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368 yaYh Granado, 81 altri, che cica il Cardinal Lugo de Sacram. Encharifi difp. 16. Seót. 3. nm. 52 Trulench , cicaro da Leandro del Sacram. part, 3. trat. 7. difp. 2,9. 6. Faulto, Maracio , Zam- brano, £ alcri, che riferifce Diana part. 5. trat. 3. rcfol. 73 .diconoy che a quello , che Á comu. nicó per diuozione la marcios , non fi puó da- reil Viarico, fe eli foppraggiunge 1 ¡ifeflo giorno puricolo di morte; e dice Coninch de Sacram. q. 80. 4rt, 11. dub. 3. uum. 100. Ché niuno ha derco ,chein queñto cafo we obbli. go di riceuere PEucariitía la feconda volta: Ma fenza ragione difñie quelto Coninch ; poiche Ochagavia trat. 2. de Sacram. Eucharifl. G. 14. num, 7. aferi il contrario : e quantunque Lugo Supra num. $0. fine, dice, che Ochagauia non dice coía alcuna circa di riceuere wn'altra vo!- ta l'Eucariflia il giorno ftefño;la fua ragione peró proua lo fteflo del giorno antecedente, nel quale fi fofle comunicato per diuozione, che del giorno medetno, nel quale fopraniene Vaccidente ; poiché dice Ochagania Quai eo cafu ( di comunicarfi per dinozione ) Encha- riftia non fumeretur tamquam viaticum , quía hoc tántum datur proficifcentibus ex bac vita + la. qual ragionefi verifica vgualmente in quello, ch'ef- fendo fano , fi comunico alcuno, O alcuni giorniauaoti, come in quello, che (fi comunico nello fiedo giorno fenza occorrerli accidente alcuno d'infimitá: ma quidquid (Gt de hoc; aflerifcono , che puo, e deut comunicarf per Viatico Vinfermo, che alla matrioa , cftodo fano, fi comunico per divoziont, Gaíparo Hur. rado , Hurtado di Mendoza , Ludouico di S, Giovanni,$ altri, che cita Leandro del Saz Cramento part. 2, trat. 7. difp. 2. quefl. 6. Tur: riano, elo feo Ochagavia , quali cica , e (e. gue Diana part, 5. trat. 3. refol. 33.€ nella part. 8. Trat. 2. refol. 87.5 Sed afirmatinam, anen. do citaro Horrado, Zambelo , 8: Elcobar, ag. givoge con Chriftofaro di Garzia , che queíta opinione ha praticara alcune volce la Compa. guia di Gicsú, 81. ll mio fentimento €, che; quantunque Proa ,cPalrra opinione fa probabile ; 00n vi fa obbligo di comunicará la feconda volta per Niatico nm queño cafo, broche tenghi, che poña tarfi lecicamenre. Che 000 vi ía cbbli- go, li prova ; perche quello , che per divozio- me lento Meta ,ignorando efier giorao di Fe. fia, lapendolo poi, non € obbligaco vdirne áltra, wma credere d'auer fodisfarro con quella, che vdi: Come iniegozi nelle Conferenzoe Trat. 3» Conferen. 3.5.3. ram. 19. Ádunque quello, the per divozione A comunicó , Igaurando quelto pericolo di morce , che gli ancua da fo- praginngere ¿60n fará obbiigaro comunicaríi la icconda rolta , fopravenendogl lo litio pe- ficolo di morte. Che 6 polla comunicare la jeconda vola in queño cajo, E prova ; perche; Tratrato X111. DellY"ficio de' Parrochi . fe alcuna coía aneie de oftare ; farebbe la Prol: bizione , che la Chicía ha farco, di comunis carfi due volte ja vn giorno: cap. confulmiftis , de celebras.. Miffar. fed fic ef , che della piera della Chieía non ha da crederfi, voglia obb!i- gare con canto rigore, che priui i fuoi figli del conforto di riceuere per Viarico ln queíta occañone il SS, Sacramento, fapzado, che qual. finoglia Criftiano fi prepara con pit feruore, ediligenza in occafoni tánto vreenti: Adun. que aueremo da dire , chein queíto calo porrd comunicará la feconda volta per modo di Viatico . 82. P. Altresi Padre , m'acculo , d'aner da: to la comunione due, ó tre voltead alcuni jas fermi , che non erano digiuni, C. Gliela portaua V.S. occultamente , d colla folennitá ordinaria ? perche ¡il porcarla occaltan é:e e proibiro per vnDecrero di N.S.P, Ianocenzo XI. Ípedico a 12. Febraro dell'auno 1679. € pubblicaro in Madrid l'anno ftefo il 1.di Settembre, come afferma il N.R, Padre Torrecilla melle fue Confwlte Trat. 3. Confulti 13. num. 37.€ deceo Decreto riferifce il R.P.M. Lumbier al fiae del Tomo fecondo della Somma d'Árana , Le P. Padre, mai portavo occulcamente i Vias tico , ma fempre colia decenza donuta . C. Perícueraua fempre linfermo nel mede. mo pericolo di merce? perche , le ne vícl,e miglioró, e doppo ricade vo' alera volea la prricolo ; chiara cola € , che fe gliha da dare il Viacico + P. Padre , non cefsó ¡il pericolo di morte, C. Aucua commeio qualche peccato grant linfermo , doppo d'auer riceuuto il Víacico la prima volta ? perche fe queño fofle , auena ob- bligo Piafermo di comunicará la feconda vol:a, nel'opiaione di Soro, Tabiena, €e Armilla, cicati da Diana part. 5. Trat. 3. refol.43.Quia: cunque jo fij di fentimento , che io queño calo farcbbe obbiigato confeflaríi vn'alcra volta, per efier il Sacramento della Penicenza neceñario alla falute ccerna , ma non farebbe obbligarod riceuere la feconda volta la comunione, ptr non efere ella mezzo necellario , e precilo ptr la faluce , e perche gid aucua compito al pre» cerco Divino di comunicará ia pericolo dí morte : Icá cum Lugo , Hurtado , e Ochaga- uia , Diana ibid. P. Padre non era quefto , per effercaduto in ruoua colpa grane informo, doppo d'auer : cenutoil Viacico, ma per auez dinozione di comunicaríi piú rolre. C. Gliamoisitraua V.S, PEncarifiiz, fendo digiuno ? perche ; fe cosi fofse , Cerca C0- ía €, chejgli fi porrcbbe dar piú volte. P. Padre, glic Pamminiftrano , non elfendo digiuno + 33. Non dubito , che pofía daríi la comi- » piont

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