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316 delle Mioori, há da reflituire la ícta parte del- la rendita , che cofrifponde a quel giorno; Confa cosi elprefíamente dalla Conñicuzione di Pio Quinto, che dice 2 Qui Horas umhés Canonicás vno , vel plaribus dicbus intermiferit, omnes Benefici , feu Beneficiorum fuorum fruftus, quí illi, vel illis diebus refponderent , fi quotidie dividerentur + qui veró Mattutinum tontium , di- midiam ; qui celeras omnes Horas, aliam dim- diam, qui barnm fingulas, fextam partem fra ¿luum eius dies amittant +. E fecondo l'cpinione, che di fopra riferij , quefta metá , 0 feta parce, Che ha da reftivnire ¿1 Beneficiato non há da in- tenderíi la merá , O feña parte di tutra la por- zione , che corrifponde a ciafchedun giorno; ma beosi la metá , O feta, della terza, quar- ta ,O quinta parte di quello , che del Beneficio corrifpondea ciaícuo giorno , fecordo la di.- uerfitá d'efere il Beneficio femplice , o Parroc. chiale , 6 Canonicato; ¡tá Torrecilla vb; fupra num. 39. 74. P. Maccufo , che molti giorni ho la. Íciato nel! Vfficio per colpa , e negligenza mia alcune commemorazioni de* Santi , ó alcune Preci, ó parci di qualche Salmo , C. E" ltara cola notabile, quello, che há lafciaro? P. Voa volta lard Ñaca la terza parte d'vo' Ora Minore; Valere la merá; de alero qualche Notturno de) Matrutino , C. Non conuergono tucti gli Antori in de. cermioare la parte del! V ficio , che fia materia grave + Navarro, Azorio, de aleri, che cita Baf. ico Verb. Hora Canonice 5. num. 2. affermano, che il cralafciare la terza parte d'vn'Ora Mino- se , € peccato mortale : Silueftro Tabiena, Sua. rez , Layman, 8 alcri, che cita Bonacina, Tom, 1. de Horis Canonicis difp. X. 9.5 pinil.s, mum. 2. dicono , che non bañá la terza parte d'vn'Ora Minore; ma che há da efere la mera. 1 medemo Bonacioa ¡bi fente con Leffio , che € necefiario fia vn'Ora delle Minori, per con- ftivnice materia grave « lo giudico » Che la prima opinione fia alguanto rigorofa, la ter- 24 troppo larga, € la feconda la pin propor- ziOnata : Secondo queña dico , che il eralaícia. rela meca d'rn'Ora delle Minori , € materia di pescato mortale , e lo terrebbe per cale ¡in pra. tica qualioglia hnomo di buona cofcienza; Neile Ore maggiori , Mareutino , Lodi, e Vel. pro, dice con Sanchez, 8 aleriil N. Leandro di Murcia nello fprego della Regola Serafica , cap, 2. fopra il terzo della Regol. num, 29. Chtil la- Iciare la quarta parte or qualíiuoglia d'elle, € peccaro mortále: £ il laíciare yn Noteurno nel Márcocino lo dá per graue materia Bafleo Thr Jupra « NeiW'V ficio di Ferja , Ó Santo fem. plice , si lalcvare le tre Iezzioni del Marntino, «vol ketpoudorij, lo grudica per materia leg= pieza danehcz nella Somma , Tom, 8. lib, 3. cap, Tratrtáto X 11. Dello Stato de Sacerdori 19. num. 8. Secondo queÑe dorrrifle , cutre je volte , Che V.S, lafció di recitare colpabilmence la metá d'alcus'Ora delle Minori; Ó quaiche Notturno del Maccucino , peecó grantmcare, 75. Há V.S, refticuito alcuna Cola perl volte , che colpabilmente há cralaíciato queñe parti del'ríficio Diuino ? P, No Padre, perche ho creduto , di non efere cbbligáto a refticuire cola alcuna, fe hon laíciano qualche Ora intiera . C. Non mancano Autori, che proteggonno il fentimento di V.S., poiche lPapproua, e fit. gue con Eliucio Diana pare. 2.trat.£ 2, refol.26, eco'gliftefii, Leandro di Murcia, Torrecilla Dbi Jupr.num. 35+, il qual cita Bonacina pet quefta opinione ; non peró bene; perche Bo. nacina aficrifce elpreamente il contrario difp, 1. de HToris Canonicis , q. $. panét. 2.0, 14. Dis cono poi i fopradecrri Autori, che queilo, che laícia parce dell'Víficio Diuino, benche fa baítante per il peccato morcale, fe € meno d'en" Ora, non e obbligato a reflituire : Elo fhello € di quello, che laícia io ciafchedao' Ora vna parce lrggicra, binché cucce iofieme facellero materia grane , Cica alcres] per quelta opinione Torrecilla, Diana, e vé meno l'ade- riíce, ma bensiil contrario c/preilamente , vt Dideri milo porelt , ibid. num. 15. l'opiniont contraria tengo per vera ¿e dico , che (empre, che (1 pecca grauemente io tralafciare parte notabile d'alcna* Ora, we cbdligo di rettituis res Sic ex Suarez, Regioaldo , apud Dianam caderm refol 26. E queña obligazioaoe di rellle tuire lará graue, fe la porzione de'ftucri, che vi corriíponde, € graves e leggicra y le la porzione leggiera; fi come quello , cñe ruba ,0 ricieoe cofa alcrui graue, há graue obbligo di relti.nire; efe leggiera, leggicra , 76. Et aggiungo , che quello, che nell' V cio tralafcia molee parci leggieri, le cuece vaite infieme fanso materia graue, hd obbligo dl retticuire, Bonacioa eodem mum. 5., 1 quer'ob+ bligo fará grave, lc la porzione, che costil- poude ad ele leggiere, ommifiioni voice, é grane , broche quella, che corrifpond; a cial cheduna delle, (a legglera , fi come quello, che per furci piccoli piglia quancitá grauc, € cbbiigato forro peccaco mortale a retícuite, come dice nel [no Decreto Lonocenzo XI. con- daunando la propofiziont 38,, che diceuz il contrarios Adunque il medeno há da dirá pa» riformiter nel nottro cafo prefente , 77» Po Padre, nvaccuío , che alcune volte ho recitato con voce panto fommedía , che 19 miedemo ños mi fentiuo , €, Peró prononziaus V,S, le parole dell” Víficio? perche, le folo le recicalse mental» meénce , non fodisferebbe all' obbligo di reci. tario, Come dicono iDL, tucci, P» Padre, quantunque con roce molzo bal+ ¡ ta

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