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214 Tratrato X. Spiego delle Prop. Condannate da Innocenzio XI. reiterazione della confeffione ) quia licet ali quando non excufet hoc , quin talis peccet , dum tán lia agit contra Legem Dei , aut natura : excufat ta- men , ne peccet non pavitendo , vel non confitendo, Ponderi il P. Fr, Emanuele queñte parole caua. te originalmente dagli Autori riferici, e les confronti colle mie, e vedrá, fe cito bene gli Autori á fauore deila mia doctrina. Aggiunge il P, Fr, Emanuele, che queÑi ¡Autori pongono dueignoranze, vaa circa il peccato ,l'altra circa 'obbligazione di confef- Íarlo ; e che quantunque dicano, che quella del peccato fia vincibile, pero delligaoranza circa l'obbligo di confefíarlo, non dicono, quancun que lia vincibile; e cheio artribuifco á quefta ignoranza quello, ch'efli dicono dell'error del- la colpa.. Ma non confidera il P. Fr, Esanute le le mie parole, colle qnali dico cosi: Credendo erroneamente, cbe non era peccato , ó che non era mortale? E? queÑo dire Perrore, 6 l'ignoranza fopra il peccaro, d fopra la conf: Mione? L'alcro , dica il P, Er. Emanuele, (e nelle pa- role de*riferiti Autori ( fa diftiozione frá Y jgnoranza del peccato , e l'ignoranza dell'ob- bligo di confeílario 3 Nanarro no'! dice; má bensi dice chiaramente il córrario ja quelle pa- role; ob candem ( ignorautiam) d peccando nec fuit excufalus , done parla vgualmente dell vna, e dell'alera ignoranza - Diana, d Silueñiro, ne meno lo dicono , ne efprimono . Chi lefprel- fe (0 Valquez in 3. parts Tom. 4. quel. 92, arte 3- dub. 1. done auendo nel n, 7. detto ciprelia- mente ¿Che Nauarro fcuía chi perigaoranza colpabile laíció di confefare il peccato , che anche per ignoranza coJpabile cómife;( fpicga di poinel num. 8. e 9. e parla deilignoranza colpabile nell' ommillione del peccato , dx in- uiocibile circa Pobbligo della confefione . lo prego a qualfivoglia , che defidera fare» giudicio deila veritá, che bramo liguidare., che veda gli Autori, che riferiíco , e conoíce ¡dla fedelcá, colla quale li cito, e quanto ma. le 11 P, Fr. Emanuele lialieghí., Dice di pia ¿1 P, Fr. Emanuele ibi, che, Eo ¡pfo quod ignorantia (it vwmcibilis , mon excufat d murtals omitteniem confiter: percatum . E queíta Propolizione , cosiia contulo, € falía ; perche puo cílere Pigooranza viocibiie, e non morta- le , ma veniales perche Pignoranza ha ifudi gradi,cpuo elicre viocibile venaliter, vel mor- taliter , Come dice Valencia ím 2.2. Tom. 2, difp.6+ q. Ó. p. 3. 5. sequite ex bis, con quelte parole. Ignorantiam vincibilem pofJe raagis , vel MINAS MIDUETE Erauitarem peccati «a. quo circa, fi ¿gnorantia ft tantum venialiter , e ¿mperfebte UOMMIATIA y IMiniit etiam peccatusm adcó y UL NON fit mortale . Lo ficito dice Tomaío sanchez mcita Som. lib, 4. copa 17. Con quette parole; Et quiacin quando iguorantia y feu nepligentia efi tan. tim venialiler culpabrlis, conflas ita minuere , tl reddar opus ver:ale : Aduuyue € falo il dire che per il medemo cafo, che fs eolpabiles lignoranza , colla quale ( laícia di confeñar il peccato , lará morcale lomniffio e ; poiche puó eflere veniale, per a0n ellere grauemente colpabile lignoranza , j 15. Dico in quarco luogo, che in queña condannazione non li comprendono e(preia. mente ,beaché compreadiao vircualmentes, Popioioni, ghe fanoritcono ¡i Penicenri, vé pare la con elli , ma lolo co” Miaitri. Queta con. clulione porta co' Maeltro H »zes ¡¡ R.P, To- recilla inbac Prop. fot. t2. nm 95. Lo fielo ciene citando me il R.P.Er. Emanuele della Coucezione nel fuo Tratrato de Panitent. difp. 30 q. 6. 1. 123. Perché | opin:one condannata di. ce: ¿n conferendis Sacramentis + il che folo al Mis niítro ,e non al Penitente tocca, Da doue inferifce Torrecilla, che il Penis centre , che viene á confefiaríi colla fola attri. zione , flimata tale; O quello, che porta per materia vn peccato della vica pallaca , fenza [piegare la fpecie, ne Piodiuiduo neila con. feflione volontaría , né pecca, ne OPp:ra COn. tro la condanaazione.. Queita fentenza peró jo la giudico improbabile . 16. Dadoue ancivio ioferifeo , che efpref fameote non (i condanaa , quantuoque fij improbabile, opinione di Tamburino in Mea thozo expedit.confef). lib, 1.cap. 13.5 1. di Sila uefiro verb. Confeffio q. 11. di Suarez de -4 "il difp. 12.1. 9.€ di alcri , che cica il Padre M ya T rat. 3.difp. 5. quel. 5. $. 2.chedicono , Che, quando la contertone € folo di peccari veniali, baíta folo il dolore veniale, incluío nella "Qe lJontá di riceuere il Sacramento , €usi per ál va» lore , come perikfrutco del Sacrameaco . fenza alero efpreido atto di dolore. Ela tagionc e, perche quefto /e tenes dalla parce delmPenicanie, € nou dalía parce del Miniuro , Che batti per il valore, € fenza dubbio acll'opinione, che ametce Sacramento valido ¡nforme . Che bat peril frueco fi proua; perché poto ¡il Sacrán mento valido , € nccelfario che abbia il uo ef ferto , quaado nel recipiente non e obic per la grazia; Atqui, il peccaro veniale 01 e obi. Cc per la grazia : Adunque éc, 17. Inferiíco in lecondo luogo , che ne me- o li condanua lopiawone di Giouaani della Croce, e Ledcíima cicací da Diana part. 3. Trat, 4. +cJol. 116. Che infeanano , che, fe il Pení- tente li ícorda di quaiche peccato mortale, € ricoraa Íubico la fccouda voita d coufetiarlo, non ha neceíficá di fare nuouo arro di dolore, perche anche perícucra vircualmence quello dela confefiione pañata. Ne fi condannano alere dottrine , che circa la conf-fione infegas- ro nella 3, part, della Pratica Tras. 17. nello [pic- go delle Propoliziooi 11. 38. € 39. condanna- te da Aletiandro Vil, 18.
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