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Capitolo VI11.' Delle Monache . €. Ne meno e citolo fofficiente queño . per. ebc V.S. conferni con tanto pregiudizio delta Pa cofcienga , la famigliaricá con queñz per. ora. P. Padre, come hd de fare, per víuere con decoro? C. Tranagliare colle (ue mari. come fanno ecaltre; contenerfi, e concentará d'vn vinere ercderaro , che conviene ad vna períona , che lsíció il faño,e pofitílloni della cerra , per fea gbvire Chiilte pentro, e nudo , in nuditd ,e peuertd, P. Padre, fará impoffibile , che io mi (pe- diíca de trarcare con quefto Soggerro . C. Altresi, lará impofibile , che io la poíli afoluere $ perche d quelli, che viuono in prof- lima occafone di peccare ( come fono i Diuoti delle Movache del genere del nofiro calo ) non puó dar lafoluzione , fenza il propofito fer- mo d' appartaríene ; e Popinione concraria e condannata da Papa lonocenzo Xi. nella pro. pofiz. 61.e 63. vedali lo fpiego d'etie propoli- zioni nella 1, pare. del Dialogo, d Prat. Trat.10. E parlando io cermioi efprefh dell'amicizie> delle Monache, tiene la noftra dottrina il R.P. M.Lumbier al fine del Tomo 1, della Soma di Arana , num. 489 paz. ( mibi ) 466. e nel Tom. 3. NAM, 2002. Pag. 1247. nell'impreffione dí Sa- ragofa dell'anno 80. 8 ¡1 Renerendo , € Dor- tiíimo Padre Lezndre del Sacramento par?. 1, Trat. Ide Panit. difp. 7. quel. 73. Con To- mato Hurtado , econ Lumbier , e Leandro rie. u£ lo ttedo il R.P. Emanuele della Concezione nel fuo Trat. de Panit. difp. 2, quaft. 16. num. 223.07 feg. i quali aggiungono , che none titolo fufficiente , acció 6 mantenga la Reli. gioía nell'eccafione, il dire, che pende ella lua affifteoza , e foccorfi temporali dal fuo Di- boto. Sic D,D, cicarí , «e oprime lave . 68. P. Padre, rifierta V.P. che Ñó per co- muscicarmior ora colla comunicd, e felaício di farlo , ho da caufare fcandalo , C. Non ritrouerá V.S, prerefo , per ef- merí dalla comunione feoza queÑo Ícandalo, hogendo qualche fuenimento, d altro tirolo fimigliance 4 FP. No Padre , perche ¿ tueci e nota la mia buona Íanitd , crobuflezza, e queño flefo ler- virbbe di motivo a maggior nora . C. Se V.S. non poteñe, fenza che vi ña Ícao- dalo.,e peccaro, lafciare di comunicarfi, puó fare ra'arco di contrizione vera, ó ftimaca, € comunicará, come chi non ha copia di Con- ftflore; come dice il Padre Emanuele della Con- Cezjone fupr. num. 232. e lafciai detto di fopra in fimil cafo ¿Trar. 12. CAP. 13. P, Padre, ¡o glidó parola , che m'2pparte- [O da quetto Soggerto . C. lo penío, che queña parola non ha feria, € yerazma che folo 6) per canarmi l'afoluzioac, go? dica V.S. che s'apparterá; queíí che por darle io l' afñioluziooe, noo cfendo ben dlípotta, fe le perdonadero i peccati; £mzi aeciungerad vn'aliro Sacrilegio , le ricene Pañoluzioar con animo finto . P. Padre, qu:to gid lo conofco, e che fa- rebbe non iogannar V.P. ma ingannar me Ref fa; eperoon vedero] vo'alera volca io queÑte firecre, non folo farei gueto, mala cofs pid ardua del mondo : Sela V.P. ficura che da vero propongo di licenziare queño Sogg<cto, quan- tuoque aucíli d perire,e pañar mille travagli, perche la mia aoíma e quells, che pia d'ogni altra cofi mi preme., C. Els:ndo vera quefta parola , e ferma, Se efficace il fuo propofito, io l'afulueró pet adeflo ; wa l'avuerto , che queña (ard l'eltima volta ,Íe non s'emenda, e defilte da tráttare con queíta períona; E anco l'aHoluo adedo, per confiderare l'appretto del calo; e perché giudico ,che di cuore proponga d'emendarí, e fpero , che cosi fard: Colle quali circoftaoze fence il Padre Emanuele della Concezione vbi Jupra , num. 2325. e-num. 233, Che puo darí Vafoluzione, come nón v'é fondamento di ptofare , che il propobito nou fia «ficace, 69. Lo RteÑño , ch: s'é decro nella eifolazione di quetto caío, ha da cenerfi , e 1:guire , quen» do la Religiola ,e fuo Diuoco cuila loro fami. gliaricd , e conuerfazione frequence daano oc- cañone di cenfurare , e peoíare , Che frá di loco vi fía qualche corrifpoadenza 1llecita, Quino tunque realmente non vi lia peccaso fed loro; come dice , e bene, 1! P, Coucezzione ibid. numa 226. ,perche, le il fecolare , che per aucr ia cafa,ó vifizar fuori qualche psrfona , fi cca- fera, e nora di mal viuente , es'obbliga d Icuan re quefla occafione di fcandalo, quantunque jo realrá non vi fia fra di loro cracco illecico; puiché non ha da dirá lo fedo nel noftro caío , nel quale milica la medema ragionc, € parira ? ] 70. P. Anche m'accuío , Padre , che alcune volce mi fon liiciara la faccia,luftrandomi,e , componendomi con qualche vanicá, C. V'era precetro d'ebbidienza impofto dal fuo Prelato , che le Religlofe non fpeddeffero il tempo in quefti profani abbeilimenti ? perche, fe vi fofle, farebbe peccato mortale il contra- uenirui ; come dice la Somma d' Arana Tom, E. Verb. Veftidos, pag. 271. con quete parole: Si los Religiofos ,:0 Religiofas profanan el babito de fu Orden , o el trage , es peccato mortal ( y en e/pes cial fi el Prelado fe les probibe cow pracepco , feria error dudarlo ) por fer cofa tan opuefta á la Regla, y voto di pobreza ;¿ Y v:0 Santa Magdalena de PA- zis muchas Religiofas condenadas , por profanar el babito de fu Orden » P. Padre, non vera precerro de Prelati ime :ofto fopra quefto . , 7 C. Lo
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