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Capitolo 111. De” Procuratorí . ín negoiijs do plorale , che nou pigli in va tempo molte caufe, perché quefto gli furberebbe la quiere , per atrendere a Dio: Adunque noo fe gli proibira , che nen pofía pigliare a fuo cari- co wnacanía, € finica queña , vn'alera, e poi wa'altra. 33. P.M'acenío Padre, che alcuni gicrni di precereo ho lafciato di digiunare, per la fa. tica del mio Víficio - C. Faticana V.S. turto il giorno nell'Víñ. cio » P. Padre si. C. Giudica per probabile, Con Pafqualigo, £c altri, Leandro del Sacramento part, 3. Tral?, 5. difp. 8. quef!. 122. che gli Anocati , Giudici, eProcurateri, che faricano tutto il giorno nel loro Vfficio( e non in altro modo ) non fono obbligari¿ digiunare; perche la loro fatica€ molra , efendo canto contiouara , che duri per gurto il giorno + quantenque il conerario ren» gano Azorio ,e Ledeíma , E alcrí, che riferi- (ce Leandro ¡biz perche giudicano , elfer poca la lor fatica + Er il R.P. Torrecilla fopra la pro- pofiz. 30. condapnara da AlefJandro VII. vum, 11. fente, che non e condannata queña opi- pione di Leandro . CAPITOLO ll, Dell Y fficio y e Stato de' Procnratori, 34. *Molto fimile PVfficio de” Procu. ratori a quello degli Auocari, € E quel tarro quello, che s'e detto nel capitolo antecedente , puo applicaríi , € connuiene a' Procuratori; i quali peccano gra- pemente, fe procurano in caufe ingiufte di ce- nue probabilitd, d la quelle, che poche, ó niuna volta feguono i Ginudici nelle fentenze: ne ha da procurare ¡o tante caufe , che nan pofía terminarle con preftezz2a: é obbligaco a rebiicnire, fe fi perde la lite per colpa fva laca, O leggícra : ve puo introdurie dilazioni fuper- fue ¿ne con falficá, 8 inganni far guerra al fuo contrario: Dene parlar chiaro alla Parce, dirle con ingenuitá la qualitá della cauía , che intraprende , fe we Íperanza ben fondara , 0 no divincerla, non fpianarle le difficolea , ne far- le il ponce d'oro, quando € di vero: Quando fono Ícomunicati, non ponno cfercitare il loro Víficio,fe non colle limitazioni, cole qua!i abbiamo derto, che ponno efercitare ¡lloro li Auocati y e fe foflero 9 Chierici Beneficiati, O ordinati d' Ordine Maggiore, non ponno efercitare 1'Víficio di Procuratore ne Tribunali Secolari, fe nen co!le condizioni , che abbiamo detto , porerfi fare daglí Auocati . Sono obbli- gati a difendere gratis i poueri ne cafi, ne qua. lilo fono "gli Auocati ; come dice Villalobos Fom. 2. della Somma , Trat. 18. dific. 1. 14m. 6: o lor Víficio e difendere la fua parte per curro te vie piufte , che fi potrá , porgendo memoriali, dimandando dilazioni, Sc. ade e proibico per voa legge della Recópilazione il far allega. ziooi, come gli Auocaci 3 e non ponno entrare ad efercitare il loro Víficio , fe non eflendo ela- mivati,etrovati idonci, e preftaro gluramen. ro d'efer fedeli, elcall nel lor Miniftero + Vide Machadum Tom, 2.1ib. 6. part, 3. Trat. 8. doc. 13. per totum , 35- P. M'accuío Padre , ché fo con qualche Ícrupolo .s'abbi riceuuto fipendij, ch'eccedi. no il merito della mia farica , C. Ha ecceduto V.S. quello , che comu= nemente gli aleri fogliono pigliare in caule» fimili? P, Mi perívado di von auer pigliaco piú di quello pigliano gli alcri del mio efercizio . C. Non € Iecito al Procuratore pigliare eco cedente ftipendio , ne ricenerlo, per quello , che non fi deue ; come dice Bafito Verb, Procut rator ¿ num, 7. € le eccede grauemente , peca cherá' mortalmente ; e le Pecceffo lará leggiero, fará peccato veniale, 8e autrá obbligo di reBi- ruire quello , che ricene di pia del giufto : e per non ritrovarí radaco dal Jus comune quello, che tocca a' Procuretori, aueranno da confor- marí colle leggi de' Regni, dout faranno , O 2)l'efo Jegiceimamente introdo:tto , O á quello, che gli huomini di cofcienza giudicano git» ño, arrenta la farica, diligenza , e perizla del Procuratore, Machado vbi fupra, docum. 1. num 2. 36. P. Anche m'acculo Padre, cheia vna caufa , che difendeno, non mi pigliarono fis pendjo , né 'Arocaro , ne il Noraio, e ció non oftante io lo prefi dalla parte . C. Pago d VS. la parte quello le doueua per Ja na fatica > perche ; fe non glis '2uelle pag2= to, lla ben póteua in rico penía ritenerá quel lo, che riceue per PAuocato , e Noraio : con guefto pero, che non le reftafle ia mano pi di quello , le ii doueuz » =P, Padre mi pagó turca la miz farica la parte. C. Cederono l'Auocato, e Noraio i loro fipendij per rifpetco folamente di V.S perche; fe queño fofie , e per efíere V.S. loro amico glica liauefíero perdonati , ne alerimence gleliane- rebbero ceduri, e probabile , che V.S, potreb= be riceneríeli come dice Bonacina Tome 2. cira Ca 8. precept. difp. 10. queft, 3. puné?, 4. num» 13. P. Io non só certamente , fe li abbioo cedus ti per mio rifpetto , C, Laíciarono di riceuerlo riguardo allas parte, per efler pareore , O amica, dell'Avocas to, 0 Notraio? che, fe Panefiero ceduto d ri= guardo della parte , non potena V.S. ricenerlos ma V'avercbbe da refficuire al'a parce medemay G88 elo

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