BCCPAM0001162-4-1600000000000

252 asi fopranaturalí ( puó generare vn” abito acquibiio varurale; per il qual añerto cicas Azor. part. 1. lib, 3, cap. 212 quaft. 6. Scoto, Entico, Durando, Ochan, Gabriel, dx aleri, £io giudicano probabile Vaíquez,e Salas apud evnder Rípaldam ibid. Secondo quefii Dotto» ri fuori dell'abito iníuía di fede, puo darfi va' alto acquiíiro , O fopranarurale , come dico» ño gli voi, ó naturale, come vogliono gli alcris Adbnque , quando io hó altegato V'abico della fede per prova della mia do:trina, potevo par- lare dell'abito acquifito, «e non del'inivío: Adunque parlando dell abico acquifco di fede , non farcbbe extrá rem allegare queft” abito , quando traccafíi di aleri abiti acqui» Ñiti. - 0” vuol dire, che ¡io parlai dell'abico in- fuío di fede , 6 dell'acquifito ? fe vuole, che ab- bi parlaco dellinfulo 4 non (ú extra rim ad- durlo per proua della viri della peniceoza, che € infuía : le vuole, che del'acquifico ; fp» ponendo il P. Fr, Emanuele, che ¡o parlauo nella mia prova degli habici acquifici, non fa- rtbbe extra remallegate allora Pabito acquili- to della fede ¿ con che refta chiaro , che aon fú falía la mia feconda claufula , nella quale hó allegato Pabico della fede per proua del mio afíonto . , | 260. Pafo alla cerza claufala , nella quale dico : Atqui l'atro di penitenza , d dolore, ¿cons trario all'abito , 0 cofftume del vizios Adúnque 5c, Uche impugna il P. Fr. Emanuele in queña maniera : Difficilius adbuc intelligitur $ indicar enim , Y quidem manifefte , alias ratio non con. ninceret intentum , quod omni vitio opponitur,quod falfifimum eft . Ho detto allora , € ripeto ef- pretíamence adeffo ¿che la peniteoza s'oppone con ogni vizio , O peccato; eche queño non e falifimo, ma tanto vero, che l'iofegnó chiaramente la ficura Piuma dell'Angelo delle Scuole S. Tomalo d'Aquino 3. part. que/!. 8s. art. 2.ad 3. doue dice il Santo: <Q uod queliber virtus fpecialis formaliter expellit habitar vitij oppojiti : Sicuut albedo expellis nigredinem ab codem Jubiecto + $cd panitentra expellit omue p:ccatum effectmd:* Adunque nea € falifiimo, che la penitenza , O dolore s'cpponga ad ogni vizio, O peccato; e non folo effective , ma aocie for- " maliter 'oppone la penitenza, O conrrizione ad ogai peccato , come teogono Vafquez, Janíco. Vincenzo, Ochagauia , Hurtado, 8z altri, che cita il R.P, Leandro del S.S.e tiene per probabile Leandro lP'opinione di quelli Au. tori ¿ poíche la contraria, ch'egli fiegue pa 1. Trat. 5. difp. 1. 9.28. chiama Íclo pibd proba- bíle . Foteno Ipiegarmi pid in prouare con Au. rori, eragioniquelta dortriva ¿ma 2bbonan- domi il dertáme d'vn $. Tomaío ,noa voglio ptrdere pid tempo in coofermarla ; poiche quello balierá , acció fi veda , che non eft Trattato X.Spiego delle Prop. Condannate da Imnocenzo XI. falfifsimum , quod penitentia oreti vitio 0ppg; natur , 261. Aggiunge ¡l P. Fr. Emanuele nel aum, 206. che va'arto di dolore firaordinario non batta , per diftruggere l'abito del vizio + * Sed non minns difplices , dice , alla confuetadinis , fime babitus sam facurs cxtinébio , aut interruptio « Seña ti0 enim tanquam verifjimam in cafibus alfignas tis 2 P, Corella , non defirui pr:orem confute tadinem » 262. Suppongo,che có vn'atro ¡grenlo pué generar vo'abito come degli abici fcientifici lo dice $. Tomalo 1. 2. quel. 51. art. 3. in cor» pore. Y Habimm autem fetentia poffibile ef came Jari ex uno ratsonis actu FE degliabici corpos rali Ícate 11 Saoto Dotrore lo teo , ibid.* Has bitus autem corporales polfibile ell caufar: ex vnq altu, fi aítus fuerie magna virturis . Y E degli abici delia volootá lo cisne altresi per certo il P. Piero Hurtado di Mzndoza difp. 16. de Anñio ma Seít.5. $, 35. con quefle parole . * Nunc agendum ell de babiibms voluntatiss ac primum certum efi uno folo ali effici habitum perfe Filis mum , nam altus valde imtenfus habet viriutem aqualem pluribus adhbus remifioribus + Sed bi efi cuent babitum perfectums Ergo e ille . * 263. His poficis areumentor fic. Per te, va! abico didruggs vo'alirrabito contrario. S:d licelt, che vn'acco intenío puó generare «0 abito: Aduaque va'atco ¡acenío puó diftrug- gere vn'abito contrario: Arqui, quandoio dilli nella mia fercima conciuñone, checon vW'atto di dolore ( dittrugge l'abizo viziofo, parlauo dell'atro jatenfo di (lraordiaario dolo» rez Adunque con elo ( puó rogliere , € dio ftruggere l'abico , O coítume del vizio . 264. Dicedi piú il R.P.E:. Emanuele nel num. 205. % Difplicet tamen magis bac feptima conclufzo P. Corelle , quam 1. quia bec clarins in dicat , quod femel , ¡term , ac tercio poteft abfolui Panitens , fi prins non fuerat admonitus , Ú quara to etiam , fi afferat aliquam emendationem , vel aliud ftgnura ad prudenter indicandum babere dolu» rem 3 unde , (7 clar indicat, quod illis tribus vía cibus , etam fine fundamento ad dolorem prulenter prafumendur abfolui poffic .* 205. Ma, lia con fua pace , non hó detto, né poturo dire , quad dllis tribus vicibus , esiam fine fundamento ad dolorem prudenter imdicanau!n abfolwi pojfic ¿anzi che elprelamence hó derco il courrario nel num, 2314, con quefte formall parole lá da me pote: * Se il Confefjore non gudica, che abbia dolore, e propofito fermo d emendar[i 1000 gl pud dare Caffoluzione , benché il Penitente dica , che gli difpiace , e che ne fente cordoglio ,e cbe s'emendera ; il dire ¡il contrari0 ¿ praticamente ¿mprobabile, 7 il cafo della ee dannazione nella Propofizione 60. * Queito demo efpreflamente nel num. 231. encl num. 234.aggioní quello , che hegue : Es pa

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz