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Capitolo IV. Parte I1I. Dello Ssipenidio delle Meffe - 337 peccato veniale dire jo imiglianci gioraj Mefsa voriua ¡e no'l farebbe dirla del Santo + Nel che cobuengo con Leandro z e mi fondo in queto, che l'intenzione di quello, che dimanda vna Mcísa, há da eísere ragionenole : non ¿ragio. neuole che fi trafgrediíchico le rubriche del Melsale, e i Decreti della Sacra Congrega ziope celebrando Meísa vociua in FeRa dop- pia: Adunque non s' ha da credere, elser que fia la mente ragionenole di quello, che diman- do la Meísa : Adunque ancrá da dirá queila del Sagto che occorre, 139. Senonfi dimanda per qu:fto giorno fiíso. la Melsa , ne per neceliicad tanto vreence, chenon ammerta dilzzione ( parche, fe ció folse, s'anerebbe da celebrar fubico, per on perdere Poccañone di dimandare a Dio ¿(uo tempo per mezzo di tavto Sánro Sacrificio il rimedio del eranaglio , O infermicá ) in quelto calo potrá diferirí la Mefsa finché occorra yn giorno di Frriz, O Santo femidoppin ,ó femplice, 8 in quefto giorno há da dirá la Meísa vocina, che 6 promiíst : N:] che con- uengo con Nanarro, Bonacina , e Diana: Et ela ragione, perche come in giorno di Feria, 9 Santo femplice, O femidoppio, we liberta di dir Mee votine, e non s'oppone d quefto jl Decreto della Sacra Congregazione; fi man- cherebbe alla fedelrá, non compiendo quel. lo s € promeio : Acunque fará peccato ve niale. 160. Lo ftello, che hó rifioluto in queño calo tengo, che abbino da fareiCapeliani, che nelle lor Capsllsnie hanno fondate alcune Mei: votjue per giorni derorminaci; che, fe ia quefti giorui occorre Santo doppio , hanno da dirfi del Santo : E le femidoppio, femplice , Ó Feria, fi dicano le voriue, che ordino il Fon darore : Se foríi non fono Ferie, O Infraotraue, nelle qualile Rubriche proíbilcono Mefe voti- ne; che io quefti gioroi hanno da dirfi della Feria , 0 lofraotczua . 161. P. M'acculo Padre , che io hó vna Ca- pellania , quale m'ordina dir le Mele oella Par- tochia di S, Michele, a2l'Alcare di S, Fran» celco , Sc io alcune volie 'hó celebrace in alzra pare. C. Sono flate mole le vol:e, che V.S. ha celcbraco in altre parti? perche , fe foflero due, Otre volee Panno , per la parvitá di materia, bon larebbe peccaco morcalez come dice Dia Da part. 2. T rat. 14. refol. 29. 8 anco , efico do con cauía ragioneuole il celebrar in alero parti rare volce , lo fcuía dal peccato veniale Leandro del Sacramento Tos. 2. Trad1.8. difp. 4. quafl. 24. P. Padre , molte volte celebravo in aleres parti. €. Aucaa per quefto licenza dal Veícono? perche , eendoui canía giufta, puo il Velco- no difpenfare, che (i dicano in altra parce le Mefle, che laíció il Fondatore; come dice Baf- feo Verb. Miffa 4.num. 2. Lumbier nella Sum- mad' Arana Tom. 1. num. 133. P, Padre, non auevo licenza, ma io di pro» pria aucoricd mi rifoluei di dir le Meie io alera Chitía . C. Adunque V.S, commile peccato morta- le: :á cum Fagundez , Rodriguez, 8 alijs Di+oa fupra, Enriquez , Nauarro, Soto, Azor, Silvetiro, Tabiena , 8% alij apud Leandrum loso nuper citato: Dimodo che il Capellano , al qua!le il Fondatore ordinó , che celebra ffs nella tal Chiela, ó Alcare, pecca granemence, le mire volre celebra in alera parce fenza diípen - la del Superiore, 162. P. Badre, aucró alcua* obbligo di re. lticuire per quelte Melle , che hó celebraco in altre parci? C. Faroa di parete., che in queño cafo ; vera obbligazione di refticuire , fupplendo al» tre Meflz ne' Luoghi douuti, Azorio, Niuarro, ee alcri,checica, : fiegue Faguodez, in pra- cept. Eccl, lib. 3. cap. 9. num. 9. E' peró proba- biie il contrario , e lo tiene Diana nel luozo cita» to. Pofíenioo, Barboía , 8 alcri, che cicati fizgne Leandro vbi fupra , quelt. 25. 163. P.L'auuerco peró , Padre , che l'Alta- re, nel quale il Fandacore m'obbliga celebra= re, € Priuilegiato . C. El'altro, nel quale V.S, ha celebrato, era alcresi priullegiato? P. Padre, alcuna vola celebrai iu alero Al- tare prinilegiato 8 alere volce in Altare, che non era tale. C, Aurua V.S. alcuna Medaglia, 0 Co- rona, alla quale fofle concelfía grazia dica. uar vb'aoima dal Purgatorio , celebrandof con efa ? P. Padre nó. C. Per le volte, che V.S. celebró ia alero Altare priuslegiaco , benché peccafle grano» mente, come hd derto ; non há peró obbligo di refticuire coía alcuaa 3 poiche fuppli al fuk fraggio dell Indulgenza: E fe le volte, che celebró in alero Altare, che non era priuile- giaro, aucíf: auuco Medaglía, Croce, 0 Co. rona ,alla quale fofle concefa grazia di libe- rar anime dal Purgatorio ; ne meno le reftaua obbligo di refticuire cofa alcuna; come con Diana, Leandro, Garzia , 8 aleri, dice Torres cilla nelle fue Con/ul. Moral. Trat. 3. conf. 6. nu. 14. ma poiché V.S. non ausua tal Meda- pliz, Croce, ó Corona, ha obbligo di refti. cuire per quelis Mefle , che non celebró in Alta- 1e priuilegiaro « P. E che ho da reflirnire, Padre ? €. Per ciaícheduna Mefa , che lafció di dire in Alrare priuilegiato , puó vificare vna volca i Cinque Alcari, ne giorni, nc” quali caga Vr rn
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