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Capitolo 111.Del!' y "ficio Divino; la, pronunciano péró le parole . . Benche la lentenza comune , tefta Lean- dro d Sacramento tom. 6. trad. 8. difp. 4. quel. 47- dice , che quello , Che recita priuatamente, debba prononziare in modo, che noa elsendo fordo, polsa wdire le ftelso. E" peró proba. bile il contrario 3 il che tiene Azor, e Filiucio, che cita, e fiegue il N. P. Leandro di Murcia fopra il 3. della Regola Serafica, cap. lo $. 2.1. 12. perché la Chicía folo comanda , che ff. cio non fi reciti interiormente, ma efterior- mente : Arqui, quello , che prononcia le paro- le, benché non fenta le Aeíso , recita elteriora mente : Adunque fodisfa all? obbligo di reci. tare l'»fficio Diuino . 78. P, Maccufo, che altre volce , hó tron. cato alcue filabe dell'rfficio, e promunziato male alcune parole , C. Era quelto volontariamente , 0 per ima pedimento di lingua? P. Son'alguanto balbuziente,e mi precipito nella formazione delle parole , C, Adunque , e/sendo per naturale impedi- mento di liogha , non há di che auer fcrupolo; Villalobos tom. Ha della Somma , trat. 24. diffica yo, 1. 7. Ma quello , che per colpa Íua, ó per recicare con molta frercolofitd, pronunzia ma- Je, peccherd graue, O leggiermente, fecondo fará Pe£cefso in troncar le paroles 8 all'ora fará Pecceíso grave, quando G mangiano di modo le parole, che fi muta, 3 alcera il lor fignificato , come fe per dire ; Domine labia mea aperies , (1 dicede + Domi abia me aperies Seo 79. P. Altre volte hó recitato con va com- pigno, che aueua la lingua alquanto grofía, € pronunziava alguanto male , C. Non importa ; a fufíicienza compiua v.S. allobbligo di recitare 1'Víficio Dinino, Diana 3. part. Trali, 12. ufol. 33.5. [gitur qui, econ Diana Leandro del Sacramento vbi fupra « $0. ; 80. P. Padre m'accufo , che molte volte fo. no ftaco difiratto, quando recitano 1 Vicio Diuioo , C. Era volontaria, o ionolontaria la di. firazione ? P. Padre ,molte volce era innolongaria , «e altre volontaria , C. Quéllo , che recita P'Víficio Diujno con dilfirazioue innolontaria , focisfa al precerco, enon pecca, fe non há dato cauía colpabile alla (ua difrazione per mancanza di prepara- zione , e poca diligenza in euicarle ¿ che in que» fio cafo lará peccaco veniale recicare co'l pea- hiere difirarco . La ragione € , perche il pecca- to há da eftre voloncario ia fe, o nella fua cauía , € vna delle due cofe e necefaria , e ba- fante , ptr conflituire la colpa : Adunques quello , che fla difirarto nel! Víficio inuolon. tariamente , fe ha dato cauía colpabile alla 317 lua diftrazione peccherd ; é fe non 5 hi das ta, nó, 8 L. Mi dica, le volte, ch'ebbe queñe dis ftrazioui volontarje , furono efteriori, Ó ina esriori? P, Padre, tutre le volee fi interiormente, ftando co"! peníiero difperío ; 8: vna volea, d due fui anche elteriormente ditraceo , C. Quello, che recica 1 Vfficio Divino con jnteriore diftrazione volonraria , non fodisfa al precetto della Chiefa, e pecca granementes in Ícatire di Navarro, 8e Azor, che cicaci fic» gue Villalobos, vbi fupra, diffic. 15.num. 6. Lo ftello leocono Caiccano, Medina, Sá, E aleri moliflimi ¿che cita Diana part. 2. Trat. 12, refol. 2. Excogono , che abbia obbligazio- ne di relticuice, Navarro de orat. cap. 20.011, 32.S010 de inflit. lib, to, quefl, 9. art. 6. conclaf. 4» € 6.1) contrario afferifcono Layman, Situe- fro , 8 aleri, che cita Diana ibid. elo giudica probabile Leílio lib, 2, de inflit. cab. 37. num. 11. (non dub. 2.comelo cita Diana ibidem ) dub. 63.€ per probabile lo qualifica aleresi Diana; perche la Chieía non comanda giiacrciincerni, ma gli efternis Adunque quello , ch'eRerior. mente recita , quantanque joteriormente ftia diltraceo , peccherá venialmtore, le e volon- taria la diftrazioue , fodisferd pero al precerto della Chicía ,e non peccherá gravemente, ne fará obbligaco a refticuire : Seimo , che l'wna, e Palera opinione (ía probabile + ma piú accon= fento alla prima , che timo pid probabile , piú comune , evera ; Vide Moyam Tes. 1. Trato 2. difp. 2. q- 1.124mM. 9. 82. Ora midica le volte, ch'efheriormente fi diuerti volontariamente , recitando, in che coía fi difiracua ¿ P. Padre , vna volta finendo di veÑirmi, re- citai Prima, e Compicra fueftendomi: alcre yolte Ícrivendo qualche coía . C. Le volte, che V,S. recitó veftendofñ, d fpogliandofi, peccó venialmente , per man- canza di riuerenza , ma non mortalmente » Le volte , che fcrifse, quaudo recitaua , non fo. disfece al precerro; e le recicó in quelo modo parce notabile dell Víficio, verbi gracia, vo Ora Minore, O mezza , peccó grauemente : Vedafi Leandro del Sacrament Tom. 6, Trall. 8. difp. 4. queft. 19. e 20. La ragiont e, perche non íi fodisía al prececco direcirare , quando fi fa qualche coía incompatibile coli'atrenzio: ne , come conta ex cap. dolentes de Celeb. Miff Sed ic elt , che lo Ícriuere , leggere , dipingete, e cole imili, fono incomparibili coll'atrenzios ne del! Y ficio Diuino , ma non il veftirí , [pos gliaríi, O lauarfiil volco, do manis Adusque quello, che recica Ícriuendo, lkggendo, 0 di- pingendo non fodisía: ma bensi quello , che recira lauandofi, veftendofi, O fpogliandol; poiche la Chicía ha ordinaco orazioui,che (1 dicono,

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