4-1600000000000

426 10. num. $. giudichi , che il copiare non € leci- to in giorno Feftivo ; il contrario pero infegoa con Lopez , Suarez , e Medina , Layman Tom. 2. lib. 4. Trato 7. CAP. 2. 1. 3. Diana part. 2. Tra!. 15.refol.35. il che tengo per pin ragio nenole ; perche la foftanza dell'opera di Ícriue- re, e copiare, € la medema: Adunque , fe lo (fcriuere non e opera feruile, ne meno Jo fará il copiare + Vedali di flopra il cap 3. pam. 38. 61. P. Cosi anche m'acculo Padre , che. ín alcuoi giorni di digiuno di precerto , uon ho diginnato , per caía del mio crauaglio, C. Soccupaya V.S. tutto il giorno ia Ícri- vere P, Le volce che non ho diginnato , tutto ¡l gioroo mi vioceopano » C. E' dubbio frá Dotrori, fe gli Scrivani (Notsij, eSecretarij) che impiegano cutco il giorno in Ícriuere, fijoo obbligati a digiunare, Azorio,Reginaldo, Vega Filiucio , é alcri, che riferifce Leandro del Sacramento part. 3, Tras: 5. difp.8. q. 132. fencono , che fono ob. bligari a digiunare . Giovaovi Sanchez nele Seles. difp. 4. uum. 16, dice , ¡in hoc confulas fexs- La fuam imbecillitarem; e vbol dire, che pon e Ículato precilamente per il fuo crauaglio , ma per efier fñiacco di compleífione , di modo che ll travaglio medemo , che nou Ículetrebbe vn 'a]. tro robufto dal digivvare, fcuía quello, chee di minoriforze: ma Leaodro ibi, con Angelo, Xx aleri, giudica per pid probabile, che gli Scri. vani fono dilobbliga:i dal digiuoare , quando che eutroil giorno trauagliauo in Ícrinere, 6 copiare ; ll che non Á condanna nella Propofz, 3o. d'Alefiandro Vil. come diró doppo , Trate 17. nello Jpiego di quefta propofiz, 30» CAPITOLO Y, Dell Y ficio , e Stato de* Relatori , 62» + M'accuío Padre, di qualche ne: Pp gligenza ,che commetto la ftudiar bene le Jisi, per riferirle in Conf. glio . €. Per rraícuragine di fudiare ha tralaícia. to qualche coía [oftanziale di qualche lice 2 P, Padre , in vna occafñone mancai di com- prendere va ponto molto neceario, pernoa auerlo findiaco bene. C. Ne fegoj alcuo danno alla parte ? P. Padre. yé ns fu riíchbio mavifeño ;ben- ché in quel giorno nop ando forro voti la cau- ía, e mí fú ordinaco , che riferili vo'alera volca ilnegozio , € per allora l'aneno molto bene, fiudiaro , € lo dif, fupplcado al primo di- rtO + . C, L'Víficio del Relatore € di riferire le lici, e cauás nglle Cancellarle , e Copfigli, e per que. Tratrato XV. de Minifiri di Giuñizia fto deve antecedente w<aie fudiarle bene , e cas pirle ; perche , le per lua ommiflipae oc fiegue alle parci qualchedanno , pecca con obbligo dj reftinire ; e denopo cauare per le medemi le re. lazianj dalle Ícrireure de' litiganci, fenza fidará di rerza periona ; ne dijuo luogo , che Je parti poílino vederle. e regiftrare lo ftaco della cana Ía : e molto maggior peccaro faranno , fe auano ti che ( pubblichi la feoreuza , la mavifeftano alle parti, poiche da quefto pongo Ícguire mol. riinconuenienti, 63. P. Anche m'acculo Padre , che in altra caula , che riferij, inclinai vn poco pid ad vna parte, che all'alera , C. Quefto fi ponderando , d manifeñtan. do pu la giuftizia d'vna parce, che dell'al eras. P. Padre , cerco e, che vno de' liciganti era molto mio amico, e che defiderano vícifts colla cauía in fanore; ma mi perfuado d'e feto mi porcato con turra lealcá , diceado , d alles gando quello, che faceua a fanore di ciaícht- duno » C. None lecito al Relatore effer Gngolare; ne parziale in riferire le caufe, fpiegando,ó ponderando per vmane dipeodenze la ragióne, d'vo licigante pid che dell'alcro ; cows lo dice Bofiemb. nella fua Somma , lib. 4. cap. 3. dub. q» mum, 3. € lo perfuade la ragione nacurale ; ma che dene con fedcica Crittiana ¡riferire i meriti del proctfo , fecondo lo ítato del farto , che e) lara allcegaro ,e pronaco , e l'azione del Dricco, che Íccondo P'allegato, e prouaro conucrida cialcheduno ; perche dal fare il contrario pon. ho leguire mol danoi alle parci, quali anerd obbligo di rifarcire il Relacore, che colla pars zjaliza de'fuoi aferci li caulerá. 64. P, Cosj aache m'acculo Padre , ches ne' ftipendij , che ho ricemuro per il mio rrava- glio, non mi ton conformato alle leggi della Tala. C. Gli altri, ch'efercizano Y ifefio VÍAcio fango all: ctafía 4 j P. Padre, piuno P'oflerua , C, E quello , che V.S, ha riceuuto, éÑato piú di quello mericaua la fua facica? P. Padre no, €, Circa di queño ponco , ha da dirh quel lo, che laíciammo fcricco io quefta maceria parlando de'Scrivaai, um. 57. 058. € in te mini proprij de' Relacorí dice Machado T om. dib, 6. part. 3. Trat, 4, docum. 11.1. 2, Che qué lta gge della caña e penale, eche non obbll= ga nel Foro joceriore, maílime quaado pH la yaricra de' tempi Áñ giudica , che gucllás ráfla ancica lia al prelenre cenus, e troppo th firerca , 65. P. M'accufo, che anche ho riceuuto alcuos prelenci de liciganci , fuori del mio die t0 + c.E

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz