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Propofizione LX. Condannata . 255 venendo il penitente con propolito d'emen- darfi puó efier afoluto : Adunque, dec. 275» Dices. Quelto pare fia condannato da Sua Santicd in quefta propolizione , poiche in efa fi; condanna il dire, che ¡il penitente puo effer afoluto , quantunque non appariíca al. cuna Íperanza d'emenda : Et 3 emendationis [pes nulla apparcat » Riípondo ; che nos fi condanna , che il pe- picente polía efer” afoluto precilamente , ptr= ché non appariíca Íperanza d'emenda, ma yaito co”! dire ,che baña [olo , che il penitence dica colla bocca, che fi pente,e che stemenderá, Dum ore tenus proferat fe dolere , Y proponere_, emendationera + Atqui la noftra conclulione aca - fi fonda Íolo in cid, ¿he dice colla bocca il pe- nicente, ma in aliri mociui, che manifeltino per vero il (uo propofito pro tunc, abenché di poi non l'abbia da merter ia praticas Ergo, 8c, Quefta dottrina cica, e tiene per probabile il P. Concezzione fup. num. 196. fol. 85. 276. Da doue s'inferilce , che adbuc, che il medemo penitente tema della fua fragilica, e fi perfuada , che noo semenderá , potra elfere aloluto , fe vi concorre qualche morivo de'ri- ferici di lopra , che perívuadano , che vicar pro ins , CON vero propoíico . La ragion: e, per- ché co'l vero dolore, e propofito e compati- bile il peníare , che in pofterum non semenderá; come con Lopez, Enriquez , 8 altri. dice La y- M3n, l:0, 5, trat, 6, c9P» q» 0, 8, , poiche ¡l do- lore , e propolito fono acti della volontá , 8z ¡l gindizio, e opinione della ricaduta , € arco dell jatellerro, vs bene ais Siluettro: verb. Confejio4. q. 21. Éc, Decima Conclufioue a 277. Ico per decimo, che , fe il cofume e di peccati venializ v.g. coftume di maledire macerialmence , O di fare giuramenti veridici lenza neceflicá , O di mencire , O mor- morare di cofe leggiere : Se quedo coíiume € la materia rimota tocale del Sacramento ; ci é, che il Penicente non confeffi alero peccaco , che gueíto coftume dí venializ in queíto cafo ha da difcorrerí il medemo , K applicare le mede- me dottrioe ,che (í fono detce riguardo al co- ftume de' peccati mortali; poiché cosi vna, come l'altra per fe danoo fondamento , acció il Confeffofe formi giudizio, ch: non abbia il Penitentéwero dolore, e propofico: Atqui, Ícnza tormar gindizio , cheil Peoiccore há vero dolore ,e propofito , il Confeflore non puo aí- folnerlo : Ergo Ac, 278. Dices. 1 peccari veniali fono materia voloataria dejla confeffione, e pouno laíciaríi di confefíare, fenza peccato; Adunque pare coía molco dura , il dire, che puó negarí Pal: joluzione al Penitence , che confella folo peccatí veniali d'abito . Riípondo chee vero; che i paccati veniali fono materia volontaria deila confellione ; ma oel calo d'eder efi pec- caci abicuali, noo fi nega l'afoluzione perÍ peccati veniali, ma per mancanza del dolore d'cfii ; perché , quancuoque poflino lalciará. di confeflare, tuctauolca eo ipfo , che li confefía, deue auerne dolore, quando con efái non gal. tra materia remota occefaria , O volontarias Atquí , eeado di cofume, noo pud il Confel- lore formar giudizio , che ne abbia dolore ( fe noo ne' ca( decti nella precedente conclulione;) Adunque efiendo i peccari veniali di cotume, € non concorrendoui alera materia necellaria , 0 volontaría aucrá da negarí l'adoluzione , non peri peccaci, ma perche l'abico d'eli perfuade mancarui il vero dolore . Si come, fe alcuno conte (faffe eno, O molti peccati veniali ( benche non foílero abituali) e le non aucde dolor alcu- nod'efi, non potrebbe ricenere degnamente l' afioluzione, perche gli mancherebbe la mate. ria proflima : Adungue lo feto (Gi deuc dire nel noftro cafo . 279. Ma, fe il Penicente fuori dell' abico de* peccaci venjali confeífa qualche peccaco venia- lé , O mortale della vica pañata , O prefente, del quale aon abbia abico , puo effere aÑoluto . La ragiooe e, si perche, fi come (fi puó perdona- rewn peccato veniale , lenza , che fi perdonino gli aleri, cosi fi puó auer dolore d'vno , fenza, ches'abbia deglí alcri; Si, perché, ficome i peccati veaiali lono. mareria volontaria della confeílione ,cosi anche lo fono del dolore. E finalmente , perché non 6 ricerca per il valore, e frutto del Sacramento , dolore, ne propoli. to d'euicare cucreii peccari veniali. Irá Diana P. 1. Trat. 4, refol. 117.€e coo Eariquez, e Di- caftillo ,lo felío Diana p. 11. Trato 5. refol, 22. con quefto, che falai il dolore , € pro. pofico in altro peccato veniale, O morcale ; Ergo érc. 280. Conchiudo queña maceria, coll'inca. ricare a' Confefiori, che , quando ricrouano Penicenti con abici di longo tempo , procuri. no d'ammonirli con Ípirito , e zclo del fuo mal taco , ponderando loro la brutrezaa della col. pa. facendo ad eli capire , che hanno barba- ramcace leuaro la vica al Figlio di Dio, rap- prelencando loro J'amor tragrande di quelto buon Dio , eche non e ragione pagar con ia. gratitudine iranci beneficij , che con larga ma- uo fa ogni giorno alle fue creature, de alcre ragiovi Gmiglianci, che fi ritroneranno ocel Dialo Trat. 10. cap. 1. Poiché io non dubico, che lei Penicenci fono tanto incarnaci ne vizij, lo fono per la negligeaza di molti Cobfel» fori , che non confideraao zelanri , che di quell' anima, che hanno a' loro piedi , da. ranno coaro nel Tribunale di Dic, 8:c. Lo flelo raccomando nelle occañioni profli. me,
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