BCCPAM0001162-4-1600000000000
E poco zelo d'aleun: Confefjors . 43 S. Vitrore, peéMIniári quefti medemi diferti: Quelli de'Miniftri confiñono in queftos che a feconda del loro genio , d inclinazione ( non fia qualche volea paflione ) annune ciano al penitente cofe profpere , ó lo riempiono di fpauentofe minaccie + Quamio, (> quibus volebant promittebant profpera . Quando, (> quibus volebant, minabantur aduerfa, Trouano Teologie favorenoli per vn caío, che porra vn penitente; e queÑe Teologie nob praticano in cafo fimile d'altri penitenti; fono entro dolcezza perle perfone dilo. ro genio , e tutto rigore per quelle , alle quali non ce hanno, Co"! ricco , quantiinque pernerío , fi diffimula ; 8 il pouero, quantunque bueno, fi ponra ; cosilo protefta S, Geronimo : € vt lequar quod feutio ; difficile hoc malediÉto quis carere poteft, cum E malis frequenter adulemur prepter potent:iam , Y bonos defpiciarmus propter mopiam . 6 Moltifono glinganni, e le pazzie, che fi rirrenano oe peccarori, a quali non fo- no da'Confefiori fuelare : Viderant tibi falfa. € finita. nec aperiebant iniquitatera tuam; enon iccprendofi la piaga, bilogna per neceflicá, che fi faccia vana la cura, e fe ne ri manga feoza rimedio l'infermo . Dice il Penitente, che há efaminaro la fua cofcienza, per andare co” procefio delle fue colpe ben formato 4 quel Sagro Tribuuale ; e vedrá ¡l Conf: fore , che quefto e molte volte falío : viderunt tibifalfa 3 poiché non porta il nue mero de'ívoj peccati, ne le circoflanze necefarie . né la qualica delle colpe ; il che facila mente fi conofcein molktiffime perfone ¿efe il Medico fpiricuale non gli fcuopre queño fuo ivganno 3 quando coll'interrogazioninon puo fupplire la mancanza dell'efame ne. cefíario nel penitente, come lo lanerá? Quis medebitur tui ? finifce di riferire il procefa fo de'fucireari al Confefiore, che € Giudice: dicendo, che non há alrri peccari, e fe con qualche diligenza s'interroga, e fi efamioa, fi trouerd alcuno , cheliracena ;e moltiffimi non Ji confeñano , dicendo , che il Confeffore non li há interrogarí : Pefamia ni, Pinterroghi le há tacciuto nelle corfefiioni pañare ne'primi anni della fua erá qual. che peccato con qualche rimorío , fingolarmente nella tale, ó ral materia ? £c. Non Jauorando con zelo , manca Vapplicazione follecita; mancando queÑa non fi Ícuopre il peccato : nec apericbant imiquitatem tuam ; e reftandogli la pisga occulra nel cuore .é neceffario, che moia feoza rimedio ; forza € , che Pinfermo perifca , non Ícuopren= dofi Pinfermitá ; Quis medebitur ui? 7 Non é mia la colpa, dirá il Confeffore ¿fe per fua malizia, Ó vergogha non mas nifeta il penitente il fuo peccaro; io non eli dico, chelo raccia; egli e ilreo, 8 ¡ll teftimonio , lo ¡l Giudice , che hó da dare la feotenza fecondo quello, che mi ríferifce: adunque fe egli ovinformó male, a lui deve impurarí. e non a mé : Non nego che il Confefore fia Giudice , che deue fentenziare fecondo quello , gli allega il penitente; nen mi potrá pero negars ¡l Confefíore , che non fia anche medico dell'anima , che vie- ne a fuoi piedi inferma : come Giudice , gli bafta Pinformazione del penitente ; má co- me Medico deue coccarli il polío, e per tuecii mezzi poñibili farfi capace della fua in- feroitá per guarirla . E' vero, che anche a' piú: zelanti , 8: applicaci nel loro efercizio fogliono alle volte i penitenti occuleafe il peccaro per prapria malizia ,Ó vergogna ; é pero altresi coftante , che yuefto mole volce prouiene, 9 perche il Confeffore non ia- terroga , come deue ,¡l penitente, O perche lo riceue , O rratera con poca vmanicd ,e molto rigore . Aucado crafgredico il commandamento di Dio Achan,.e venuco alla prefenza di Giofue , quefto ptr indurlo ¿ confefíare il fuo peccato, gli dife : Fili mi, da gloriam Domino Deo Ifrael, f confitere, atque indica mibi quid feceris 2 No'lvicene con aíprezza , non gli fi mofira co'! volto efzfperato , ne gli parla con voci di rigore, conofcende quefto gran Capitano , $e infegnando a noi, dice PAbulenfe , che la fuani. tá e potentiflimo rimedio, per animare il penitente a manifeRare il fuo peccato + Vo- canit Lofue Acham filum fun » elf enim modus dulcis ad fuadendum conueniens 5 boc vt in- duceret eum ad confitendum quid fecifJezs Quelio, che vá acontefari, d'ordinario vi vd occuparo dalla riuerenza, € verecondia; la riucrenza di si venerabile Tribunale lo ricm pic di cimore;e la verecódia di mavifeítare le fue proprie miferie gl'impedifee 1) libero vío della linguashá di bifogno,che il Confeñore, come Padre Yanimi,e come Paftore lo [ciol= ga: e le alla paura , eroflore, che há il penicenee, aggiungr il Confeflore Vafprezza de!le parole,Ja durezza nel modo,la feccagine nel cractamento, e contra il derrame delio Spi- rico Santo, affiige il cuore del pouero pe nitente: cor inopis ne a fflixeris; e chiaro, che-con quefto lo difanima a manifefare la fua colpa: Non deue farfi cosi,dice il P.S. Agoftino: Sacerdos adfis benenolms , paratms erigere, E fecus onus portares Adinuet confitentern ... In- wet leniculo , confolando , [per promisttendo , 7 cum opus fuerit , etiam increpando :: Sit par- ticeps laboris , qui particeps vule fieri gandy 3 _Moftri il Sacerdote yna benenolenza affabi- le ; fia pronto á rileuare il caduco con piecá dalla [ua miferia ; viva di pi. , Vgo de S. Viét. tom. la Annot elus cid.in Thre- nos Hierem. luper hunc veríum. D. Hieron; tom. 5.1.1. in lam, Hier, £ap. 2. mos hunc vers, fine * Iofue cap.7. V. 19. Abulen. jo eum locum, queít. 47. Ecclel. cap. 4 V. 3 D. Augutt. lib. de vera, 8z falía pen. Co 2e
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz