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Capitolo FI 1. Del! Y fício Diuino - 321 6 Martutino della Feria , quando donena re- citarlo di Santo doppio , non há da profegui- rePVíficio della Feria, ma recicare 1'Ore del santo ; e che non e obbligato recitare di nuovo Mattutino , e Laodi: la ragione e, perché in quefto modo fi compone vn'Vfficio formale , e moralmente; benchée materialmente non fa il medemo ; e perchée e meglio correggere l'erro reconoÍciuto , che profeguirlo : farebbe profe. guire Perrore , recitare "Ore della Feria, quan- do li conofce, che fi deve recicare del Santo: Adunque écc, 96. Dal detto S'inferifce , che quello , che auendo recitato turto Víficio d'yo Santo ,Ó Feria , e dipoi conoíce, che frecitava d'en" altro Santo ¿fe non vebbe colpabile negligea. za antecedente , né peccó , ne e obbligaco re- citare la Íeconda volta del Santo , di cui doue- va recitare ¿e fe v há anura negligcoza Colpa. bile precedente , fará peccato veniale quefla ne- gligcoza 5 ma non auerá obbligo ci riperere PVíficio, ne lará peccaco veniale il lafciare di recicare la feconda volta. Sic Leandro loco ci- tato quefl. 4. 97. S' inferiíce per fecondo, che fe vno re. cito d'alcun Santo il giorno , che accorrena nella fua Terra e doppo paísd io vv'altra, do- ve non erafi per anche farco 'VÍlicio del ral Sinto, ma s'erá trasferico, quancunque non fia obbligaro a recicare la feconda volta di quel Santo , ha peró potuco farlo , come dice Leand. ibid. q. 52. 98 P. Padre , io hó per coftume di reci. tare Martuciao, ele Lodi in giorno antecedente u'l tardi ; mi dica V.P, le faccio bene ? C. A qualora della fera fuole V.S. recio tarle ? P. Padre, alcune volte alle tre, d alcre alle quitcro di Notte . C. Gia per il coflume iatrodotro € lc. cito recitarle la fera del giorno anteceden. te per il giorno feguente; e quaneunque lia fenza cauía , non e peccaro veniale ; e ponno recitar alle tre , ó alle quarcro della fera , co- mecon Caramuele, Trulench, 8: aleri dices Diana p.10. Trat. 16. refol. 46. 8 aleri che tacciuto il nome cita Machado Tome 1. lib. 2. part, 3. Trat. 3. docum. 6. num. 3..(eotono , che pobuo recicarfi dopo le due, ma ¡one lo fe- guirei , oe configliarci z il primo si. S'auuerca, che qui fi parla all'vío ,che E concano Pors in Spagna . 99. P. Ancora Padre, alle volte recitauo Íolo Matcucino la fera, e lafciauo le Lodi per la macttina fegueore.. C. Aucua qualche cauía per diuiderlo ? P. Alcune volte per qualche negozio Occor- fomi altre per effer atcediato da cerci Matcu- tini looghi ; de altre anche fenza cauía . €, Aucadol caula giufta ,< leciro dividere E A a ¡il Marrucjao dalle Lodi, lafciandole per las martina del giorno feguente . E fe G fa fenza cauía , dice Azorio , che fard peccato veniale , part. 1. lib. 10. cap. 8. quel, 4. lo ptró fimo probabile, che an lará pec- cato veniale, quancunque fi faccia fenza cauía alcuna : Balto Verb. Hore Canonica 3. 14M. 2. econ Nauarro , Suzrez, € altri Leandro del SS. vbi fupra queft. 7o. Ec in quefto cafo dice Gauanco , che al fine del Matturino há da diríl FOrazione del giorno co'l Dominus vob:fcum Gc. Benedicamus Domino (rc. Videillum 11. Rubr- MifJalis , Seót. 4. cap. 2. H contrario afle= rifce con alcuni Moderui Saachez ns Contigli Tom. 2. lib. 7. dub. 20,8. 2. 100. P. M'acculo Padre, che non ho ofier- uato nel dire le Ore ¡il tempo derermiaaco ,che fuole ofiernaríi in Coro . C. Solena V.S, recicare fin'a Nona auanti mezzo giorno? P. alcune volte si, 8z altre le recicano dop- po m«220 gioroo . C. Le volte, che recitó doppo, fú con qual- che cauía? P. Padre, alle volce per fhudiare va poco la mactioa , e molce fenza cauía alcuna . C. Recicando tutto PVkicio dencro delle ventiguartr” ore dalle dodeci, alle dodeci del- la notre, li fodisfa baltantemente , per non peccare morcalmente ; E ne meno fará peccaro veniale, non recitarlo a tempi, che faole reci- tarfi io Coro, fe ve qualche cauía per recitar. lo auanti, ó doppo, come per ftudiare , predi- care ,confeflare, ó far qualche negozio con= uenjence; ma il non ofleruare itempi, 8 ore fegoare, non auendovi caula , fará peccaro veniale ; come dice Diana part. 1. T raf. 11, reo fol, 12. colla comune, contra Caramucle, che fente il contrario in Regu!, Se Benediéti difp.11 Ze art. 1. num. 1411.€e f comproua la noftra aíl- ferzione co'! cafo di S, Senerino Veícouo di Co» lonia ,il quale fi grauemence tormentaco nel Purgatorio, ptr non auer recicaco Je Ore a fuoi tempi, come riferiíce Papa Vitrtore IM, € Dio non Panerebbe cattigaco, fe non auele peccato venialmente nel cafo fuderto . 101. P. Padre, ¡o non vorrei ofícadere Dio in quefto , né men venialmenre 3 fi compiaccia dirmia che tempo deuo dire 'Vfficio, per li- berarmi da ogni colpa ? C. Perquetto, bafterá dire Ma carino , e le Lodi il giorao auanti fu] tardi, 0 il giorao proprio la maccioa + 'Ore minori ananti mez- zo giorno, edopo del mezzo giorno Vefpro, e Compicra ; eccerruarane la Quareíima, nella quale há da dirfi il Vefpro auaoti mezzo giorno + Sic. N. Murcia Tom. 2. d:/q1:/8t.Moral, lib. 4. difp. 6. refol. 13. n14m. 16. 102. P. M'accufo Padre, che molce volke hó interrotco 'Ore Canonichs . Ss C. +
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