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254 Trattato X. Spiego delle Prop. Condannate da Tanocenzo XT. Adunque ne dimonfirazioni. La miaore e cer- ta ; perche quello, che € euidente, non am- merte foluzione , ne rifpofta , come conftz dal derto di fopra: Adunque non fono enidenti: Adunque vé meno fanno dimonfiraziones; Adunque, le e neceffario fare dimonfirazione, £e cuidenza , perdire , chee falía vna doteri- na,non conuincendo la mia con dimonfira. zione, né cuidenza; fiegue chiaro, che non doucua condannarla per falía , e che almeno e probabile , 270. lo la tengo per tale , e dico nuona. mente, che fempre che il Penitente, che há abito di peccare, viene alla confeíñione con wn'atto inteuío di firaordinario dolore, von folo puo cfferraficluto, ma che aleresi inter- rumpe quel mal'abito coll'intenfione del dolo. re firacrdinario; fi come V'afforma dell'occa- fone proflima il R.P, Matteo di Moya »el/c fue Selett, Tom. 1, Trate 3. difp. 7.9. 5.1. 8.con quee parole :* lmó addo pofje in pradiólo cafu Panteutem abfolui ratione propofiti non peccandi de catero, licer mon proponat ejcere, quam , vt concubinam babuerat , Pro hoc afferto , we Tudin ce, militat Card. de Lugo difp. 14. ScÉ. 10. 14M. 151. vbiex communi Dotlorum afferit extraordia narium dolorem , F propofitum nor peccandi cum famina domi reicnta , facere, quod bac retentio non cenfcatur im poflerum occafio proxrma pec- candi. 271, Per vicimo diquefta controuerfa, vo- glio auvertire , per non lafciar Juogo di mal intendere ció, che dico ; che quando dico, che wn'atto intenfo di dolore firaordinario inter» rumpe,e difirugge l'abito del mal cofiume, deuc iotenderfi, efendo al coftume, o allia- tenfione dell'abico proporzionara l'intenfone del dolore; perché , fe Pabito antíie otro Eta- di d'ivteofione , €: il dolore folo quattro , non bafterebbe gueño dolore, per difiruggere 'abia to ivtento we odos quantunque queño ña, chiaro ,e qualíiuoglia debba cosi giudicarlo, Peró , come che vn libro viio dinerfe mani, mi e parío bene auucttirlo . Come aleresi auuerto, che quando dilli nella mia 7. Conclta fione uv. 245. numerando i cañ » ne quali puó venireá confefiarfi il Penicente moño da qual- che infauño fucceñio , O effendofi emendacro in qualche coía , e pofta diligenza , ptr vincere il fuo mal coftume dc. aggionf a bello Audio queñe parole: 7n quefti cafi co'! dolore, e Pr0p0= fito ftraordinario mterruppe il cofiume , che aucua axanti . Lo pofi, come dico. con anucricoza fingolare ,% ora di nuono Pauuerto ; perché ben puo accadere, che il Penitente venga a contellarfi moño da qualche infauño fuccefo, O in qualche cofa emendaro , e non abbia, firaordinatio dolore , ó intento in quel grado, che era il fuo mal cofiume, e non ¿uendo tan. ra incenfone il fuo dolore, quaota il coftume, benche pro tunc, con queñe circoÑanze auejd fondamento d' aísoluerlo quilla volta; peró non íi ditruggerá V'abito, ó coftume, fe non ha arto di dolore tanto jatenío, quanto era ¡l fno abito ¿ma difiruggerá deil'abico , d cotas me , tanto, quanto fara l'iotenfione del fuo dolorc,e non piú: turro quelo € necelsario aunercire, 6: anche pio; percad puo dará qual. che Leteore poco piecofo Ottana Concluftone . 272. D Ico per otrauo, che, quantunque io tutcii cali riferiti , poísa il Cons feísore aísoluere il Penirentez eucrano!ca fard bene, fe Pemenda € poca, vna ,ó duc volte diferirgli, O negargli ' aísoluzione; acció, giacche la fuauitá dell' clio, e dolcezza del Coofeflore non baña per fanarlo, lo fani la mordacitá del vino, e rigore . Cosi ¡ofegna Suarez , Villalobos , Thomas , Sanchez , $e ala tri molti, cicarida Diana p. t.Trat.7. refol, 55.€ puonamente il dorriífimo P. Torrecilla fopra quefta propofis. fol. 98. num. 11. Perche; febbene il Confefiore, lecondo!'Vffci) di Gius dice , debba dare Paffoluajone al Penicence bea difpofto , porrá anche , come Medico pri dente , diferire 1 afoluzione, accio rifanidál bottone di fuoco la pi¿ga , che non puó curart il leniciuo . 273. Peró anuerte , e bene, Lugo de paniti difp. 14. Scc?. 10. num. 168. che, fc il Confela lore preuede, che il diferiro lafioluzione gli (ara piú didanno, che di proficto ,c che fdte gnato il Penitente fugoirá dalla confeiione; le alias € ben difpofto , per concorrerui alcuna delle lopradette circoftanze, che fondano va vero propofito , non potrá il Confeflore difte rire , ne begare l' afoluzione; poiche allora non darcbbe criaca con:ra il veleno della cole pa, ma aggiungercbbe nuovo veleno per finite lo d'ammazzare., Nona Conclufione . 274. Ico per nono , che, quantunque il Confefiore giudichi , che il penicea te per fua feagilicá ricaderá nelle fue colpe, 8 ia niente s' emenderá , potrá afloluerlo , quane do vi concorreranno alcune circoftáze di quel le , che ho mentonaco nelle conclulioni 2. 3. 44 5.c 6.,che danno fondamento di credere ,che il pevitente viene pro tunc con propofito d'e» mendarf + 1Ie3 Logo vbi fap, n. 168. econ To» maío Sanchez ,e Palao; Viana p. 6. trat. 6. 1e- fol. 30», € trat. 7. refolo 94», La ragione € , ptr» che co'l giudizio , che ¡il penitente non St menderá , € compartibile il vero propofito dell! emeada , per elcre di diuerfi cempi, il propo= fico di prefcace , ela ricaduca di futuro + >. Vús
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