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Propofizione LX. Condannara: | 249 sefia Conclufione 244. D Ico per fefto , che in articolo, ó pe- ricolo di morte , fi puo, dz anco fi dene dare 'afioluzione , non oftante il coftu- me di peccare . Poiche dobbiamo períuaderí, che qualiuoglia Criftiano in fimigliante paño abbia vero dolore, e propofito di mai piú peccare. Settima Conclufione . Penitente da fondamenro di crede- re,che viene con dolore ftraordinario : v.g. fe viene con lagrime eccedenci Pordinario , Ó mofío da qualche infanfto fucceflo , Ó eficado( in qualche cofa emendato , 8c víato diligenza per vincere il fuo mal coftume , 9 confefían- dofi in articolo , ó pericolo di morte ¿ in que- fti cafi co'l dolore, e propofito ftraordinario há interrotro il coftume, che aucua auanti , 8 ha da giudicarfi per lui riguardo alle confef- fioni future, come fe allora incominciafe il coftume . Torrecilia citando me, vbi fupr. num. 113. Cosi fente io fmili, parlando dell” occafione profima Peruditilimo Moya Tem. 1. Trat.3.difp, 7. qual. $. 1. 8.con Layiman, Navarra Sali, € in fimili eciam de occa- fione proxima il Cardinale Lugo difp. 14. Sel. 10.1. 151. La ragione e ¿ perchéfi come gli abiti delle virtú G perdono per gli atti contra» rij : v.g. l'abito della Fede , per 'acro formale dell'Ercfña; cosi gli abici viziof , per gli acti delle vireñ contraric: Acqui Parco della peni- renza , O dolore, e contrario all'abico , Ó CO» fume del vizio : Ergo Sc, 246. Da doue sinferiíce, che il Penitente, che venne la prima volta a confelíarí , feoza efíere tato ammonito del fuo mal coftume, fi puo afloluere due, Ó tre volce, quantunque nella prima, e feconda non fi fia emendaro coll'ammonizione ; che aleresi quello , che con dolore ftraordinario interrumpe jl precedente coftume , potrá dopo d'effere ammonito , elf:r añoluro la feconda, e cerza volca , benché ia quefte non fi fia emendaro : fuppofto, che con eo dolore ffraordinario abbia interrorco il coltame, fi reputa come non l'aucí(f: auuto. E fe dopo della terza affoluzione vicoe vo'alcra volia con doJore fraordinario, interramperá vo'altra volea il coftume , € porrá ef: re atioiu- to altre tre volt 8cc, Sic pariformirer fempre, che auerá particolar pencimearo , O dolores Quetta dorcrina , che cita, Se approua il dot- tillimo Padre Torrecilla , impugna , e non col- la douuta moderazione, il P. Fr. Emanucle della Concezione nel fuo Trat. de" Penit. difp. 2. q. 13,1. 206. 7 feg. 247. E per efiere nec<fario purgare , difea- 245: D*: per fertimo , che fempre che il dere, e confermare quefta dottrina , rifponde- ró all'obbiezioni di quefto Autore, comin- ciando co'l modo, co'l quale s'introduce a contradirla il derto P.Fr.Emanuele della Con» cezione , il quals nel fuo Trat. de Penitent. difpo 2. quel. 13.1, 201. dice, che, quantunque la dotcriaa, che ¡io hó infegnato nella prima con- cIuñione ( del lnogo citato num. 209. nel quale hó affermato , che al Penitente , quale non € ftato tre, O quarrro volte ammonito del fuo mal coltume , e pericolo della fua anima, li puo dare l'affolozione ) procuró interpretarla con pictá ; ma che non pozc joterpretare con benignita quello, che hó io infegnaro nella fertima conclulione, che € la riferica di fopta. Tertio addendum efi , dice , quod quamuis pradi- ¿tam doélrinam traditam d P. Corella in prima conclu[ione benigné interpretari fuduerim , 7 pofJe ad no/ftram reduciinfinuanerio 5 non tamen ¡td be- nignd interpretari poffum eam, quam tradidit yo feptima conclufione num. 314. Y 215. Quare eam cogor impugnare . Quefto dice nel num.201» Eraggiunge nel num. 206. che la mia prouz, O fondamento , che comincia con quelle paro. le : La ragione €; Plures contines falfitates quám claufulas . 248: Se fupponendof pietofo interpretes della mia doccrioa , parla il P. Fr. Emanuele con quelto rigore ,dicendo , che la mia proua contiene pid faláirá , che claufule ; che auereb- be detto, le la faceua da Giudice rigorolo? Non rifponderó a quefte parole , né meno re- darguiro la fua Perlona ¿ ma folo la mia dot- trina rifponderá all'obbiezione della fua dot- trina ,come fece S. Geronimo a S. Agoltino nella terza lettera ,che gli fcrille :Simulque ob. fecro, vt ignofcas pudori meo: Nec ego tibi y fed caufa cafe refpondet: Et fi culpa efi refpondiffe, quefo vt patienter audias , multo maior efi prouo= caffe . Sono i derrami degli huomini piú Cor» daci: Penfa il P. che la mia docrrina contenga pit falficá , che clauíule ; 8 io penío , che nia. na claufala abbi falía : il che prousró , comia- ciando da vna nia claufula , che dice ció , ché fisgue. 249. Sicome gli abiti delle virtá fi perdono per gli atti contrarij , cos? gli abiri wizio(i , per gli arts delle wirtá contrarie . Il che impugna con qué. fte parole : ln reéía Teolozia falfum omnind cf, quia abitus non contrariantur aítibus, nec aítus babitibus . Sed folum aítus cum actibus , Y habi tus cam abicibus contrariari dici poffunt . Et ratio ell. 1. quia contraria debent efe in eodem genere, cum definiantur communiter fic: que fubleodem genere maxime diftans , (7 ab eodera fubicóto mu. tudfe expellunt 250. In primo laogo, non € neceflario , che gli arci s'oppongano cogli abici con con- trarierá fifica, fecondo la d<finizione de” con- crarij, che allega 1) P. Fr. E nanuele, come egli li fteíso Dt > pr E a A y P or ”

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