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Propofizione XXVII. Condannata: 102, Rifpondo ; che ¡a cosi vrgente perico. lo della vita puó faluarí dal manifeRare il fuo delitto colla merafora , dicendo, chenon ha adulcerato , perche queíta parola , adulterare, metaforicamente fignifica idolatrare , comes confta da Ezechiele cap. 23. verf. 27. doue par- lando dell idolatrie del Popolo Ebreo dice: Quia adulterate funt, EG fauguis in manibus eorum , 7 cum idolis fuis fornicate funt . 103. Rifpondo fecondariameace, che, come s' € derto nella conclufione 3., puo faluará co'! rifpondere con parole equiuoche: per elem- pio, Pincerroga , fe gli ha rorco la fede; puo ella rifpeudere, non l'ho rácra, intendendo la fede , che come criftiana profefla, alla quale € comune quelta parola, fede , come ¿lla fede co- niugale. 104, Terzo rifpondo , che per occultare la fua fiacchezza puo rifpondere: nou ho adal- terato in modo che fijobbligata dirtelo , CO» me s'é derto nel n. 88., parlando del teftimo- nio, erco. Perche. fi come il Giudice; non ol- feruando 'ordine gindiciale, non ha ius d'in- terrogare , 02 il reo, 6 teftimonio e obbliga- co rifpondere quello , ch'e occal:o ; cosiil ma- rico uon ha ¡us d'interrogare, ne la moglie € obbligata manifeftare il fuo delitto . 105. Si proua anche piú la noftra rifpofa, perche Pinterrogazione, per eflere prudente, fempre porca incluía queña condizione» dimi, fe hai facto quelto , cafo che poíli , e deui dir- melo; e cosi quando il Confeflore e interroga» to , le sá, che Pietro abbia rubaco, lioterroga- zione e, felosá extra confefionem + Adunque anche la rifpofta prudente tiene incluía la me- dema condizione: non lo só di modo, che poísa, o debba dirlo . 106. Si conferma á paricace: Pietro in eltre- ma necefficá prende qualche cola d'Gionanni: queño ragioneuole, e prudentemente aon de. uc efleriouito , che Picrro foccorra la fua ne» celica eftrema de'fuoi beni ste flo folle, noa per quefto peccherá Pietro in pigliare quella roba; poiché , quancunque (a courro la volon- tá di Giouanni, aon peró e contro la volontá ragionceuole: Adunque all'iñeldo modo ha da diicorrerfi nel calo noltro, il che s' intendera con queíto cafo . 107. Francefco , duro di paga, dimanda ad Antonio cento pezze ia impreltizo ; 8 Antonio conuderando , che durerá farica d ricuperarle, e che auerá da licigare, rifponde, non hó quan- to V.S. mi addimaenda ; in quelo cato non mentiíce Antonio , come con Sanchez, 8z aleri dice il P. Torrecilla vi fupr.1. 18. Perche Franceíco , per addimandare ad Anto. nio prudentemente y e ragionsuolmente quefto danaro , lo dimanda con quefta condiziont, fc non ha ad aucroe qualche danao per impre- ftarmelo ; e perconicguenza la tifpofta d'An- Palio, 227 tonio e , non 'ho in modo ; che pofía darcelo fenza mio incommodo . 108. E fe s' addimandalle, fe la moglics coftrerca dal marito polla giurare di non auer adulteraro s dico, che rifpondendo ella, nS modi fopradetri , puó leciramente giurarlo; perche non mancandoui ad la gioftizia , néla vericá, neilgtudizio , il giuramento e lecico, in queñto cafo, e nc” modi fopradetri non Man. ca alcune di quefte condizioni; Adunque Xc. 109. Dal dertoin queste conclufioni, s'in. feriíce , che quello, che parla amfibologica. mente (non concorreadoni le circoftanze dell víficio , perfoa2, eutropelia , ironia, mecafora, ec. ó non efiendo le parole ex fe equinoche ) mentiri; e fe ve agginoge ¡il giuramenco , lara fpergiuro, e piecaco morrale? E fi prota; per- che , quando le parole, nelono ex fe equino» che, né lo fa ambigua la circoftanza della pera fona , O víficio ¿ne l'ironia , O altra figura tc. torica, fono bugic: Sed ficeít, che il giuracé io bugia € fpergiuro,e peccaco mortale: Adun- que anche lo fara ¡il parlare amfibologicamen: te, quando le parole , né lono equiuoche ex fe, né per le circoftanze, O figure recoriché, Aunertenze per la pratica, í vfo dell” Ampbologia . 110. Vutrto in primo luogo , che quel. lo, che víerá amfibologic, deus avere nella ménte concetio pro. porzionaro al ícalo , nel quals proferifcede pas role 3 perche alcrimente mentircóbe , poi- che farebbero le fue parole contra la men- ces v.g. mi s'addimanda , le hó veduco Pietro, quale auanci ho vedato , non pero al prefente io rifpondo , che non l'ho veduto , incendendo pon l'ho veduto ora: accioche quelta rifpolta non fia bugia, e neceflatio, c+ 3 6 come le mie parole folo danno ad inrendere, che al prefena te non l'ho vito, abbiio intenzione di fignif. care con ef, che al prefenee non P'ho'viltos parche fe io volelli dire,'che mii auevo veduto Pietro , mencirej. E' doctrina di Tomafo San» chez nella Somma lib. 3. capo 5.1. 15.1 fine . rt. Anñarreo per fecondo,che non e dí me. fieci, che il concerco mentale fia fpecifico :b2- fia che fia generale, fingolarmence fe quello, che parla, é ruítico, che non fappia oprare con precilione + bata, che proferiíca le parole rite- sendo nell'animo iarenzione di proounziarle nel fenfo, che gli e lecito, O nel modo , cheí DD, infegnano , che puo far ¿€ anche Dot- crina di Sanchez , e Leandro del S.S, qualí cita, má non syacrenca feguire Lumbicr vbi fupr. nin, 206., peró la fiegue collo ftelfo Sanchez, e Con Suarez, e Palao , Torrecilla vbi fupr. fol. 352. num, 175, il che fi dichiara co' fegucnti eempi. Ff 3 113E
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