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226 fommefío : e quefta rifpola —cosi añolnta. mente pronunzíata , per la circoftanza della jllegicimica, colla quale il Gindice interroga, fi fa ambigua , e fignifica , no'! só , di modo che debba dirlo . 89. Per la medema r2gione , quello , che $2 yna coía fotro fgillo , O lecreto naturale, puó rifpondere, che 00'l sá, imó ,benche a inter- rogato di quella in giudicio, el Gindice infaf- fe in dimandargli, le sá la tal coía adhbuc in fe- creto> pno rifpondere, di no, ia expreíse Aragon 2.2.q.70. art. 1. fol 373.5. fed ef dubium . 90. Dimanda il Confeficre al penitente, fe ha di che accularfinel fefto comandamento , mel qualc il penitente ha vn peccaco, che ¿fe lo coufefa ¿ha da venire il Confeflore in cognizio. ne del complice ; puó rifpondere Jl penitente, che non ha di che accuíarfi inquelto precerto, 91. Da quello s' e detro,s' inferiíce , che fe io tutei i cali derti , ó aleri molti Gmiglianti, quello ,che rifponde, lo fa con givramento peccherá venialmente, le ginra lenza neccífira, come farsbbe , quando gli darebbero credico , fenza aggiongeruiilginramento¿oon [ará peró mortale , fí alas , non v'e inginítizia ¿ perche non vimancherá la verica , ma folola diícres zione ,chet € veniale , Quinta. Conclufone , 92. Ico per quinto, che ne meno e bugia., vé condansaro pereale, . Y wíare | ambibología , che at:é- tele eggs della politica, hiperbole, entropelia, jropia , parabola, 8c alere figure retoriche, fono vere , benche attento il rigore delle paro- Je no'l hano. Irá Lumbier.. obferu, 8. n. 236, Torrecilla vbi fupra regul. 3.u0m. 182. perche quefta amáibologiajoon e interna , ma eferna, come fi vedrá ne'cafi feguenti, 93» Dice Pietro ad en fuo amico : V.S.mi tenga per fuo feruo., td a fuoi piedi, puó dif- porre deila mia perfona, e beni, come di cofa propria lua , 8:c, queñe parole prefe in tuerto rigore non [ono vere ; poiche ne Pietro e fer. no del fuo amico ,ne Ñá dá foi piedi; ma at- renta la politica , fono vere; poiche chile dice, dolo intende fignificare con ee ¿che € pronto per fernire il fuo amico , | 9% Ha Giouáni vn cauallo,ó alcra cofa,che molto ftima ; € dice , piú ftimo queño canallo, che quan:'altrroio ho: quefe voci rigorofa- mente fono falíe, poiche Gionanni piú ftima Ja lua Coníorte, higli, Padre, ó fratelli, che ll canallo : majo fecío jperbolico fono vere p poiche lolo ¡atende fignificare con efe la gran de ftima , che fa di quel Cauallo.. 95" Franceíco dice ad Antonio pontro per ironsa , Y.S. pudo comprare queíVarazzo , poi. Trattato X.Spiego delle Prop. Condennate da Inuocenzo XI. che ha molto dansto:.queto ln rigore, fup. pofta la ponertá d'Anconio , € fajío.; ma, come che lo dice folo per ironia, nop € bugia , 96. Siauno diucreendofi oneftamente quap< tro amici, woo d'efl' e alguanto. tevace, gli alcri gli dicono ;¡l Sig. Folano , che € Iplendi. do , e liberale , c'ioviterá d pranío : quelo par. lare ¡o rigore , fuppolta la condizione dell anarizia del foggerto , € falía 5 má actenta lira ronia , 8l entropelia, che promerre, qualche follieno oncfto , € vero queñto modo di pate lare , 97. Si ritronano in wn circolo quatrro per» fone , mormoraudo, e dicendo difereucci di quefto, e di qugilo; vno de'prelenti, timoraco, benche 6 sá, che coluj , di cui fi parla, ha que- fi difereucci, turrauolra con caricá lo copre, dicendo, che non dicano tali diferri. perche di niuno $ prefume debba auerli: quelto parlare in rigore , luppofto la notizia , che quelto ti- morato ha de diferti del fuo proffimo-, € fallo; peró accenta la Criftianicá , e prudenza, € vero, A yueíto modo ponno elemplificará alcri mol- ticali fimigliaoti, 98. Dal detro s'.inferifce , che fe ne'cafi di fopra derci fi ginraffe , farchbe peccaro veniale, non eflendoni necelficá; e efermdoni, nina pee» cato; poiche nou fono giuramenti fall + de alias Íuppongo , ghe non mapnchi la giubizia algiuramento . Sefta Couclufione » 99. [) Ico per feto, che né mero (ara bugía, ne condannato per cale dd. l'víare la metafora , per occul- tare la vericá ¿e cosilo prova S. Agoítino nel libro contra mendacinms cap. 10. doue afforma, che non mentj Giacob nel dire al Padre líaac, ch'egli era il fuo primogenito Efad per la mi- fica, e metaforica gnificazione , che ausuano quelte parole; ¿Que [¡ méndacia dixerimus , dice il Santo , omnes etiam parabole , ac figura figmfs candarum quarumcumque yerum , que non ad pro» prietatem accipienda funt , fed im eis alud ex alo efje intelligendum , dicentur effe mendacia , quod abfit omnino , Tc. Cardenas ¡a hac Prop. cap. 4 0.46. 100. Con gquefa dottrina mol huomini fpiricvali jovitaci a mangiar cibi delicaci ril- pondono , leoza mentire, che fono Contrarij alla loro falute , piglizodo queÑa roce , laluce, metaforicamente , 8 in quaato figaifica las falace Ipiricuale, 101. S' addiwanda , come abbia a portar yna donna , che auendo commelo adulcerio , € colirerta dal marito a dirgli, fe ha adulcerato? metce the, le confefía , s'infama , e corre petl» colo della vica , quale ha ius di confernare 5 $ dice di nO; mentilce. 102, Ril-
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