BCCPAM0001162-4-1600000000000
Propofizioni LXT. LX II. Condannate: 257 ¿cue aÑoluére5 finche il Penitence non abbia taglíara Y occafione volontaria. ltd Rodri- guez, Nauarro,e Margarit. Conf. apud Moyam Tom. 1. Trats 3» difp- 7. 9. $: 1. 5. Silueitro, Chaptabilla, e Fernandez, che cita, e fiegue Diana part. 5. Trat. 14. refol. 107. noviflime Filgueira fopra queña propofizione fol. 259. $. Nibilominus , 8e it P. Torrecilla fol. 96. n. 89. e lPapproua nuouamenre , Citando me, ¡lP, Emanuele della Concezione fupra difp. 2.9. 14. p. 211. La ragione e, perche il propofico ve- ro ha da efier eficace, come dice Layman lib, $. Trat. 6, cap. 4. 1. 7. Arqui il propolico , ó defiderio «ficace adopra i mezzi necefarij per flfine: Aduoque, eflendo mezzo neceflario, peremendarí , il lalciare 'occalione profbima; quello ,che non la lafcia , poreado , non ha propofito efiicace d' emendaríi ; Subfumo: MArqui non puó efier aíoluto quello , ches poo há propofito efficace d' emendarí ; Er- go dc. “290. L'altro, perche quelli, che vinono ia occafione proflima volontaria, 7: plurimum, fono perfone di yita licenzioía , e che molco ftanno da vna all'alcra confeflione z con che, fe vna volta s'affoluone , fenza che prima la. ícino l'occafione , come vengono tardj alla fe- conda, e teraa confeffjone y commerrono ja gueño mentre molti peccari: Adunque per evicarli, fará neceffario , che il Confeísore li obblighi prima d laíciare l'occafione , e di poi ritornino per l'afsoluzione . Terza Comclnfione . 201. Ico per terzo, che Sua Santiea la : queÑta condannazione non parla, del'occafione proffima inuolontaria , Irá Tor- recilla fol. 63, concl. 3. 1. 63. Si prona , perché la propofizióne condannata parla dell'occafio. ne proffima volontaria , che € quella , ches 'huomo puó evitare fenza fuo notabile detri. mento : Atqui loccafione inuoloncaria non puó 'huomo cuitare fenza fuo notabile detri- inenro, come s' e derto di fopra num. 227. Adunque non parla d'efsa la prefgoce con» danoazione . Cosifente con Torrecilla , e me- co il P. Emanuele della Concezione fupra fol. 102.2. 238. 292. Da doue inferifco , che il Medico , Ó Chirurgo, a* qualiil curare le Donne inferme e occafione proffima , non fono obbligari a la» íciare I'Víficio; ed arcenca folamente la con- dannazione di quefte propofizioni Ót. € 62. pomo efser afsoluci. La ragioue e, perché gueña occafione € inuolontaria : Ergo Ec. Hódetto, atrenta foto la condannazione delle propoliziomi 61. e 62. Perché , fequete colpe hate dall' occafione inuolontaria fofssro gid toltume, $ abico ,allora auerebbe da negarí l'aísoluzions , non per 1 occafione, ma ptr P'abiro ; fuori che ne” cab , chs abbiamo detto nello fpiego della propolizione ancecedente , che( pno afsoluere quello, che ha abiro di peccare , vide ibi, E generalmente con qualG- noglia, che viue in occañone inuolonraria, ha da diportarí ¿l Confefsore, in erdias al)” aísoluzione , nel modo fteíso , che con quelli, ch' hanno l'abito di peccare , come dice il P. Torrecilla fol. 63.1. 106, uarta Conclufione . 293. Tco per quarto » che, acció l'occa- - ALL fo0< li dica inuoloncaria , non ba- fia folamenre ,che vi fia cauía veile ,ó onefta dí aon fuggirla . Ecil dire il contrario (fi con- danna nella propofizione 62. Caufa ycile , 0 oneña fará , renerin caía l'amica , perche fer- ue con efareezza , E: afferco , d il vificarla fuo- ri dicaía per conuenienze , $ ofseruanze del Mondo . ' : Accioché l'occafione fi dica inuoloncaria» deue inreruenifui cauía yrgeare, e tale, che fenza grave inconuenjente di perdere la vica, onore, 9 quaotirá de' beni cemporali , non poísa enicará . Sic cum Diuo Bañlio , Diuo Thoma, Soto, Nauarro, € alcri molti il Po Torrecilla fol» 93 . concl, 4. nuns. 64. e 65. 8 me citaro P. Emavuel a Conceprione de Pan. difpo 2.QHafÍ, 19.1. 246. ? : 294. Dalla do:srina riferica s'inferifce , che jl moribondo , che trarciene in caía la concue bina,acció l'aflifta nella fua jofermicd, non puó eíser alsoluro, fenza fcacciarla , per lo ícandalo , che dá al Popolo co'! non mandarla via . Itá Lumbier fopra la propofizione 4.1.con- dannata da Aleffandro VII. fol. 446. num. 828. La ragione e; perche non ha cauía necefaria di tener in cafa la concubina , poiché (i trout» raono facilmente alcre , ch'l feruano » Lo ftefío ha da dirfi del concubinario , che vifica la (ua amica inferma , con nota della genre, quan- tunque coftei vjua fuori della di lui caía . La ragione e , perche il vifitare € folo caufa veile, ó oueÑa, e non neceísaria 295. Sinferifce per fecondo , che ne meno deuc eíser afíoluto quello, che non vuol cac. ciare 'amica , O lalciare di vificarla , folo per- che gli pare , che fará (ua infamia, e della don. na. La ragione e , perchée quelta cauía € lolo veile , € non fa Poccañione inuolontaria , 8: € folo fiazione , per fomencare la pafíoue coll” imaginazione dell'infamia ; poiché non v'é Co» ía piú frequenre, le ordivaria , che il romper, € venir io difgulti il Padrone colla Íerua , € per quefto [cacciarla di caía ¿ Sc allora fi vá incoa. ero alliofamia, e pon fi guarda a quel,che diranno: Adunque il guardarui, quando fi iracca di (aluare l'anima , fará cola Hao ; Kk
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz