BCCPAM0001162-4-1600000000000
340 T'rattatoX. 11. Dello Stato de" Sacerdotí... eb" erapo rimaftiá reddici della fondazione, no"! fece, dicendo ,che gliers proibico per va Decreto del!a Sacra Congregazione . C. Taíso il Fondatore la Jimofioa , dicen- do, fidia tanto per ciafcheduna Mea al Ca- pellano? P. Padre , non la tafsó , ma folo lafció al- cuni cenfi, e poderi, ordinando, chei fuoi reddiri feruiflero perl Capellano , e chedicehe tre Mee ogoi lercimana . €. Alprefente quauro lard rimafo per lo fiipendio delle Mefe 2 P. Padre, viene ad efere vn real di placa per ogni Meña . C. Quanro Aipendio fuole ordinariamente darfi ncl fuo Pacíe per ogni Mega ? P. Padre , l'.ordioacio fono due reali di placa . C, Non oftante il Decreto della Sacra Con- gregazione, che riferiíce Barbola de poteft. Ep, part. 2. alleg. 29. num. 6. e Bañito Verb, Mifa 7. pof mum. 8. € probabile, che il Veícouo pofía ridurre le Mee d minor numero , quen» do fono molto deceriorate le rendite , che Ja. íclo il Fondatore: Ita cum Marcantio tenet Lumbier Tom. 1, fragmene, num. 131. pagina Comibi ) 329. L'vno, perche dice Marcancio, che il Decrecto d'Vibaro Oiravo non € riceun. to jo Spagna : e Valero, perché e probabile, che i Decreri della Sacra Congregaziones, quantunque fjao di grandifíima aucoricá , e flima , non fanno legge; come con Suarez, Vaíquez, dl alcri difli nelle mie Conferen. Moral. Tom. 1, T rat. 13= Conf. 3. $. 2-1400. 170 373. Er aggivoge Lumbier ibid. che, le le rendite della Capellania hanno fcemaro del tueco , puó il Capellano con ía autoricá pro» pria laiciare di celebrar le Mee : Se rimalero alcune rendice , 0 il Fondazore rafsó lo fipen. dio per cialcbeduna Mea , 0.005 le Pafegno, € le rendice von arrjuano ad e€fo , puó ridurre le Mefe al numero , che corrifponde alla quan- ticá delio fipeodio allegnato dal Fondatore: Se non allegno ipendio rafaro, O giungono le rendite 2 tanto , quanto fi dá regolarmente di ftipendio per le Mee fciolce,ó nó ; Se non givogono, puó dir le Mefie fecondo queilo, che corrifponderebbe allo flipendio comune ; Se Givogono á tauro flipendio, non puó dimi- sauirle leoza aucoritá dell'Ordinario : Turca e dottrina del M, Lumbier nel luogo citato, 174. P.Macculo Padre, che alcune rolre fono taco trafcurato nel celebrar preftamente le Melle , che mi lono fiate date per ftipen. dio . C. Quanto tempo fuole V.S. difftrirle ? P. Aicune volre due, O tre Meb ¿8 anche quaitro men le differijia vna occañone , C, Lt Mefic turono ordinare d Y.S, da vna fcla periona , O da molce ? P. Padre, da molte.. E C. Il differire molco tempo la Aelebrezione delle Mefle pigliate , € peccato mortale ; come con Rodriguez, Silueftro, Enriquez , Se altii, dice Marciao di Bonacina tom. £. difp.4. deSa. cram. Eucb. quafl. vli, punél. 7. 5 5. aum.1 Ma qual cempo fia notabile, e la difíico!tás Villa lobos nella fua Somma part. A. Treat. 8.dific. 18, tiene , che pudil Sacerdote prender l'onereio vn medemo cempo di cinquenta, 9 fefanta Meffe 5 equeñe finice, prenderne alorecante, Ma quefto sintende, quando il Sacerdote há turte le Mee libere ; che ferhdalere obbligazi. oni di Capellanic, ó coía Gmile , ha folo di cd. ricarfi di quelle , che puó fodisfare in cinquan. ca, O fefanta giorai.. Lerndro del Sacramento. tom. 2. trad?. 8, difput» 4. quel. 18. dice , che poano diferir á tre meli. Diaoa nella 2. part. trat, 14. refol. 35. pare approui l'opinione di Villalobos; e doppo cicando perefÑa Garzia, la (iegue part 9. trat. 6. refol. 55., e non ri proua (benche paia non fiegua l'opialone di Leandro) nella pars. 1h. trat. 7. refol. 25. $ Notaetiam , 175. l mio lenrimento € , che Popinione di Leandro ,e Villalobos, potraano feguirá coll arbitrio , che da il M. R. P.M. Lumbier nella Sommadi Arana, Tom, 1. num. 132. 8, che il Sacerdote applichi in quefto calo la par- te del Sacrificio , che apparticoe d lui, fecondo J'intenzione di quelle perfone , alle quali diffe- rice le Mede: € aggiunge , che di queño , ptr eller foio probabile , son ha da feruirf , fe non con cauía , per difícrire le Meñe : lo fecondo, le le Mefic fi prefero da vn folo foggerto , pe- tráono prenderfene fino d fefanta ¿ perché la- pendo , che ogaj giorno fi celebra voa fol Mel: la , per il medemo calo , che ne prende feganta afeme , pare ceda del fuo dritco , e permetta fi dificrifcano a iíeganra giorní, come dice Pellizario nel Manual de Reg. Tom. 1. Trab.du cap. 9. Sef?. 3. num, 72. E da quetta doctrina s'inferilce, chz de va folo e quello, che di le Mefe , potranao pigliarí¡ quelle , che fi pone no celebrare la tre Mefi, pojché altresi cede del uo drirto , Ma quefta dorrrina di Pellizario, dá mio gía" dizio ,ha bilogno d'vna preciía limicaziont, 8: e, che quello che. dá le Mee , ña Padront del fuo Ripendio: perche , fe quello , che di e Erede, 0 Fideicommilario, nou puó quefo cedere al dristo del Teftatore , SÍn danso dell'anima permetrere, che il Sacerdote differilcaz molto la celebrazione delle Met. Per cerzo dico , che, le le Mefle (i dimanda0 per qualche veccilicá vrgence: v.g. per voló fermo , Che é ja pericolo ; per vaa donas , Che e di parco, non fi ponno differire , ma ha900 da celebrará Íubico , come dice , e bene, Lea0- dro , vhi fupr, E Er p E 376...
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz