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393 - Trattato XIV. Dello Stato Religiofo 2. P. M'accuío Padre; che ho perío nel giuoco alcuni danari.. C.Ginocó d ginoco proibito dalle leggi,come fono dadi, 8:c. perché queñto farebbe illecito, poiche nó e decére da Religiofi ginocare á giuo- chi proibiti dalle leggi , ne la mente de Prelati e di dar loro licenza d'efporre il danaro ¿ cali giuochi, come dice con S. Antoaino , Azorio part. 3. lib, $. cap. 6. quelt, 8. $. 1. pag. (mibi) 357- P. Padre non e(pofi queño danaro a'gino- chi proibiri , ma d giuechi di carte permeíse. C, V'é proibizione vella Regola , ó tacuci, Ó Religione di V.P. che niuno Religiofo giuo. chid carce? perchg; fe vi fofle, non poteua V.P. ginocar alle carce; adhuc in caío, che vi fofle collume , che molti Religiofi del fuo Or. dine givocallero alle carte ; perche quefto co- ftume e corrutecla , efendo contrario alle leggi della Religione , e noo introdotto legitrima- mentezSic Dicaftillo apud Dianam par!.7.Trad?. 9. refol. 14: 5. Terrió dico, P. Sig. Noi non abbiamo proibizione , che c'impediíca givocar alle carte , C. Giuocó V.P. maceria votabile ? perche; fe fofle poca quantitá , e per ticrearí , non ía rebbe peccaro mortale ¡l giuocar alle carte, non eflendoni proibizione nella Religione; poi- che fi prefume ragioneuolmente , che i Prelati fi contenteranno , che ( ricreji wn poco ¡il Sud. dico in queño pañatempo , efponendoni vo po- co di danaro ; come dice Azorio vbi fupr, 5. Tertio, $ aggiuoge, che il Religiofo , ches s'auanza qualche cola di quello , che gli e da- to per il fuo foficaramento, porrá elporlo á gi. voco petrmelo, e che ( crede , che queña Ga la tacita volootá del fuo Prelaco . - P. Quello , che io aueró efpoÑo al giuoco, fará la quancicd di eenti reali. 12. C. Auena V.P. licenza generale dal (uo Prelato di ípendere queño danaro in ció gli piaceva? perché auendo queña licenza gene. rale , poreua validamente givocare queñi venti reali, e coteo ilrefto, peril quale autua licen- za generale dal [00 Prelato di porerlo Íptndere; come afferma con Salas il Padre Moya nelle fue Selet. Tom. 2. ad Trad. 6. Apend. difp. 4, quáft. 4-5. 2.num.31,€ Leillo lib, 2. de infla cap. 26, dub, 5. 14M. 33. tiene lo fico, quantanque affcímicoo Nauarro , che lará peccaco morta. le. Econ Ámico ticoc Diana part. 7. Tras. 9. refol. 14. in fine; che con licenza típecia del (uo Prelato puo il Religioío givocare quantidá no- eabile , benché peccherá ii Saperiote in conce- dergli cal licenza . La fentenza di Salas, e Moya riene per probabile con Medina , Faufto ,e Re- belo , Diana ibid, refoí. 15. Ein queñta Opinio» ne Che dice ¿Che il Religioío, che aucndo li. cenza generale dal uo Superiore di fpendere il danaro, loginoca; lo fi validamente , quan. conque a peccaro mortale , s'2fferma confes guentemente , che quello , che guadagnages queíta quantitá al Religiofo , puó ticeneríela, e non € obbligaro a refticuirla: Sic Alcozer, Més dina, Angelo, Rebelo, Lopez, dz alijapud Moyam vb; fupra nun. 32, La contraria opinione cicne Villalobos nella Somma part. 2. T rat, 28. diffic. 5. num. 9. e 10, che dice ,che il Religiofo, che ha licenza dal fuo Prelato di fpendere qualche cofa per fua oucíta ricreazione , fe lo ginoca , no"! fi , ne Je. cita, ne validamente ; e per confeguenza auerd da dirí , che quello , che lo guadagoa, aucrd da relticuire . Quelta opinione mi pare piú pro. babile , perchéla liczoza ragioneuole del Pre. lato , non €, ne s'eftende, nd puó eenderá q che il faddito confumi nel ginoco quanticá 10% cabile, 13. P. Padre, ¡o aueno licenza dal mio Sus periore di ípendere quei venri reali io alera cola determinara , e noo geocrale , per curto quello, che io voleíli, ne per ginocare, C. Adunque,non auendo V,P, licenza ges nerale di (pendere quefto danaro, ne fpecifica per giuocarlo , ne racica, ne efprefa, peccó grauemerte contro il voto di pouertá farco nel la Profefone Religio(a ¿+ confumando queño danaro nel ginoco , iucoríe in peccato di pros pricrá : cil M. R. P. Lumbier ne' dub. Regol che agginnge alla 2, part. de' fragms. al fine par. (mibi ) 16. dice ¿che per la quanticá di quicrra reali, 6 cofa equiualenre, che il Religiofo gle uochi contro la volontá del fuo Prelato, € pros priccario , Da quí é, che quello , che guadagacráal Religiofo la quantirá, che metre ia giuoco con» tro la volontá del fuo Prelato , € obbligato4 refticuirla ;e baña, che la ritorni al medemo Religiofo , come dice Villalobos vbi fapr. nuts 11. E confeguentemente , le il Religiofo giuo* cando contro la volontá del fuo Prelaco , gules dagoalíe al uo competitore larebbe obbiigato ricornargli quello gli aucíffc guadagnato , come dice la fentenza comune , refte Moya vbi Japrá vu. 33. e nel num. 34. cita Gabriele, Araillas Nauarro , 8 alcri , che dicono , che il Religiolo puo in quefto calo lalciare di refticuice quello, che guadagno, il che tiene per probabile Diana part. 9. Trat. 6. refol. 25. 14. Mi dica ora V.P. il peccaro di propritid € riferuato nella [xa Religione?perche e woo des gli vadeci, che Papa Clemente VIUL. propole alle Religioni, da poterí riferuare ¿ come dE uel Capitolo fegueate , nel quale norificherd quelto Decreto . - P. SiSignore, e riferuaro il peccaro di pros prierá io materia grane nella mia Religiont- C. Ha V.?, facolrá di farli añoluere de € riferuaci al fuo Prelaro ? perche non auendo sá beniífimo , che ¡o noa ho giurifdiziont P a porerlo

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