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416 chado fupr. decum. $. mun. 1. enel nue. 4. cita alcuni, che diceno , che nelle necellicá comun: de' pouerinon ha l'Auocato obbligo di difen dergli gran cofa: ma Villalobos ibid, num. 5. fente, che haono quef'obbligo nelle comuni necefíicá ; quantonque afferma , che non fará peccato morcale il non aiutare vho ,Ó vo'altro poutro, come non abbia animo fitio di non aííi fiere á poucro alcuno . Ma io mi conformo colla dottrioa di Leño lib, 2. de iuft. cap. 34. dub. 7. fub num. 6. im fine, done dice ; che in queña materia appena puo darfi ne' poveri necefficá, che fia folo comunes Communis neceffitas vix locuos habet ¡in ¡fla mate- ria ; quia canfa indiciales funt ordimarié magni 1m0= menti refpeélu pauperum , vel certé pauperes non Suns . Sic Lefiivs, cui relaris ijidem verbis con- fencic Trullench loc. citat, dub.2, uum. 2. perche, quantuaque le caníe de” poueti ( mafime le ci. vili ) fjuo di poco capitale rifperco ad vna pera fonaricca , fono di molta confrguenza per va pouero : Adunque gc. 3o. P. M'accuío Padre, che ¡in voa occa. fione, eficado Ícomunicaro , efercitai il mio Víficio d'Auocato. C. Quaniunque diffi di fopra cap. 1.6 2.15. g.che gli acti del Gindice Ícomunicato non rollerato fono nulli, no! fono peró quelli dell" Anocato » benché endo vitando , peecherá nell'elercitare il (uo Vfficio, vevialmente , come yuole Villalobos Tom. 1, della Somma, Trat. 17. difhic. 14. num, 8.0 mortalmente , come di. ce Maccado Tom. 3. lib, 6. part. 3. Trat. 1. doc. 8.1.1. Vero e, che il Gindice puó , 8: anco deve rigertare il derro Auocaco , ch'é Ícomu. nicato vitando, come confia ex cap. Decerni- mus de Sent. Excommunic. in 6. E le de facto il Giudice lo rigerta, faranoo nulli gli acti, che il cal Auocaco rigerrato facefíer Ma, fe fofie rolicraco ,00n folo faraono validii fuoi acti, má ne meo peccherá ia efercirare il fuo VÍA. cio, eficudo pregato dalla parce; ma, le da fe liciio s'introduce, peccherá , comunicando con gquella occafione co Fedeli . Yi fono alcuni caíi,ne' quali il Giadice, Auocato , de aleri Icomunicari, quantuoque fijoo vitandi , e non tollerati, ponno comunicare co' Fedeli, 8 ¡ Feúcli con efi , e fogliono comprenderá ia quelle parole: Veile, lex, humile, res ignora. ta, necefic, € puó vederfi il fuo Ípicgo nella 3. parto della Prat. Trat 5. cap. 6. nun, 47- Peg: 85. 31. P.Macculo Padre, che doppo d'auer auocato alcuoi anni, mi fon'ordinato Sacerdo- te ¿e ció non oftante non ho tralaíciato d'eler- citare il mio Víficio. C. Queíto era ia forma gjuridica ,'ó folo dando alcuni Cobíulti in caía? perche non e proibive al Chicrico configliare, quantunque ha la Ícritco conallegazioni legali,qualche per- Trattsto XV. de Minifiri di Giufizia fona , che viene á coufultare: Diana part, 10) Trat. 11. refol. 69. 5. Nota tamen . P. «Padre in forma giuridica ho auocato qualche volta, C. Bra in cauía criminale contra alcun reo; perche fe queÑo folle, e ue feguifíe fentenza di morte , O mucilazione, come s'incorre ia irre- golaricá, non farebbe lecico al Chierico aus care in cali cauíe, P. Non fd jo cauía criminale, ma civile. C. E'deciñione Canonica in cap. Clerici, de poftulaudo ; che i Cbierici de' Mioori, d Mag. giori Ordini von poflono auocare auaori á Giudice Secolare: Clerici ju Subdiaconatu , Y Jupra (dice il Cap. ciraro, 8 e del Concilio Lateraneníe cap. 13. fub Alex. 3.) € in Ordimi- bus quoque Minoribus, (5 flipendijs Ecclefiaflicis Juftententur , coram Saculari Iudiej Aduocati in ne- gerys Secularibus ficri non prefunmant : Ma come auuerte Piftelo Tefto , fe il Chierico di Ordini Minori non íi foftenra con rendica Ecclelñaltica, non gli (i proibiíce qui l' elercicare 1 Vício d'Auocaco . 32. Madicami, V.S. auoco in qualche cau- la lua propria ? perche queto non Á proibilce, ma lo permectre la (feda Legge nel cap.cit. Nif propriam caufam , aus Ecclefia fue fuermet pro. fecuti. P. Padre, non fú in cauía mia propria , C, Fú in difeía d'alcune períone ponere, che non aueuano modo , ptr profeguire le fue cau» le , come fono pupilli , vedoue, dec. perché an- che in quefti cai permertono i Canoni, cheíl Chicrico pofía anocare; 4ut pro miferabilibus forte perfonis, que proprias canfas adminiftrare non poffunt , eod. cap. P. Non era per perfone di queña qualitá. C. Lofece V.S. per patrocinare la cauía di qualche períona parente? Perche anche dabno licenza per quefto i Canoni cap. cum Sacerdots, final. de poftulaudo , le la cal perfona ne ha bi- togno : Vel ( (i necefficas inamunea: ) pro perfonis coninnétis + dk Anco dice Barboía , de alcri , Ché allega Machado Tom. 2. lib. 4, part. 1. Trate 3: docu4. nm. q. Che puó ettenderf agli ami ci, e che quefti vengono in quel perfoui. £0- niunóhis . 4 P. Non erano parenti, né amici quelli , pa iquali auocai . C. Difendcua V.S, molce cauleio vna vol: ca? P. Nó Padre , ma fol vna, e fiaica quelta, pe pieliauo vo'alcra , u. Non oftance queña proibizione Cano: pica, inlegoano Garzia , e Fc. Martino da$ Giuleppe, apud Dianam vbi fupra , € dice Má- chado loc, cit. cfler comune; che potrá il Chié* rico auocare per vna caoía , e finica queÑa pl: glisroe vn'alera, epoivwn'alcras 1 che tengo per probabile , perché ¿4 cap,Clericí cicaco dict: is

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