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336 | to nella Propofizione 9. d'Aleísauaro: puó pt- ro auere qualche interpretazione , e laricu- dine ,come rifolueró coll interrogazioni fe- guenti, Quefti tre reali, che fi diédero á V.S. di Ri. pendio , erano di fondazione di qualche Bene- ficio , 0 Capellania . che V.S. pols:defse ? Per. ché . le queño fofse , poteua V.S. farle celebra- re, dando lo fipendio giufto , e rifervando per fe quello, che v'era di piú dello Ripendio comune , € ordinario ; come dice Torrecilla Jopra la detta Prop. 9. num. 1. P, Padre , non erano Meís: di Beneficio, ne Capellania , ma di ftipendio fciolro . C. La perfona, che ordivaua á V,S, quete Meíse , le profeísava amicizia ftretta , di modo che poteíse crederfi , che le delse per regailo quello Ripendio vantaggiofo? perche, quan. do per quefto rifpetro , Ó per Pautoricá (pecia. Je del Sacerdote,d altro motivo fimile, G dá ec. cedente fipendio, puó tracteneríi l' eccelso, dando agli alrrile Mefse collo ftipendio ordi- nario : Torrecilla ¡bidem . P. Padre, quelto non fú per farmi grazía,oé per profefsacmi firerea amicizía ; ma perche cosi folena fare la tal perfona , che mi diede la Mcísa . 156. C. Ec il Sacerdote , al quale V.S, ordi. no la Mesa , e diede mincr fipendio di quello V.S. aucua riceuuto , apena, che d Ii era Raco dato maggior ftipendio ? P. Padre si. C. Econuenne volontariamente in pigliar lo flipendio , che V.S, gli diede, 9 pure lo pre- le per violenza , O per timore , che nelPauneni- re V.S. nou doueíse pid prouederlo d'alcre Mel. le , lc non pigliaua quelle ? P. Padre ,come che gli diedi lo Ripendio comune, regolare, 8 ordinario, egli volon. rariamente , € dí buona voglia lo.prele , C. E non ando V.S. cercando or queño , or quello, per ritrouare chi le diccfs: per minor ftipendio ? P. Padre, il primo, al quale parla, s'of. feri fubito per quello con fommo fuo gue fio. C. Né meno V.S, contefe con quello circa il doner e/ser tanto , Ó quanto ? P. Nó Padre, fú quieriffimamente : lo gli dif ¡A me [ono flate date cante Mefse a tre reali di limolina ; vedi le vuoicelcbrarle per lo flipendio comune , € corrente; e fenza altro dire Conucane d'accertarle., C. Suppofto quetto , pote V.S. difpeníar queñle Metic d misor Ripeadio di quello ricenes Ccsi fence con alcuni Modernj,. che taciuto il neme Cita Lumbier ne fragm. Tom. 2.fragm. 2. mum. 5938. fol. ( mibi) 569, € conilcorío Moráie ,e Prado , dice il medemo Torrecilla sacd vb: fupra num. 19. pag. 177. della 2, impref. Trattato X11. Dello Stato. de” Sacerdoti; Di force, che, non oftante il Decreto d'Viba: no VIII e di Alefiaudro VII. puo il Sacerdore, al quale € dato maggior fipeadio , diípeolare ad aicrile Mee, dandone loro minore con queño peró , che dia ad efi lo ftipendio giufto, e Corrente,e che ció non fi faccia contendendo, eco Concerto iirigiofo; ne li vada cercando or Prno, or Valero, chic le dica con minor hi pendioe quello, che fe le addofía, fappia, che Palcro, che gliele dá , ha riceuuzo maggio. rc fiipendio ; e fenza violenza , mé cimore, Co. uenga dirle per meso : perche andando la co. fa ia queíto modo., fi prefume , che ceda Pal. trá parte dello fiipendio, che Valero tracriene períe:e G come, f2 le diceñe fenza Ripeodio alcuno meré gratis , potria Valero reftaríene con tucco lo ftipendio ; alcresi porra reltaríene con parce quando gli vengono decte volontarian mente per meno, 157. P. Padie nvaccuío , che auendomi ora dioaco voa períona, che le dicefli voa MeÑa votiua di Nofira Signora, dandomi il giullo flipeadio, lo wm” off:ifñ di dirla , € poi non di 12 Mela di Noñra Signora , ma quella del giorno. C. Sentono Nanarro , Bonacioa , Diana, k altri, ch: cica Leandro del Sacramento Ton 2. Trad?. 8, difp. 7. quel. 67. che we obbligo di dire la Melia, che li promile ; ma che quel! obbligo non € forro peccato morrale, ma ríe pjale. Il medemo Leandro lente per probds bile , che ué meno € veviale.. Jo giudico, che s' abbia.quefto de rifoluere con pit die flinzione , come moltrero. nelle dimande lie guenti. 158. Mi dic : gli fi ordinaca per giorno decerminaro queña Meña ? P. Nó Padre, folo mi difse , che diceflile» condo la fua jacenzione vna Melsa di N.S- gora. C. Glidimandó queña Meísa per qualeh bilogno apprertaro, come per la laluze di qual: che infermo., che folse pericololo., O pes alo accidence , che voleíse pronto rimedio ? P. Padre ,non aueua vrgeoza, ch'efgels con queíta proncezza la Meísa . C. Ul giorno , per il quals ordinóa V.S. 1 Meísa , fi faceva di Santo doppio ¿ P. Padre si. C. Eti glorni feguenti ? P. Padre il giorao fegueare fi recicaua l' VÍ: cio d'rn Santo femplice., £ in quelto giorno celebraila Mella. f. C. Se la Mefsa s'dueíse da celebrare ¡a gior" no di Santo doppio, quantaaque fi dimaadals* votiva di N. Sigaora, noa posrebbe dich, pt che quelto € contra la rubrica , e contro Ja dl chiarazione úella Coogregazione de” ricj, che ha comandato , che in giorai di Sanco doppi» non (i dicano Meíse votive; 8 almengá pecca.

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