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Deuter. €. FL In vita S. H.larij. 4 cuore, di non cercare la mia, má la gloria di Dio: Ego gloriam meam 202 quero y ef qui quarat » ] S'auanzo in fecondo luogo la gloria ftefía dell' Alrifimo, che parcua perderui, to liendo ¡odalla predica, incuimi trouauoimpiegaro , foría due anni di Éndio , perapplicarlo a quefta traduzz.one , ma pur a quefta fodisfeci dicendo, che non folo anerei per quefto tralafciato di predicare, má cheanzi aucrer lempre predicato . Per ylrtimo inforíe la perpleffita , fe doueno trafporrarlo nell'idioma volgare', come lo trouauo ftampato , O nel latino: E confeflo , che, queíta mitrarrenne qualche giorno irreloluro: confiderauo da vna par- te, che, fe lo traduceuo in latino, auerebbe giouato a molt1 Confeflori, má non a tutti; non perché tutci non douefléro intenderlo , ma per-he tutti non lFauerebbero ftudiaro, e per alletrarli a leggerlo, determi- nauo tradurlo nell' idioma vo!gare, come piú guítolo, perche prú chia- ro ,e piú al narurale della prarica : Riflerteuo dall altra parte , che trat- tandofí in quefta, come: in- ogni alrro morale, qualche materia deli- cata, e potendo andar in mano di qualche Adamo innocente , correuo riíchio d'aprirgli gli occhi, e d' eflere di pregiudicio a qualch'anima nel tempo ftello , che cercauo. di giouare a tutre; Má pure anche da quelto mi ftricai co”! bilanciare la coía ,e confiderare ,che non nuoce all'inno- cenza la cognizione del male , quando i Sacerdoti Confeflori, che pafla- no, eripaflano per neceílita d'Víficio l'occhio fopra ogo1 materia, fo- no fra'buoni ¡ migliori, fra' continenti i piú cafti,efra virtuofi 1 piú Santi, € per dir turto in poco il luítro del nome Crifltiano: Anzi che venni in penfiere doueríi ingerire queíta cognizione, e deliderare , che tutti ( faccino fauij d'ogni genere di peccati, per riparare a' pericoll, a' qualieípone glialeri la loro ignoranza: E' purcosi, che i pouer: Con- fellori lono coftretri immergerfi nel lezzo di fetidilime colpe, e Ícendere per pietá nel fango de' pantani , fe vogliono faluare, non con A/fonío Re di Napoli, giumenti, má con Crifto Ré del Cielo, anime? Vrinam omues faperent, Ó imtelligerent, quanto quiui fiícriue; che quetta ma- niera porterebbero i penitenti da sé fteíli ben diftinte, e fpiegate le loro cadute, doue per non fapere fpiegar ilaro peccati, fapendo per altra commetterli , fono obbligati ; Confeflori entrare con graurfsimo lora riíchio in interrogazioni di materie troppo ripugnanti alla limpidez- za del loro Ípirito. Tutta volta, bench? quefte ragioni baftaísero á fedarmi ogni timores ho voluto affatto afsicurarmi, e fuori d'auerlafciate in latino, come le trouai nell' Autore, tutte le materie, che hanno del lubrico, mi fono preío libertá dicoprire otro queft'idioma quaiche periodo di van:aggio, per non lafciar occafione ben minima d'offenderíi all innocenza ; ai modo che pud leggeríl , e rileggeríi il libro dachi che fia, fenza pericolo di porerne riportare nocumento veruno. Sicche , mia Lettore, porere riceuere il libro con quella inferizzione in fronte, che, Ícrinendo 4 Leta , Ícolpi S, Girolamo in elogio all'Opere di S, llario, Hilary libros , fcrifle il gran Dottore alla fauia Diícepola, inoffenfo decurras pedey, Lota, Ícorri pur á tuo talento i volum d'¡lario, lenza timore di ritrouarui di che offenderti. Altrertanto dico ¡o a vos leggete pure». 8 inuitate chi vi piace a leggercillibro, che vi preien- to), che non vi ritrouerete di che offenderui: imofen/o decurras pode5 quello , che foríi potrá offenderui, fará per auuentura qualche du- rezza nel dire, 0 qualche impropricrá ne'termimi: della prima vi tó capace col ricordarui , che le materie morali dificilmente fi ponno trar-

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