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342 quafi acciecari negli occhi da fulgoregeianii raggí, che cramanda quel? Ofia confacrara non ardifcono rimirare con libertá miderio si venerabile. .Quod Angeli, «dice Crifoftomo hom. 80, ad Popul. Antioch., videntes borrefeunt, neque libere andent intueri propter emicanter inde fplendorem , 'Quefñto Sacro impiego, che, febbene con emulazione divoca ammiravo iSerafiai, non ebbero tutcavolta fortuna di vederlo fuo ; ha configuato la Divina Bonrá agli huorsini, creature per natura d'ordioe molto inferiori a queiSourani Spirici. Quanto dunque den'ef- er la ftima ,colla quale vencriamo, E: apprez- alamo in noi medemi diguitá canto eminente; e quaaro e douere, che noií porciamo , hon come figlidei Secolo ,¿ma come Cirtadini del Ciclo? Tale há da eísere la purirá d'sn Sacér- dote ,diceS. Giouanni Grifoñomo lib. 3. de Sacerdor, Che fe folse collocato in mezzo degli Angioli, potefse flar con decoro , e lenza dif dirniin lor compagaja; Neceffe et Sacerdotem fic effe paran, vt f1in Calis ¿plis collocatms , inter Calejtes illas virentes medins fiarer . Ríficcra V.S. fe tale € il fuo cuore; confideri per vica Ína , quanto poca € la candidezza de fuoj cofturoi; ofserui, cheil fuo obbligo € mol- to differente dalle fue opere: non fia ella del numero di coloro , che abbomína David, Pjal. 48. che non fepero intendere la grandez. z2 del loro onoratiflimo Víficio: Homo , cam in bonore efJet ,non intellexit , per mon aucr ía. puto , che l'impitgo , Víficio, e Dignira Sa- cerdotale € tánto fublime , che non á trova eminceoza, a cui pofa giuftamente pirago- narí , come difíe S, Ambrogio lib. de Dignitat, Sacerd.cap. 2. Honor , (7 fublimitas Sacerdotlis nullis potefi comparationibws adaquari. Efleodo poi la dignitá tanto fublime , non fará ragio- neuole, che fijoo i penfieri vmiliz efendo P VE ficio tanto grane, certo , che grauji hanno da eticre anche icofumi. (Ambrof, ibid.) Ne fi honor fublimis , € vita deformis . Vorrei Siguor mio, che capiíle , che non tbtro quello , che € rolerabile in vn Secolare, puo toffrirh io vn Sacerdore: le parole di ícher. zO , digiuoco, di burla, cheio yn Secolare ñ ponno difiimulare, in en Sacerdote laranno abbomíneuoli. Come temerario cafligó Dio con lommo rigore il Sacerdote Oza (a, Rez. 6.) Perculfit cum fuper temeritate fua ; 82 il íuo ardire, € peccato confifé, dice Teodorero, che ptr vedere, che, portata Y'Arca da Fili. ficiioura d'rn carro, Dio li antva tolcrati; penso, che fecendo egiio ficgo, Ini Pure aue. rebbe lofirio : ¿oc cum fefellit., quod fi ema ab alienigenis , memo: nocunt: Singanno di mol. to nel pebfare , che gli cra iccico quello , che 41 diflimulava con aucri, che non abenano tape cbbligo:E fe ció, che puó perdonark in yo 'Trabtato X1T.Dello Stato de Sacerdoti 00005 Seco:are, 00n deu? pratitará dí Yn Sacerdo. te; Che fará, fe wn Sacerdoce: prárica quello, che non € lecito al Secolare? Quanto deceña. bile fará , che vn Sacerdore coa fumi nel ginoca ció , che douena difpsíare fra” pon+ri? Come fi potrá foffrire, che 555 pregiudiciali impiés ghi coaíumiil Minifro di Dio quello, che ha ricenuto dall'Alctare, e dalla Chiefa? Quanto inigua cofa fará , che jj Sicerdote accomanato co'¿ Laico , e diuenuto huomo del Secolo , Ipenda in conacrlazioni fecolarelche si mala. mente il tempo , e che ia quelte'fi Faccia vedere orfdegnato , or iarpazizate ' or ádirato al ve. derí poco fecondaro dalla fortuna ¿e che pera de, fenza guadagnare ¿uo danaro, edeado con quefto motivo agli aleri di rila , di fchera' ni ,e di fcandalo? Mon pote foffrite Sara, che' i(aac giuocade con lfmaeje, per efler guetto di condizione inferiore ( Gen, cap. 21.) Cum vi. diffet Sara filuen Agar ZEzypria ludentem cum 1faac , Tc. E molto peggio parra , Che vn Sa- cerdote $ dinerra con poco fuo decoro, co' Se. colari, dando loro occañone di perdergli il buon concerto, e di non fare della Suprema lua digoicd la ima dovuca ; lfaac , dice il Lio rano, era Ñato coulacraroá Dio: Ifaac fueras Domino confecratas , e non era decente fi fran milchizde in ginochi con Hmaele , che era di ftaco inferiores fará fenza dubbio indecenza grandiílima, che yn Sacerdote dedicaro, coníacrato d Dio, 8e inalzato a Digaicd tanto foperiore, fi framilchi jo ginochi, pañacempl, Icherzi, burle, co” Secolari , che fono d'ordine molto ¡oferiore., Sappia ella alcresi, che vn Sacerdore, che non profeña le leggi della caftica , € molto elo. fo agli occhi Diuivi, come moftra quella legge, nella quale ordinó, cie niun Sacerdote defcena dente da Arone , che auefe macchia , aca saccoflafie ad offerir Sacrificij: ( Lenstici 2he UV. 22.) Omnis qui babaerir maculam de fensine Aaron Sacerdotis , non acceder offerre boftras Do» miro: Elseodo Dio la felsa puritá ,come nos loffenderanno ¡ Sacrificij d'yn Sacerdote im. puro Non volle Dio ue fuoi Alrari il mele nelPantica Legge: ( Levit. 2.5, 11. Nec quid quam mellis adolebitis im Sacrificio Domini; E l4 ragione fú , perche l'ape , che lo fabrica, cra i fuci natali da pucrefarti cadiveri de gi0ucti chi ,come Ícriue Filone Hebreo Lib, de villima cfferentib. Fortaffe, quia collelbrix ers apis ame mal efi impurum , natum é putribus bowm , ve fertur , cadaneribus: Va Sacerdote doucrebbe elsere piú puro , che il Sole ; modefto nel con- utríare ¿raccolzo ne” portamenti : afezzion*- toalla retirarezza ; caño di cuore , cándido ne' peoficri ; imiíurao nel parlare ; morigsrato nel flo trarto ; attento ne pañi, cauto, € pe lato nelle fue azioni: Che per quefto fi chia- ma Aogiolo nella Sacra Scrictura( Malachi CAP»

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