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4 400 Tratiato XIV. Dello Stato Religiofo : teíse auere 30 fe non fi pod, ortenendola dalla Prelaca ¿alerimente farebbe conrro il voto dí pouertá : cosilo: tiene Lua:bier ibid. mum. 493. ln ogoi cafo , il meglio , e pit ficuro e, che le períone Religiofe faccino la fpropria in mano della Prelata ¿0 Superiora , lafciaudo a fua dif. pofizione la difiribuzione delle cofe , che ha a fuo vío ; 831 piú, fe gli porrá dimandare, ó fuggerire, che farebbe fuo gufto, che allas cal períona Gi deísequelta, O quel!'alera maísa. rizia . €s. P. Maccufo Padre, che in vna occaño- ne, cósoodo Prelata , feci vn precetto formiale diSanca Vobidienza ad vna Suddita. C. Sopra qual macería le fece queño pre- cetto $ P. Accióche s'aftencíse da certa penitenza, che gli cra molto di danno alla fanicd, C. Diíse V.S.quando fece quetfto prererro: Comando in virtk de Santa + bbidienza, 0, m No- me dello Spirito Santo ; 0 folo, comando per vb: bidienza, 0 in pena d' wbbidienza ; O paroles fimili? P. Padre, le parole, che io víai, furono: Comando in pena divbbidienza . C. E' dubbicfo fra* Dortori, fe le Prelacé delle Movache ponno comandare ia virrú di Santa Vbbidienza , 0 o nome dello Spirito San. to Come fanno i Superiori Regolari: Sanchez lib 6, cap. 1. della Soma , mum. 23, fente, e be. ve,che 00; e che folo ponoo comandare in pena d vbbidieoza , che le e promelsa , 0 pa. role fiovili : Et aleresié dubbio , fe poflino co- mandare cole fpirivuali, forro vbbidienza , ó folo cofe domeftiche, che mirivo al gonerno temporale ,e pace del Conuento ; che puó vederí in Machado Tom.z. lib, $. part. 3. Trat. 4. docum. 5. mem. 1. Nel prefente caío poré V.S. molto bene: comendare in pena d'vbbidicoza a quetta Suddita , che fi moderaíse nc! fio ia. diícreto feruore; poiche giouava, 8 cra ne. ce(sario quefto per il buon gonerao temporale, e direzione della fua fanica e 66. P. M'accuío Padre , che hó auuto qual. che diícorio alquanto frequente con vna perfo. na del fecolo . C. Ha commeíso io queño diuertimento qhalche coía , che fia contraria 2l fuo Intij. tuto 1 P. Si Padre, alcune volte, C. In che [pecie di materia ? Pp. Padre, in aucrie alcune volte parlato con perole troppo afierruofe, C. Andava innolto in queñe parole qualche afíeceo finiliro , e indecente ? P. Sempre v' eravo alcuni penfieri alieni dalla purita», che vna Religioía deus profeí- fare . C. La volonid S'acceodena ¿ quefi peníeri incauci? P. Non laíciaua di prender ia else foco qualche Ícincilla di quelle , che -moucua nelje fue idee la fancaña . Arriuó mal alcuna volea a prender fuoco, di modo che vi fofle confenío pieno di volonti con piena anuercenza d'intellerto? $ P. Alcune volcc a quefto arriuó, C. Ebbe quefto confenío qualche efferro efe. riore ? P. Padre, ebbe queño ¿quod interdum dex. ceram ciexcendebam , C. Quale flaco auena queño Soggttre ? P. Padre, aueva facto voto di caftica ¿ C. E quefti penfieri acconfentiti furono per piú rolce 2 P. Per il pid delle volte , che mi veniuad vifitare. C. La vificana molto frequentemente? P. Almeno vna volce ogai fertimana , C. Suppongo , che V.S, ogai volta, che ace confentiá qualch: peafiero contro la cafticd, fofle per modo di debderio, d compiacenza, € commife peccato di Sacrilegio , fecondo il deta to di lopra ,cap..6. num. 40, € le folle per mo» do di defiderio , farebbero due i Sacrilegij, fea condo la fearenza, che refariferica nel mede. (MO cap. Ó. num. 47. e 48.Suppongo aleresi, che V.S. tz in occañone proffima con queko Soggerro , poiche e caduca si frequentemente, ee il pit deile volce, che la vificó , poiché per cier proffima Poccafione, ne é aecefario , che fia dentro la porta della caía , ag che fijoo¡ peccaci d'opera; come diró di pol nel Trat, 17. fopra la Propofiz» 41. condannata da Ale/ffana dro VII. 67. Mi dica V.S.é ftara auniíaca,che fi sbro. gli dalle vifice di queíta perfona 2 P. SiPadre, gid me l'hanno detto ¡Cons feñori. | C, Quante volre +4 P. Moltc ¿cioque , ó fei volte almeno; €. Adunque , perche non (e 0'apparca ? BP. Padre , perchée non penfiao le altre Mo. nache,che vi fia qualche cofa di male, (e 14 Ípedilco , e laício, C. Quefto non e baítante, perche V.S, con tanzo danno della (ua anima fi mancenga nel occañone prollima; e piú douerebbe temert quel, che diranao, e noteranno dal vederla jrequenza , colla quale 6 laícia vificare da! fuo Diuoro, che dall'appartaríene, e liceoziarlo; poiche vn'anima Religiofa, che fi riciró dal mondo , € molco norata , fe di nuono s'atrac- ca alla famigliaritá, e conueríazione di perfoná del Secolo . P. Padre , io mi trono in ueceffica d'al- cune cofe , che nel Coauento non mi 6 danno; quetto Soggerco me ne foccorre, e me le fome. ovinillraz e cosi non € pollibile , che io lo laíci, C, Né

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