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310 zjone si Beneficiato . che contena in giochi, 82 +1 profani la reodica del fuo Beneficio , che glifoprananza a'fuoi decenti alimenti; pol» ché deue darla a' poueri , O impiegarla in Ope. re pic: El'opinione piú pierota,e larga , che jo «rovo in quefto calo , € quella d' Hurtado apud Dianam part. 5. Trat. 8. refol. 27. che dice che fodisfanno i Vefcoui con dare las quarca parce dí cucci i loro frucci a? poucri: € gli alcri Beneficiari, che dijno la metá di quel. lo foprauaoza al loro decente lollentamenco; eche il reto porranno dare a'loro parcoti, ma on [penderlo in profavitá; E quefto s in- tende nelle occefficá comuni de'poueri ; perche nelle necefficá piú gravi deuono dare tutto il fuperfivo al loro decente fottencamento : Vide Lcaodrom fupra quaft. 74. 46. P. Adunque Padre . io m'accuío , che ho tawro poca limofina a chi fi ña de” fcurri del mio Beneficio C. Sie V.S. alimentata de' frucri del Benes ficio , Ó de' parrimoniali ? P.Padre ,< degli vni, e degli aleri.. C. Se il Beneficiaro s'alimenta de' fuoi beni parrimoniali,o diftribuzioni, O ftipendij, oO fá di quette cole limofina , puó ricompeníará de fructi del Beneficio, e fpenderae liberamen- te curro quello , che coníumo nel fuo to(ten- tamento , O limobine , del fuo patrimonio , di- firibuzioni, O fipendij: ita Lellio vb: fupra mun. 38. perché , come il Beneficiato há diric- to d'alimentaríi , e dar limofina de” frutci del Beneficios da qui €, che quello , che fpende d'alcri beni Íuoi iv queÑte cofe , puo ricompen. farí de' frucci del Bencficio . 47. P. Padre, io mi fon rifirettro molto nelle ¡pele , 8 fon vifíineo con qualche penuria. C. Tuerto quello , che PEccleniaítico aunaa- za dal congruo fuo fofientamento; viendo parcamente , puó ritrenerí , edarlo á Paren- ti, e non € obbligato darlo dá poueri: cosi lo feute con Nanárro , Lefíio, dx alcri, Lean- dro vb: fupr. q» $1. € melle queftioni feguenti trátea qual fia il coogiuo fofientamento , € che coía s'intenda co'l luo ome ; doue porrá vederí , quando il bilognoil ricercafic; ¡o lo rralaício per non efiere eroppo diffuío . 48. P. Anche ho dato a* niei parenti qual- Che quantica de trucci del mio Beneficio . , Co. Erano poucri, e bifognofi i Íuoi Pa- renti ? P. Fadre , di quello , che ad eíli dauo, ane. uano neccllicá, C. E" lecito all'EccleliaÑico dare a? Íuoi pa. renci bifoguoí de” truccl uel tuo Beneficio quel. lo, di che han bilogao per il foftentamento de- cente del loro Ítactos ita Sanchez in confiíys lib, 2. Cap. 2. dub. 38. nuvis 4. E anche ponno da- re qualcie cola di piu a? parenci bilogaoí, che agil alos poneri , come dícs Sanchez ¿b1d. mua, Tratrato X 11. Dello Fato de” Sacerdot: « 5. con Nauarro , $ aleri, e Leandro vbi fupr. qu. 72. ptró fe dau loro coía notabile piú di quellu , che hanno di bifogno , dice Sanchez num. 4. Che peccano mortalmente; ecira 2 favore della fua opinione S. Tomalo 2. 2..qu, 185.4r!. 7. ad 2. Alenfe, Silueftro, 8 altris Di modo che non é lecico agli Eccleñaftici Ípendere le rendice de'loro Beneficijia arricchi. re parenti, fondare maggioraíchi , e fare con cil alcre [pele fuperflue . 49. P. Padre ,¡io vo riferbando , € metten. do infieme qualche poco danaro di quello m' avanza dal Beneficio . C. Con qual fine lo riferua , e guarda ? P. Padre, per cuece Poccorrenze , che pos teflero accadermi . C. In ogni Criftiano € cola molto ripreofia bile accumulare danaro, con animo di (ef. reggiare ; poiche queño non ¿alrro , che of fendere quel Dinino precerto di Gitsú Chriño: Nolite tbefaurizare vobis thefauros in terras » Matth. cap. 6. doucnadofi allicurare la rendica neglicrarij del Ciclos Thefanrizate vobis tbe- fauros in Calo . E le in ogni Chriítiano € canto brutco vizio quello della cupidigia ; che tard in vn Sacerdote? Sara ceforeggiare Vira oel peteo Dinino , quando coo atfecco difordiaato fiteforeggiano beni caduchi: Tbefanrizas tibi iram indie ire. Ad Rom. 2. U. 5. potrá piro tileruaró de' feueti del Beneficio qualche cola, non con fine di teforeggiare, ma per qualche neceflicá , che probebilaiente puo Loprausaliá come con Lugo dice Leandro del S.S. Tom Trat. 5. difp. 3. q-68.X il P. Matreo di MoyA Tom, 2. 4d Traél. 6. difp. 6. q. 2. $. 4.1. 16. giudica , che quetia quancica ha da efere non piú chei frueti d'va' anno , eflendo piogusil Beneficio, 8 eflendo renue, f porra qualche coía di piú s tueri peró incaricano , che ha de efíere la neceílica veramence cale, 8 il Íbo dle more probabile , e non imaginaria , ne folas mente foífpercara ; che quetto larebbe dar cam- po a molti auari d'accumulare capirali, d az. zende con color fiaco di neccilicá a graue de- trimento de” poueri , danno delle cofcienze , € perdizione delle Jor anime : Oh non permecta il Ciclo, che fi vedico verificare in queÑi a0. guítiaci noftri tempi de' Sacerdori , quelle 12» grimenoli parole di Geremia! Aminori v/que ad maximum omnes anaritiz fudent . Hiercmiá 6. Conliderate Miniítri dell'Altare ¿che la vo- ftra azenda non é diqueña terra , ma che Dio ha da eiere il vofiro teforo +, Non habebunt $4» cerdotes , UT Lenta baredicatem cum reliquo p0- puto: Dominus enimo ipfe eft beredicas corm,Dekts (ap. 18»
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