BCCPAM0001162-4-1600000000000
Propofizione LX. Condannate > A 251 fora non l'ha: Adunque necefariamentes Phanno da difiruggere eli acti : Adunque non fono gli abiti , che contrariano agli abici, ma bensi gli acti fono quelli, che concrariano agli abiti. 257. Aqueño pare, fi potrebbe riípondere, che quelli quatro acti di temperanza non di. firvggono per feiquartro gradi dell'abito d'in- remperanza , ma che quei quacrro atci di cem- peranza - generano quartro gradi d'abito di cemperanza , i quali gradi diftruggono gli alcri quattro gradi dell* abito dell'incemperanza;e che cosi cócorrono affieme nel foggerro quac- tro gradi d' abico di cemperanza, Se alcri quattro d'abico d'intemperaoza . Peró queíta rifpofta porrebbe auer luogo nell” opinion: di quelli, che dicono , che i gradi d'intenbone fono ererogenci, o di diueía Specie, e che il pri: mo grado di calore v.g. soppone coll” otrauo della frigiditá , il fecondo co'! fecrimo , il ter» zo co"! felto , 8 il quarto co'! quiato : e cosi il primo efpelle Potrano, e non alcuo'alrro 3 il fe. condo folo il feccimo 8z fic de reliquis . Ma non puó valere queÑa rifpofta nella docerina del P. Er. Emanuele, che concede, de afferma ellere omogeneii gradi d'inteofione, e che v.guil gra- do primo di calore non fi oppoae derermina- tamente col!” otrano , ne fercimo , ne fefto , né quinto , DE QUuarto , ne terzo, ne fecondo , ne primo della frigidicá, ma coa cucei eli otto copulaciui; cosilo dice ¡1 Corío Trinit. fupra "2541. Per ce vn grado di temperanza (1 op- pone con cucri igradi deil'abizo d'intemperan- 22, Se contrario a encti: Adunque elendo alcun grado d'intemperaoza ¡a va foggetco, nou puo introdurfi alcun grado ditemperan- za in co. Prouo la confeguenza : vn Con- irario formale non puó concortere con alero contrario formale in vn foggecto; fed per ce va grado di temperanza e contrario formale a gualíivoglia alero grado d' intemperanzas: Adunque vn grado ditemperanza non puo concorrere jo vo fogerto con alero qualino- glia grado d'intemperanza . 258. Da doue inferifco, che fe nino grado di cemperaoza puó introduríi nel foggetto, fino che fi difiruggano cutri igradi dell'abico dellintemperanza: Dunque auanci che Pabito della cemperanza Siotroduca , fará gid diftruc» tol'abito dell'intemperanza + Arqui, non Pha poruto difiruggere Pabico della temperanza, ne i gradi dell'iacenfione di queft'abico, poiche non gli ha potuto aucres Adunque € neceíla- rio, che ' abbino diftrutco gli acti della cem- peranza . Adunque noa fú falía la prima mia clauíula, che diceua + Si come gli abiti delle virtk fi perdono per gli atti contrari5 cos? gli abiti vi- zio per gli arti delle virtú contrarie » Poiché cerprecandola non folo có pierá,ma aozi có jo rigore Á crona eler vero, che gliacci diltrog- gono gli abici mediaté, Se anche immediate efíicienter al fencimento comune de* Teologi, e fitroua efler vero, che anche formaliter gli arti difruggono gli abici in opinione di Gre» gorio, e di alrrize refta prouaco effer vero,che gli abici (fi diirezgono per gli acti oppotti.. La mia Ísconda claufula dicena Cosi: v.L. Pabito della fede per l' atto formale dell" Erefia: e la contradice il P. Fr. Emanuele nel num. 208, con queíte parole: fecundo cxemplara , quod ado ducic de fide , extra rem eft . Nam ia bac doctrina loquitrr , ant loqui debes de abiibus aquifitis vir» tutia, aul vitioram, Dice , chez € fuori di propde fico l'aucr io adorco l'abito della fede , per pro- va delia mia dotcrina, perche fuppone , che io in eña parii degli abici aquifici. Da doutz con» fta ,ch< io parli, 9 doucÚi parlare degli abici acquilici, craciádo all'ora del modo di diltcage gere il vizio colla virea della penitenza? le ques fta vircá non e acquifica , ma infala ¿ come dice la Piuma Angelica di S. Tomaío 3, p» quejt, 85. art. 5. in corpore, dous afferma ; Dis cendum quod de peuitentia loqui poffumus duplici- ter ; uno modo quantum ad habite5 O ficimmes diaté d Deo infanditur . Tiene lo ftcdo Caictan DO ibi. Ec afíerma come cofa conftanee il P, Fr. Giouanni Puteano dell! inclico Ordia<> Agokiniano Tom. 2, in D, Thomam quelt. 85. art. 4. dub. vlt. 1 fíne , che non li dá abito 2c- quifico di penitenza : 4n detur ( dimanda) qua» litas aliqua acquifita ex altibus panitentia, per quam deteflemur percata commi/Ja , quemadinos dum id facimus per virtutem infufam panitentia? Caterum res bac videsur plus fatis nota; nanty quemadmodum uoh «datur in mobis qualitas aliqua acquilita medijs abtibus fidei , aut fpeiz ¡td neque admittenda eft qualitas in voluntate rational: acquis fita medijs aítibus virtutis penitentia . Nelle qui» li parole fi crouerá la conformird , che e frá labico della fede, e quello della penicenza, della quale io parlauo nel cafo riferico ; e che pon parlauo ,, ne doueuo parlare degli abici acquiíici, quando craccano d:lla penicenza, che € infulo .* 259. Ma diamo, che ¡o parlai, 0 dous parlare degli abici acquifiti, dico che non fu extra rem, addurre per proua Pabito della fe- de + 8 é la ragione ; perche dagli acri fopranar curali dí fede (i puo generare vo'abico lopran as turale acquilito di fede , diftioco dall'infula io lentire di Pietro Harcado , di Mendoza de, anima difp. 16.Sed1.8. $ 64. 67.9 feq- * cita per la laa opinione nel $. 70.Malina, Vafquezy e Piecro Bergomeníe. Lo feo fentono Lias ze, Arrizga, € aleri moderni, checica il D. Fr. Emanuele della Concezione nel fuo corfo Trinit. Tom». 3. Trat. 2. difput, 3- 9-23. MM, 3365.f2c . E Coninch , Molina, Azor, € Ba- con apud Ripaldam de ente fupernaturali Tom. 1. lib. 3. difp. 53.1num. 2. afíccmano , che dagli $ li 2 acti
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz