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J a , 312 Trattato X 11. Dello Stato de" Sacerdoti . C. Come era queña interruzzione ? P, Recitano vn Salmo , due, 6 cre, e cea. vo,e poi tornauo a continuare, fenza rico» minciare dal principio . C. Palíaua molto tempo in queíta ínter ruzzione 1 P. Padre alle volce si, 8 alere P'inrerruzzio- ne, € mediazione era poca . C. Leño, Ledeíma, Villalobos , 8calcri, che ciza il N. Padre Leandro di Murcia , ibide num. 12. € fopra il Capit. 3. della Regol. Serafica (aPs 3. 5. 2. 14M. 12. Ífentono , Che ; quantun- que l'interruzzione dell'Vfcio Divino fa bo- tabile ,e per molco tempo, € fenza cauía giu- fla, von € peecato morcale il non riperere dal principio : perche (dicono ) che la continua- zione non € di fofláanza dell Víficio , ma del modo , e chefolo fará peccato veniale manca. resa queño modo fenza cauía . Di peccato mortale condannano aleri queÑña joteruzzione fatea Íeoza cauía giuÑa , le non íi roraa á teci- tarlo da capo: lá Nauarro de Orat. cap. 16. num. 75. Suar. Vaíq. 8 alcri, apud Murciam loco difquifit. cirat. m. 11. perche 'vnitá, O vnio. ne dejle parti dell Vílicio , appartiene alla fua íntegrica , e forma : Adunque recitandolo con notabile interruzzione , e lenza cauía giufa, lará peccaro mortale. 103. Quello , che jo fento , € primieramen- te, Cheje Pinterruzzione € breve, € per poco tempo, efenza cauía, lará peccato veniale, e non mortale ; perche non ofiante quefte leg- giere incerruzzioni fi concinua moralmeoies J'V fficio : 11 fecondo , che il feparare i Noccur- ni del Mattutino, e recicarli diuií , quautuo- que paflino tre ore da wno all'alero , nou € peccato venjale, auendoui canía giuta : Bal. ico Verb. Hora Canonica 3. n. 2. Navarr. fupr. cap. 3» 1. 64.8 d Leandro del S.S. Tom,6.T7 rat. 8. difp. 4. quaft. 73. fine , pare, che anche fen- za cavía giufta non fará peccato veviale , re- cicare divifi i Norturni: il che non tengo per imprebabile; perché ciaíchedun notturno há metno connellione, chei Salmi d'ro'Ora fra di fe: Ilcerzo, che fe v'interuiene cavía giuñta, non fará peccato interrampere qualíiuoglia, Ora dell Víficio Divino , quantunque fa per molo tempo, perche inceruenendoni cinía giufta , Í coonelta lirriunerenza di recitar dif. continvatamente l"Víficio 3 11 quarto , che; (e fenza giulta canía sinterrompe notabilmente J'Vílicio , lará peccato mortale , fe non í ripe. te dal principio : Sic DD. citaci pro 2. fententia: E cavía giulta fará, Paliítere al Coro, l'amo mivilirare i Sacramenti, laceudire ad yn ne- gozio graue , che noa ammette dilazione , Sr alcri miglianti, 104. E. Padre m'accuío , che vn giorno re- cizi valle Lodi + Víficio , e dopo Nona recicai ii Mariutino » C. E perche 1 há recitato 16 queña, forma i P. Perché ero in viaggio . C. Enon aueva Breviario, per recicareil Mattutino auanti ? P. Padre ,non portavo altro , che il Diure nO». C. II peruertire 'Ordine dell'Ore , quantun. que ha fer:za cauía , non € peccaro mortale, Co. siinfícegna colla comune Diana part. 2. Trat, 12. refol. 16. perche in queño non fi manca ja coía loftantiale , ma folo ¡n cofa modale : € (e we cauía giufta, ne meno € peccato veniale: la cauía, che V.S, aucua di ritrouarí co'! Diura no ,e€fenza Breuiario , era baÑante per cular. lo da peccato veniale : Layman Tom. 2. lib. 4, Trato 1. cap. $. num. 7. $. Adde, P. Padre, nel Diurno mancaua la Comme. morazione d'vn Santo nuovo, ela daíciai an- che per farla dopo . C. Pote farlo fenza peccare: Lay maa ibi. dem . 105. P. Padre m'2ccufo , che in alcra occa- fione recitai con wn'amico, che gia aucuas detto il Martucioo, e cominciai l' Víficio con luida Prima, € di poi recicai ¡o folo il Mate cutino . C. Quefamico la pregó a volergll alurare a dire 'Víficio ? P. Padre si. C. Pote V.S. farlo lecitamente, richieño, 8 inviraro dal luo amico: Frá cum Siluefro, Caicrano , Suarez, E alijs Bunacioá de Horis Canonicis , difP. 1.9. 3» PUnct. 4-N. 3. P. Deno Padre, auifarla d'»na cola, % €, che quefto mio amico non recicana per cbbiigo I'Vfficio Diuiao , ma folo per diuoziont . C. Non importa ;e lecito a quello , che hi per obbligo recicare 1"VíRcio, dirlo a Coro con chinon l'há : Laymao vol fupr. num. 8. Altre caule vi fono di recicare leoza colpt alcuna | Ore, peruercendo I' ordine , comt Rar recitando vo'Ora, fenza ricordaríi , che non s'e recicaca antecedente :l'afiftere al Co- ro ; € fimili, che ponno vederí in Bonacina nel lnogo citato . 106. P. Padre m'accuío, che vn giorno, ftn- za auer deco Velpro ,e Compieca , diffi Mar tutino per il giorno feguente . C. Che cauía ebbe di far queñto ? s P. Padre, 2ucuamo Matcuciao d'obbligo 14 quella fera nella Chieía , 8: jo noa mi ricordal di dir avant: Ve/pro . C. L'há p:1ó recitato dopo » P. Padre si. C. Non peccó V.S. ¡a queño calo + Villalo- bos Tom. 1. Trat. 24. dific. 13. num. 1. poiché non manco alla foftanza dell Vfficio , de ebbe cauía , e Ícuía per mancare al modo » Alte molie prolifitá s'cf-riícono da e si tar
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