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Capitolo IV. Degli Serinani . delle comuni in queñte occafioni, chericene pid Nipendio? Perché in queífto cafo noa Ía.- iebbe pecesto mortale riceuere qua'che coa di pin, fecondo la qualitá della maggior fatica: Balico vbi fupr. eod. num. 5. P. Padre, qualche volca ho riceuuto piú con gueto cicolo , 8 alere volie, edeudo lolo la fa- tica ordinaria ,e comune . C. Gli aleri Scriuaoi fogliono , 8% hanno per confuerudine di riceu<re pid dí quello , che afic. gna la Tanola? lá P. Tucci riceuono pi, fenza badare alla Tauola . C. Quello, che V.S. riceuena , le parcua, ch'eccedefíe il valore della fua facica ? P. Padre, fecondo il dertame aggiuftaro , e buona cofcienza di qualfiuoglía timorato , non valcua piú quello , che riceucuo , dí quello, che la mia farica mericaua . C. Suppofto, che il coftume jutrodorco lia diricevere pid Ripendio di quello alegna la calía , e che quello , che li ricene , corrifponda al wcrico della facica a giudizio di perfone di cofcienza , e che i compi fono di modo mutati, che ora le cofe vagliono piú , che auanti, e che quélla caña, che anticamente cra giulta ,0gg1 pare pid no'l fia, puo trenerá probabilmente, che piú non obblighi la Tauola aaticas Cosi lo tiene con Molina , éx alcri Diana part. 17. refol, $0. ne ofta il dire , che gli Scrivani dauo gía- ramento d'oflernare la Tauola ; perche fi ril- ponde , che quefto giuramento folo obbliga ad ofieruare la cafía giufta della Tauola : Adun- que, le per il decorío di tempo non fofle giufta la cafia , come non e ,noo obbligherd , ne me- no obbliga il giuramento d'ofícruarla ; come afierma Tomaío Sanchez nella Somma Tom. X. lib. 3. cap. 14. num. 14. Diana :bidem ; Macha- do Jupr docum. 5.1. 3. Se in qualche Regao fof- fe nuoua Tauola , queñta obbligherebbe ; per- che í tuppone faica areenciicempi, 8 il prez» zo delle cofe da viuere , e faciche de'Miniktri , wide ¡ufr. capo Do 59. P. Macculo Padre, che vn loggetto m'ordind , che audafíi a Pampalona ad agire wna cauía , che vi aucua , e mi diede venci Reali di ftipendio ¿ % allo ftefo tempo occoríe ad al- cra perfona vo'alera cauía non canto graue, € mi dicde dodeci reali, accio la craccafli per Ii. C. Lo Ripendio d'ambiera giufo riguardo alla fatica? P. Padre si - C. E per eferi Y.S, adofsara la feconda.» canía » reftana ¡mpedito di fare le downce dilía genae per la prima ? perche , fe vna cauía im- pediíce la buona fpedizione dell' alcra , non poicua V.S. pigiiarle cuece due ad vn tempo, ne riceuere quetti due falarij.. P. Seoza pregiudizio d ella prima cauía , po 4135 teuo crateare ll negozio del lecondo . C. Caío che vgualmente giouaíse la fuas fatica aili due, e niuno d'edi os paciíse , per ciserfi ella addofsrco il negozio dell'alcro , fen. te Lefio lib. 3. de inft. cap. 24 dub. 5.fubn. 18. $- Vico tertio , Ch: poreua V.S. obbligaríi a fera uire a cueci due, e riceuerne ftipendio : 1l con. tracio tiene Tannero , Ortiz , Be aleri , che rifea riíce Diana part. 3. Trat. 5. refol.77.Peró Tru- lench Tom, 2, in Decalog lib. 8. cap.7. dub. vnics num. 13. in fine , lente, che Popinione di Leflio fia la vera, accenca la legge nacurale ; e che la contraria (í deve tenere arcenta la legge pofiti. ua, che alcrimente diiponga , come quetta non e derogaca per cofume legictimameare ¡intros dotto : fe non vi folle legge pofitiua Ín con- trario , tengo per molto probabile la lencenza: diLeflio, e Trulench, si, perche ad va Chi. rurgo , O Medico accordaco ía ya Popolo non: fi proibiíce , che proueduto a'fuoi, peri quali €accordaco, non vada a curar alcri ín alero Juogo , e pigliare il fuo fipeadio : Adunque, fe va Minitiru, fenza danao*della cauía addo(= facaG ,puó trarcaroe vo'alcra, ne meno gli fará proibico rraccarla ; Si anche perche , il contrate to, che fa col primo e di follecicare , dk accus dire alla (ua caula; Atquiá queñto contratto non f manca, quando fi follecica fenza luo danno, quantuaqae Á Ga addoísaro alcra cauíaz Adunque , dec. 60. P. Aache m'acculo Padre , che alcuni giorai feftiui ho fareo alcune Ícritcure . C. Erano di quelle , che lono proibite de an. nullate dalle leggí, fe 6 fanao ia giorai feítiui? perche quelle, che fono proibice dalle leggi, non denono farí io giorno di feRa . P. Padre , quelli, cheio ho fateo , 10n era- no proibite . C, Faccua V.S. turca la Ícriceura io forma, ó lolo fcriueua il confenío delle parti, cheA dice rogarle ? Perche queto,come e poca cola, al piú porrid efsere peccato veniale , P. Con tueca la forma , de eftenñione faceno) le Ícritcure . C. Silueítro , 8 alcri, che riferiíce Sanchez ne' Conf. Tom. 2.lib, $. Cap. 2: dub. 1O. NUM. Le fono di fentimento , che non e lecito a* Notaij ( Sccrecarij, ne Scriuani ) nd d faoi Minittri, faz Scritcure ia giorno di FeÑa 2 Il contrario tiene coa Nauarro , dí alcri il medemo Sanchez num, 2. € quefto, quantuoque 6 faccia per prezzos la ragione e , perche ia giorno di F:fa folo G proibiícono le fatiche feruilis Arqui lo Ícriuere non e opera feruilez come tiene con Soto , de alcri Sanchez ibid. dub. 8. num. 1. ne Piotenzio. ne di faríi per il prezzo muca la nacura dell'ope. ra: Adunque non Íará illecito ia giorno di Fe- fta far Scriccure, 8e aleri jaltrumenti , che pes legge non fono proibiti . E quanzungue il medemo Sanchez cod. dub, Háh ¿Q.
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